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  • Beirut – “Mani Pulite è iniziata in Libano”

    Il giudice Ghada Aoun Elie Haddad – “ Un giudice probo e coraggioso ha osato affrontare frontalmente i fascicoli della corruzione e si ribella al sistema giudiziario corrotto e manipolato, al soldo dei politici corrotti che hanno saccheggiato i risorsi del paese e vogliono coprire i loro crimini a tutti i costi. Il giudice Ghada Aoun ha osato aprire cartelle scottanti, come quelli del Casinò, il carburante adulterato, la banca centrale del Libano, le frodi nei controlli tecnici e molti altri. Ha osato sfidare ex primi ministri, ministri, deputati e persino il governatore della banca centrale, considerati finora tra gli intoccabili… Attualmente è sotto l’ira di questa classe politica corrotta, che teme per la prima volta di essere smascherata. Questo fulmine purtroppo si manifesta attraverso i superiori gerarchici del giudice Aoun, soprattutto attraverso Ghassan Oueidat, il procuratore capo della repubblica nominato direttamente da Hariri e controllato a distanza dal sistema politico-mafioso che governa il paese dal 1992. Il giudice Oueidat ha deciso illegittimamente e impropriamente di disinvestire Aoun dai fascicoli finanziari nel tentativo evidente di proteggere tali politiche e chi stesse dietro. Tuttavia, il giudice Aoun scelse di continuare questa battaglia nonostante tutto e perquisì uno dei più grandi uffici di cambio del Libano sospettato di aver facilitato il movimento di grandi somme in dollari, per destabilizzare il mercato e accentuare la svalutazione della valuta locale. Oggi la battaglia è aperta ed è l’unica strada proposta. Questa battaglia richiede il sostegno dell’intera popolazione libanese, che è sotto corruzione, liberata di tutte le obbedienze e di tutte le confessioni. Di fronte a Ghada Aoun, si sono riuniti tutti coloro che hanno causato la rovina del paese, approfittando del sistema, compresi politici, giornalisti, giudici o religiosi. Dietro di lei, devono stare tutti coloro che hanno subìto e ancora subiscono questo sistema mafioso e lo pagano molto caro con la loro salute, economia ed il futuro dei loro figli. Capisco chi ha dubbi o chi si pone domande. Tuttavia, la battaglia è ora in corso e la breccia è aperta. Chiedo loro di mantenere i loro dubbi e dare il loro sostegno vigile ma fermo per vincere questa battaglia. Poi arriverà il momento della critica o dell’analisi della storia. È nell’interesse collettivo della nazione ”. (FONTE: DIASPORA.ORG)

  • Roma – “Prevenire il genocidio, combattere le persecuzioni religiose, tutelare la scelta di fede

    L’ambasciata della Repubblica di Armenia presso la Santa Sede e la Repubblica Italiana, celebra oggi, 22 aprile 2021, il ricordo del genocidio armeno con una serie di incontri e conferenze online, il cui link per il collegamento è: https://us02web.zoom.us/j/89771433803 ID: 897 7143 3803. Il programma vuole dare voce alle testimonianze dei crimini contro l’umanità, con la partecipazione di rappresentanti di governo, parlamento, giornalisti e accademici, a partire dalle ore 18. La conferenza online sarà introdotta da Sean Patrock Lovett in veste di moderatore, quindi l’intervento di S.E. Tsovinar Hambardzumyan ambasciatrice della Repubblica di Armenia in Italia, cui seguirà la presentazione di Mrza Dinnayi, co-fondatore e direttore di “Luftbrucke Iraq” e attivista per i diritti umani, il quale ha trovato un metodo efficace per oltrepassare i numerosi ostacoli logistici e soprattutto burocratici per aiutare i membri più vulnerabili della comunità yazida nel corso dei diversi conflitti in Iraq e Siria. A sinistra: S.E. Tsovinar Hambardzumyan, ambasciatrice armena in Italia A seguire, l’intervento del rev. Joseph Bature, sacerdote della diocesi di Maiduguri, nel nord-est della Nigeria, regione devastata dalla guerriglia scatenata dalle formazioni estremiste Boko Haram, nonché psicologo clinico che assiste donne, bambini e vittime dei traumi derivati dalle violenze e dalle persecuzioni religiose. Parteciperanno inoltre il deputato della Lega Paolo Formentini, vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, e Simone Zoppellaro, giornalista e ricercatore freelance nonché autore di diversi libri e collaboratore della Gariwo Foundation, la “Foresta dei Giusti”, e con l’Istituto di Cultura di Stoccarda. A conclusione, i saluto di S.E. Garen Nazarian, ambasciatore di Armenia presso la Santa Sede.

