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Immagine del redattoreLetizia Leonardi

Yerevan - Unanime condanna per gli attacchi azeri all'Armenia




Letizia Leonardi (Assadakah Yerevan News) - Proseguono gli attacchi dell'esercito azero in Armenia, uno Stato Sovrano e membro del Consiglio Europeo. Anche alle 8.00 di oggi c'è stata una nuova aggressione da parte dell'Azerbaijan contro il popolo pacifico della piccola Repubblica caucasica che da anni è costretta a subire la violenza del governo di Baku e le menzogne di parte azera che inverte i ruoli e continua a diffondere fake news su chi attacca per primo. Gli azeri puntano il dito sugli armeni ma Yerevan non ha mai avuto alcun interesse a iniziare un conflitto. Oltretutto ci sono diversi video che rappresentano, fuori da ogni possibile dubbio, la prova dell'invasione azera in territorio armeno. Nei filmati e nelle immagini vengono mostrate case di civili armeni distrutte o colpite dal fuoco dell’artiglieria azera, droni turchi in dotazione all’esercito di Baku che colpiscono obiettivi militari armeni. Si sa benissimo che l'Azerbaijan, in confronto all'Armenia, è ben armata e ben appoggiata da Turchia e Israele. Gli azeri dall'Artsakh (Nagorno Karabakh) ora sono arrivati in Armenia. Una situazione molto tesa e preoccupante. Baku sta utilizzando droni di ultima generazione, artiglieria, mortaio e armi da fuoco di grosso calibro nelle direzioni di Jermuk e Shorzha. Le Forze Armate della Repubblica di Armenia si stanno difendendo ma si contano già parecchie vittime tra i soldati e tra i civili. ll governatore di Gegharkunik ha già comunicato che ci sono 80 feriti, tra questi anche civili. La Comunità Internazionale, chiamata in causa dal Ministero degli Esteri di Yerevan, è stata già allertata e informata sulla situazione ma, nonostante tutto, la leadership politico-militare dell'Azerbaijan continua imperterrita con i suoi atti di aggressione contro il territorio sovrano della Repubblica di Armenia, colpendo infrastrutture militari e civili.

Diversi edifici residenziali e istituzionali sono stati bruciati. I bombardamenti in direzione di Nerkin-Hand, Verin-Shorzha, Artanish e Sotk attualmente sono diminuiti ma non è il caso di abbassare la guardia. Il Consiglio di Sicurezza Collettiva ha tenuto, in video conferenza, una riunione straordinaria sotto la presidenza del primo ministro armeno Nikol Pashinyan per discutere della situazione al confine armeno-azero. È stato deciso di inviare il Segretario Generale dell'organizzazione al confine tra Armenia e Azerbaijan e creare un gruppo di lavoro per analizzare la situazione. Intanto il presidente turco Erdogan ha assicurato a Baku il suo sostegno.

Su iniziativa della Francia invece, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU esaminerà con urgenza la situazione in Armenia, mentre il Segretario di Stato Americano Blinken ha inviato direttamente all'Azerbaijan un messaggio di richiesta a cessare le ostilità in Armenia. Ha inoltre parlato, sia con il premier armeno Pashinyan che con il presidente azero Aliyev.

Si è riunito anche il Consiglio Permanente della Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) e quello dell'Osce. Il portavoce del CSTO, Vladimir Zainetdinov, ha dichiarato che sono contrari all’uso della forza militare ai confini armeno-azerbaijani e ha sottolineato che il CSTO prenderà in considerazione solo metodi politici e diplomatici per risolvere le controversie tra Baku e Yerevan. Visto che l'Azerbaijan della Firma del Trattato di pace del 9 novembre 2020 ne ha fatto carta straccia, la decisione del Consiglio appare inopportuna.

Marina Kaljurand, membro del Parlamento europeo e presidente della Delegazione per le relazioni con il Caucaso meridionale, ha condannato “l’attacco militare su larga scala della scorsa notte dell’Azerbaijan contro molteplici obiettivi nel territorio della Repubblica dell’Armenia. Questa recente aggressione non provocata e ingiustificata contro il territorio sovrano dell’Armenia è l’ennesima violazione flagrante da parte dell’Azerbaijan della Carta delle Nazioni Unite, dell’Atto finale di Helsinki e della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020.”

Il Parlamento Europeo ha votato una mozione di condanna chiedendo sanzioni per l'Azerbaijan. Questa vergognosa aggressione militare dell’Azerbaijan all’Armenia, Stato sovrano riconosciuto a livello internazionale, preoccupa l’Unione Europea perché rischia di estendere il conflitto in tutta la regione caucasica destabilizzando, non solo lo scacchiere geopolitico, ma anche ulteriormente la sicurezza energentica europea. Questo l'Azerbaijan lo sa e sta facendo un pericoloso gioco d'azzardo. Ieri, durante la sessione del Parlamento Europeo, il deputato francese François-Xavier Bellamy ha dichiarato che “niente può giustificare l’aggressione criminale dell’Azerbaigian contro l’Armenia. Se agiamo ora, possiamo fermare questa guerra. Lo dobbiamo alla sicurezza dell’Europa, e soprattutto al popolo armeno” e ha accusato il Governo azero di aver violato negli ultimi due anni le regole del diritto internazionale e, grazie al supporto della Turchia, di aver attaccato l'Artsakh (Nagorno Karabakh) nel 2020. Speriamo che arrivi forte e chiara la condanna del mondo intero. Al momento in Artsakh non sono segnalate particolari criticità lungo la linea di contatto ma il Ministero della Difesa di Stepanakert teme che l'Azerbaijan stia preparando il terreno per una nuova azione bellica. Il Ministero degli Affari Esteri dell'Artsakh condanna fermamente le azioni aggressive azere definendole una vivida manifestazione dell'odio armeno e della politica genocidaria. Si tratta di una grave violazione del diritto e delle norme internazionali. Sempre il Ministero invita la Comunità Internazionale a condannare rigorosamente le azioni aggressive dell'Azerbaijan, astenendosi da appelli e valutazioni amorfi e senza indirizzo, e ad adottare misure appropriate contro l'aggressore.

Il social network TikTok, in Armenia, è stato bloccato a tempo indeterminato per motivi di sicurezza.



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