  • Libano – Riconoscimento ufficiale al Caracalla Dance Theatre

    Beirut – L’ambasciatrice italiana in Libano, Nicoletta Bombardieri, ha tenuto martedì sera una cerimonia in onore del Direttore del Caracalla Dance Theatre, Ivan Caracalla, al Teatro Caracalla di Sin-el-Fil, durante la quale ha conferito a quest’ultimo, a nome del Presidente del Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, Cavalierato dell’Ordine della Stella d’Italia in riconoscimento degli eccezionali risultati artistici nella promozione della danza, delle arti e della cultura in Libano e nel mondo attraverso il Caracalla Dance Theatre e dei suoi legami artistici con l’Italia. In occasione di questa occasione speciale, l’ambasciatrice italiana ha espresso i più sinceri ringraziamenti per l’attività artistica di Ivan Caracalla, che ha definito non solo esponente della cultura ma anche l’impegno sociale nei confronti della donna e delle minoranze in Libano, sulla strada tracciata dal padre, Abdul Halim Caracalla. “La Compagnia di Caracalla – ha aggiunto l’ambasciatrice – ha espresso na combinazione unica di stili di danza. Primo fra tutti il balletto, che è il pane quotidiano di ogni singolo ballerino, combinato con stili moderni, soprattutto di Martha Graham, e con il folklore più tradizionale libanese e arabo. In tal modo, la compagnia ha creato un repertorio unico che è stato presentato in tutto il Medio Oriente e in molti altri paesi. Con l’evento di questa sera l’Italia intende ribadire che la promozione della cultura, in Libano come ovunque, non è un lusso per pochi, ma un’attività essenziale e un valore spirituale per l’intera società, soprattutto in questi tempi di crisi e disagio (…) Per i suddetti motivi, a nome del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, sono molto lieta di conferire a Ivan Caracalla l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia in riconoscimento ai suoi eccezionali meriti artistici nella promozione della danza e del balletto in Libano e dell’influenza artistica italiana attraverso le produzioni della sua compagnia di danza”.

  • وطنية - ردا - تحتفل مدينة ررا الإيطالية الي وم بالذكرى 2774 لتأسيسها

    وطنية - روما - تحتفل مدينة روما الإيطالية اليوم، بالذكرى 2774 لتأسيسها. أسسها رومولوس في مثل هذا اليوم عام 753 قبل الميلاد على تلة بلاتينو. وتنظم بلدية روما احتفالا للمناسبة، يحضره عدد محدود من الفاعليات، بسبب جائحة "كوفيد19". يمثل تأسيس مدينة روما علامة تاريخية فارقة، إذ تحولت هذه المدينة إلى مركز قيادة العالم كلِه لبضعة قرون، وأخذت الإمبراطورية الرومانية اسمها من اسم المدينة، قبل أن تنتقل عاصمة الإمبراطورية إلى بيزنطية، فأصبحت روما مدينة مهملة بعدما كانت سيدة العالم. =============إ.غ.

  • وطنية - كاشيا - احتفل الوكيل العام للرهبانية الأنطونية المارونية لدى الكرسي الرسولي الأب ماجد مارون

    وطنية - كاشيا - احتفل الوكيل العام للرهبانية الأنطونية المارونية لدى الكرسي الرسولي الأب ماجد مارون بالذبيحة الإلهية في بازيليك القديسة ريتا في كاشيا وعن سبب الاحتفال بالقداس في كاشيا التي تبعد أكثر من 3 ساعات عن روما، قال الأب مارون لـ"الوكالة الوطنية للإعلام": "لقد أوضحت في كلمتي أثناء العظة أهمية العلاقة التي تربط الشعب اللبناني بالقديسة ريتا. فعلى الرغم من أن عدد سكان لبنان لا يتخطى الأربعة ملايين نسمة، بحسب معطيات المزار هنا، الشعب اللبناني هو في المرتبة الثالثة في العالم بين الشعوب التي تزور القديسة ريتا، يتلو الصلوات ويقدم التبرعات، أي بعد إيطاليا والبرازيل حيث عدد السكان 120 مليون نسمة، يعتبر لبنان البلد الثالث من حيث عدد الزائرين. هناك عاطفة كبيرة إيمانية تربط الشعب اللبناني بالقديسة ريتا". أضاف: "جئنا إلى هنا لنصلي من أجل خلاص لبنان وخلاص الشعوب، والأهم من ذلك أن القداديس من أجل لبنان باللغة العربية جاءت من طرف القائمين على الدير بعد انفجار مرفأ بيروت، وأقمنا الصلوات في الدير على نية لبنان. وإن شاء الله، سيأتي الشهر المقبل الوكيل البطريركي المطران رفيق الورشا ليحيي الذبيحة الالهية هنا وعلى نية لبنان أيضا". يذكر أن القديسة ريتا تعتبر شفيعة الأمور المستحيلة. ولدت في قرية إيطالية صغيرة في أومبريا في العام 1381، وكرست حياتها لله. واسم ريتا جاء من الاسم اللاتيني مارغريتا، ويعني اللؤلؤة. ===========إ.غ.

  • La santa dei casi impossibili

    Talal Khrais- Cascia - Umbria Cascia, le preghiere per il Libano come segno di amore alla popolazione libanese . Nella basilica di Santa Rita da Cascia, in Umbria, la Messa è celebrata ieri da Padre Majid Maroun , Procuratore Generale dell'Ordine Antoniano Maronita presso la Santa Sede, in rito Maronita e in lingua araba in segno di vicinanza con il popolo del Libano , il Paese dei Cedri. Da oltre 7 mese si celebra così in segno di solidarietà con il martoriato popolo libanese . La grande devozione dei libanesi a Santa Rita, a Cascia è rappresentata dalla statua della santa scolpita proprio nella pietra libanese e posta all’ingresso della città. Il monumento, finanziato dal devoto Sarkis Sarkis e realizzato dal noto artista libanese Nayef Alwan, è stato inaugurato nell’ottobre 2015, dopo il coronavirus, e la situazione drammatica in Libano , nonché quella economica impediscono ai libanesi di viaggiare. Dopo l'Italia e il Brasile c'è il Libano per quando riguarda il numero dei visitatore. Chi non conosce Santa Rita. Santa Rita riuscì a superare tutti gli sbarramenti e le porte chiuse grazie all'intercessione di S. Giovanni Battista, S. Agostino e S. Nicola da Tolentino che l'aiutarono a spiccare il volo dallo ” Scoglio” fino al Convento di Cascia in un modo a Lei incomprensibile. La santa dei casi impossibili. Migliaia, sono le testimonianze di grazie ricevute che ogni anno arrivano in monastero. Le testimonianze dei miracoli accaduti per sua intercessione sono talmente numerose, che è stata proclamata dal popolo di fedeli “santa dei casi impossibili” (o santa degli impossibili), in quanto, così come Rita ci ha insegnato, se ci si affida a Dio, tutto può accadere. Questa piccola, grande donna ha lasciato tracce di numerose opere miracolose sia in vita, che dopo la morte. Guarigioni che sembrano inspiegabili. Migliaia, sono le testimonianze di grazie ricevute che ogni anno arrivano in monastero.

  • Roma – NNA intervista l’ingegnere poeta

    Talal Khrais – National News Agency NNA – “Per la seconda volta, Papa Francesco celebra la Messa in forma privata nella Chiesa romana di Santo Spirito in Sassia, nella domenica dedicata al culto promosso da santa Faustina Kowalska. In un tweet scrive: non pensiamo alle nostre cadute, ma guardiamo a Lui “che nelle miserie vede dei figli da amare con misericordia”. Cosa ha detto santa Faustina Kowalska? Francesco Terrone, ingegnere poeta, presidente della Fondazione Terrone di Ripacandida e Ginestra, afferma: “Santa Fausina è stata tra i Santi più puri ricordo suoi parole: Avverto bene che la mia missione non finirà con la mia morte, ma comincerà”. Queste parole scritte nel Diario da suor Faustina Kowalska sono davvero profetiche alla luce degli avvenimenti che sono seguiti alla ascesa al cielo di questa umile suora, a cui Gesù si manifestò con visioni, rivelazioni, le stimmate nascoste, ottenendo l’unione mistica con Dio, il dono del discernimento dei cuori e della profezia. Sperimentò anche le dolorose esperienze mistiche della “notte oscura dell’anima”. Francesco Terrone conclude: “Qualche accenno storico sulla Santa Faustina Kowalska? Nata nel 1905 da una famiglia di contadini nel villaggio di Głogowiec in Polonia, suor Faustina si spense nel 1938 nel convento di Cracovia-Łagiewniki, a 33 anni. Mentre era in vita, svolse le mansioni di cuoca, giardiniera e portinaia in diverse case della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia cui apparteneva. In pochi – i confessori e in parte le superiori – erano a conoscenza della sua vita mistica. Oggi è noto in tutto il mondo il Messaggio di Misericordia affidatole da Gesù”. PIETÀ Ho visto un angelo cadere dal cielo, ho avuto timore, ho avuto pietà di quel sogno senza più ali. Ho visto piccole anime massacrate da demoni senza scrupoli. Ho preso la penna, ho imbavagliato le mie lacrime ed ho iniziato a scrivere chilometri di parole per difendere i piccoli sorrisi. Ho asciugato le loro ferite ed ho temuto che il mondo finisse senza avere più una storia da raccontare né ai più piccoli né ai grandi nel loro infausto futuro. Ho visto madri piangere, uomini soli, vecchi abbandonati in giardini pieni di spine. Ho visto la cenere dei sogni fluttuare nelle tempeste di sabbia per creare dune di fuoco e lacrime di sangue. Ho visto, sentito profumi di fiori diventare veleno per sospiri fragili ed ingenui di verità. Ho visto figli incatenati in gabbie senza respiro mangiare risulta di corpi e morire in acque torbide nel silenzio di egoismi di gente priva di occhi. Ho visto cataste di corpi bruciare. Ho visto in un vento caldo di inverni tiepidi con tanta neve portare al cielo le loro ceneri. Ho visto cadere dal cielo lacrime a sostegno di figli privi di parole. Ho visto, cosa non ho visto nascere e morire dinanzi alla pietà di Dio.

  • وطنية - الفاتيكان - يحتفل الفاتيكان بعيد الرحمة الإلهية

    وطنية - الفاتيكان - يحتفل الفاتيكان بعيد الرحمة الإلهية، لكونها عنصرا أساسيا في حبرية البابا القديس يوحنا بولس الثاني الذي أسس الاحتفال بهذا العيد سنة 1992. عن هذا الموضوع قال رئيس جمعية تيروني Ripacandida e Ginestra البروفسور والشاعر فرنشيسكو توروني في حديث إلى "الوكالة الوطنية للإعلام": "احتفل الفاتيكان بأحد الرحمة الإلهية، الذي أسسه البابا القديس يوحنا بولس الثاني سنة 1992، للاهتمام بالرحمة الإلهية والتشديد على أهمية تذكرها واللجوء إليها، وهو ما نلمسه في الكثير من كلمات القديس يوحنا بولس الثاني وعظاته وما كتب من وثائق". وذكر توروني بأقوال القديس يوحنا بولس الثاني، فقال: "القديس يوحنا بولس الثاني تحدث كثيرا عن الرحمة الإلهية مستشهدا بشهادة الراهبة البولندية فاوستينا كوفالسكا، مشيرا إلى أن الرحمة الإلهية قد جعلت حياة هذه الابنة المتواضعة لبولندا مرتبطة بتاريخ القرن العشرين، فقد أوكل إليها المسيح بين الحربين العالميتين رسالته، رسالة الرحمة. وشدد البابا القديس على أن من يتذكرون ومن كانوا شهودا ومشاركين في أحداث تلك السنوات، والمعاناة الرهيبة الناتجة من تلك الأحداث لملايين الأشخاص، يدركون جيدا كم هي ضرورية رسالة الرحمة هذه. عندها قال البابا يوحنا بولس الثاني إن يسوع قد أخبر الراهبة فاوستينا كوفوسكا أن البشرية لن تجد السلام إن لم تلجأ بثقة إلى الرحمة الإلهية. وتابع البابا القديس أن هذه ليست رسالة جديدة، لكن يمكن اعتبارها عطية منيرة تساعدنا على أن نعيش بزخم إنجيل الفصح لنقدمه كشعاع نور لرجال ونساء زمننا". وتابع: "في 30 نيسان 2000 أعلن البابا القديس يوحنا بولس الثاني طوباوية الراهبة فاوستينا كوفالسكا خلال الاحتفال باليوبيل، وذكر حينها بأن الرحمة الإلهية كانت دائما في مركز روحانية الراهبة وفي مركز حياتها أيضا. وكان القديس يوحنا بولس الثاني قد توجه إلى مزار الراهبة فاوستينا خلال زيارته الرسولية إلى بولندا في حزيران 1997، وقال حينها إنه يأتي إلى هذا المكان كي يوكل إلى المسيح الرحوم كل مخاوف الكنيسة والبشرية، وكي يوكل إلى يسوع مجددا خدمته البطرسية". وختم توروني: "لا يمكن نسيان أن الرحمة الإلهية كانت محور الرسالة العامة للبابا القديس يوحنا بولس الثاني "الغني بالمراحم" والتي صدرت سنة 1980، ومن بين ما جاء فيها: "الكنيسة لا تستطيع أن تنسى، في أي لحظة ولا في أي حقبة من التاريخ، وبخاصة في حقبة حرجة كالتي يعيشها عصرنا، الصلاة التي هي صرخة لرحمة الله، إزاء أشكال الشر المتعددة التي تثقل كاهل البشرية وتهددها. فبقدر ما يرزح الضمير البشري تحت نير العلمانية، فينسى معنى كلمة "رحمة"، يبتعد عن الله، فيبتعد عن سر الرحمة، بقدر ذلك وأكثر، للكنيسة الحق والواجب أن تدعو إله الرحمة "بصراخ كبير". جامعة القلب الأقدس من جهة أخرى، تحتفل جامعة القلب الأقدس في إيطاليا، كما في العديد من الدول بالذكرى المئوية لتأسيسها. وللمناسبة، ترأس أمين سر دولة حاضرة الفاتيكان الكاردينال بييترو بارولين القداس الإلهي في حرم الجامعة في ميلانو. وألقى عظة استهلها بالقول: "نحن ممتنون اليوم لتذكر القرن الماضي، الذي وعلى الرغم من آلاف الصعوبات في أزمنة معقدة مثل تلك بين الحربين العالميتين الأولى والثانية. شهدت الجامعة تطورا مستمرا ونحن ننظر بمسؤولية وثقة ورجاء إلى هذا "القرن من التاريخ أمامنا"- كما يقول موضوع احتفالنا - مدركين أن الجامعة مدعوة اليوم لمواجهة تحديات لا تقل التزاما عن التحديات الأولية، سواء على الجانب الأكاديمي مع الابتكارات الضرورية للتعليم والبحث وسواء لإعطاء التطوير الكامل لتلك الرسالة الثالثة التي تشكل منذ البداية روحها وتحدد أهدافها". أضاف: "إن الجامعة الكاثوليكية مدعوة اليوم، كما في الأمس وفي المستقبل، لكي تفتح عقول الشباب على جمال المعرفة: انفتاح لا يقتصر على اكتساب محتويات أو مهارات علمية وتقنية، ولكنه يمتد إلى البحث عن الحكمة". ==============إ.غ.

  • L’Università Cattolica del Sacro Cuore compie cento anni.

    National News Agency NNA. Talal khrais, città del Vaticano. Versione tradotta dall'Originale di Lingua Araba. "Svolge un prezioso servizio per la formazione delle nuove generazioni". Così è definita. L'università La celebrazione di 100 l’Università Cattolica del Sacro Cuore che da cento anni svolge un prezioso servizio per la formazione delle nuove generazioni". Lo ha voluto ricordare Papa Francesco dopo la recita del Regina Caeli, auspicando che l'Ateneo "possa continuare a svolgere la sua missione educativa per aiutare i giovani ad essere protagonisti di un futuro ricco di speranza. Benedico di cuore - ha concluso Francesco - il personale, i professori, gli studenti dell’Università Cattolica". Il cardinale Parolin celebra la Messa a Milano. La celebrazione si svolge nell'aula magna dell'Università Cattolica a Milano, sede principale dell’Ateneo che oggi - afferma il cardinale Pietro Parolin citando il Messaggio delle Conferenza episcopale italiana per l'odierna giornata celebrativa - è chiamato “ad affrontare sfide non meno impegnative di quelle iniziali”, sul versante accademico “con le necessarie innovazioni per la didattica e la ricerca" ma anche per dare "pieno sviluppo a quella terza missione che fin dall’inizio ne costituisce l’anima”. Nel fare dunque memoria con gratitudine al secolo passato, che ha visto uno sviluppo costante dell’istituzione cattolica, il segretario di Stato invita a guardare avanti ricordando il suo compito, quello di “aprire le menti” dei giovani non solo alla conoscenza, ma alla sapienza di Dio rivelata da Gesù.

  • Nelle terre più lontane in cerca della verità – Il libro di Andrea Nicastro

    Talal Khrais – Da 33 anni viaggio come corrispondente nei Paesi più difficili dove esistono guerre e conflitti per raccontare la verità. Sono pochi i colleghi che rischiano la vita per fare conoscere questa verità. Uno dei colleghi che veramente ha fatto tanto, rischiando più volte la pelle è Andrea Nicastro, andato così lontano nei Paesi più disperati per raccontare la vera storia, a anche denunciare le ingiustizie, spiegare la realtà da un’altra prospettiva, portare alla luce verità non dette, smuovere le coscienze. Il suo mestiere di giornalista e reporter coraggioso era la sua unica arma, essere testimone e raccontare con le immagini e le parole. A tanti colleghi questo mestiere è costato la vita basta pensare a 8 nostri colleghi uccisi in Siria, per non parlare di altri paesi in tutto il mondo dove il reporter, scrivere di idee contrarie a quelle del governo, o raccontare semplicemente la realtà per come si sta svolgendo, può costare il carcere, la tortura e, in alcuni casi, la vita. Persone libere e coraggiose come il collega Andrea Nicastro sacrificato tanto per la libertà perché non han voluto tacere, e ha continuato lottare per la verità. “Gli Altri siamo noi” è il libro del grande reporter Andrea Nicastro che consiglio di comprare: “Gli Altri siamo noi” le ragioni dell’odio musulmano verso l’Occidente nel nuovo libro del giornalista del «Corriere della Sera» Andrea Nicastro A firmare la prefazione del volume, il padre comboniano Alex Zanotelli “Gli altri siamo noi. Perché tradire la democrazia scatena il Jihad”: è l’ultimo libro dell’inviato del “Corriere della Sera” Andrea Nicastro in libreria per Rubbettino. Il libro ricostruisce la genesi del terrorismo islamista e la storia dei rapporti tra Oriente e Occidente fino ai fatti di cronaca più recenti. Lo fa attraverso le parole di guerriglieri, intellettuali, femministe e studentesse della Umma. Anche pescando da antropologia, massmediologia e cultura pop, dai film alle canzoni, dalle poesie alle ricette di cucina. Nicastro, primo giornalista italiano ad entrare nella Kabul liberata dai talebani, unico a documentare l’ultimo nascondiglio di Saddam Hussein, autore di clamorose interviste a presidenti e terroristi, ha vissuto per anni in Medio Oriente e riesce così a far da ponte tra le due culture. Il saggio rende con chiarezza, anche per un lettore non specialista, come occidentali e islamici vivano in bolle informative impermeabili l’una con l’altra. Nonostante l’espansione dei social media, lo stesso fatto di cronaca viene interpretato in modi molto differenti dalla nostra percezione del mondo e da quella prevalente nella Umma islamica. «Per decenni – scrive Nicastro – ci siamo detti democratici e, orgogliosi di quell’etichetta, abbiamo costruito una civiltà dei diritti quale non si era mai vista prima (…). Un modello per gli Altri». In Medio Oriente, però, si sono visti solo gli aspetti meno edificanti di questa nostra civiltà e si ricorda invece alla perfezione l’umiliazione del passato coloniale, il nostro sostegno ai colpi di Stato, la complicità con presidenti e generali corrotti. Diffidenza e rancore si alimentano ogniqualvolta l’Occidente si scontra con la volontà e l’interesse dei popoli islamici invece di rispettare i principi che proclama. Come l’islamismo si è innestato sul nazionalismo nasseriano e ba’thista, com’è sfociato nel terrorismo o ha creato uno Stato sociale, come ha motivato i “martiri del Jihad” o alimentato le proxy war: queste alcune delle questioni trattate nel saggio da una prospettiva storica e testimoniale. «La civiltà dei diritti sembra funzionare – continua Nicastro – fino a quando siamo in pochi a goderne. Se al banchetto si presentano altri, si scopre che non ce n’è per tutti». «È straordinario, per la mia esperienza, – scrive padre Alex Zanotelli nella prefazione – che un occidentale riesca a farsi toccare dall’altro, tanto da empatizzare con lui. Ancora più raro dal momento che l’Altro qui considerato è il musulmano del quale, in questa fase storica, l’Occidente ha così paura. Penso che Nicastro ci sia riuscito perché è sceso dove tanti giornalisti hanno paura di andare». Il libro di Nicastro, ricco di notizie, di spunti di riflessione, di prospettive inedite nasce da centinaia di viaggi e incontri in Cecenia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Libano, Tunisia, Egitto, Libia e Marocco. Un’indagine lunga oltre venti anni per imparare a guardare il mondo con gli occhi degli Altri e scoprire che “gli Altri siamo noi”. Il libro fa parte di un progetto multimediale cominciato nel 2019 con uno spettacolo teatrale scritto a quattro mani con la giornalista Francesca Mineo: “Gli Altri, storie di burqa, amore e rabbia nel secolo del Jihad”. (Per copie saggio per recensione scrivere a: antonio.cavallaro@rubbettino.it – tel. 3274792173)

  • Comabbio racconta l'Armenia: eventi e conferenze on line

    ANN – Letizia Leonardi – Si è svolta ieri sera la conferenza on line “L’Armenia e gli armeni: una storia millenaria” che ha a vuto come relatore d’eccezione Aldo Ferrari, Professore Ordinario di Letteratura armena presso il Dipartimento di studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea dell'Università Ca' Foscari di Venezia e direttore del programma di ricerca "Russia, Caucaso e Asia Centrale" . L’evento, che fa parte del progetto “Il paese incontra un Paese - Comabbio racconta l’Armenia”, è organizzato dal Comune di Comabbio e in particolare dall’Assessorato alla Cultura. Il Comune in provincia di Varese ha predisposto una serie di conferenze on line, concerti, spettacoli teatrali, mostre iniziate all’inizio di marzo e che si concluderanno a fine maggio con incontri in presenza realizzati in collaborazione anche con la Parrocchia di Comabbio, dell’Associazione Amici della Santa Collina, della Compagnia Teatrale Campari Padoan, dell’associazione Borgo di Lucio Fontana e appuntamenti di cineforum a cura della Biblioteca Comunale. Un’iniziativa, presentata con entusiasmo anche dal sindaco Marina Paola Rovelli, per conoscere storia e culture diverse che ha visto e vedrà protagonisti storici, scrittori, artisti, e l’arcivescovo di Istanbul. Dopo aver affrontato il delicato tema dell’Artsakh, le conferenze sono state dedicate all’Armenia e al suo altopiano, ai khachkar e le stele di pietra degli Armeni, al negazionismo turco, alla cucina, alla storia, natura e cultura armena e sul restauro conservativo dei dipinti murali dell’antichissimo Monastero di Dadivank. Ieri si è entrati ancora più nel vivo della storia antica e dolorosa di questo glorioso popolo che ha subito molte dominazioni e molte aggressioni nel corso dei secoli. Il professor Aldo Ferrari ha ripercorso le più rilevanti vicende storiche, ha passato in rassegna alcuni dei più importanti complessi monastici che sembrano quasi uscire dal meraviglioso paesaggio montuoso. Chiese che quasi di fondono e confondono con le rocce che le circondano, la cultura armena e l’importanza che ha dato questo popolo ai libri e all’istruzione. Ha soprattutto evidenziato anche la grande storiografia che è stata prodotta nel corso del tempo. E poi il fenomeno della diaspora armena in Italia, anche grazie agli intensi traffici commerciali degli abili mercanti armeni. I prossimi appuntamenti on line sono: “Armenia, nazione vivente” con il giornalista Simone Zoppellaro, il 23 aprile dalle 20,30; “Musica colta dai campi di grano: piccolo viaggio musicale in Armenia con Alberto Nones, il 24 aprile alla stessa ora e “Viaggio in Armenia” con la giornalista Nadia Pasqual e l’esperta di viaggi Shushan Martirosyan, il 30 aprile, sempre dalle 20,30.

  • Fondazione Francesco Terrone – Intesa con Assadakah e contributo per NNA Beirut

    Roma – L’Associazione Italo-Araba Assadakah, rappresentata dal responsabile Relazioni Internazionali, Talal Khrais, e la Fondazione “Francesco Terrone di Ripacandida e Ginestra“, rappresentata dal presidente, Francesco Terrone, hanno concluso un protocollo di Intesa per iniziative comuni e promozione di scambi culturali ed economici fra l’Italia, Paesi arabi e del Mediterraneo. Lo stesso Francesco Terrone ha commentato l’accordo e ha confermato la donazione di un contributo per le riparazioni dei gravi danni causati alla sede della Agenzia Nazionale Informazione dalla terribile esplosione del 4 agosto 2020, e per Beirut, che sta ancora scontando le conseguenze dell’incidente.

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