Letizia Leonardi (Assadakah News) - Il genocidio del popolo armeno del 1915 avvenuto nel territorio dell'Impero Ottomano, ad opera dei Giovani Turchi, non è stata l'unica tragedia subita dal questa antichissima etnia. A precedere quello che gli armeni chiamano il Metz Yeghérn ci sono stati altri atroci massacri come quelli ordinati dal sultano Abdul Hamid II e iniziati nel 1894. Tra il 1984 e il 1987 infatti sono stati uccisi 300 mila armeni. In questi giorni, nel corso del suo viaggio in Armenia, l'Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Armenia in Italia, Tsovinar Hambardzumyan, ha consegnato a Edita Gzoyan, direttrice del Museo del Genocidio Armeno, che si trova alla Collina delle Rondini a Yerevan, documenti d'archivio appena scoperti. Si tratta di informazioni dettagliate sulla persecuzione e sui massacri di armeni e altri cristiani nell'Impero ottomano alla fine del XIX secolo. La maggior parte di essi sono originali e raccontano dettagliatamente ciò che è accaduto in quel tragico periodo.
L'ambasciatore Hambardzumyan e la direttrice del Museo Edita Gzoyan hanno visionato insieme gli importanti documenti d'archivio e discusso sul contenuto. La direttrice Gzoyan ha annunciato che tali documenti saranno pubblicati in collaborazione con un altro ricercatore italiano. Già un'altra volta l'Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia, Tsovinar Hambardzumyan, ha donato materiali d'archivio al Museo del Genocidio di Yerevan.
"Cogliendo questa opportunità - ha dichiarato Gzoyan - vorrei ringraziare il nostro Ambasciatore che rappresenta l'Armenia in Italia, che tiene sotto particolare attenzione sia il nostro museo-istituto sia questi materiali relativi al genocidio armeno. È la seconda volta che riceviamo una donazione così grande e importante da lei". L'ambasciatore Tsovinar Hambardzumyan ha spiegato che avevA appena iniziato la sua missione diplomatica in Italia quando il nostro grande giornalista libanese Talal Khrais, grande amico dell'Armenia e del popolo armeno, è andato da lei per consegnarle una preziosa documentazione d'archivio. Talal Khrais, oltre a essere stato inviato di guerra, è attualmente rappresentante dell'Agenzia nazionale libanese con sede a Roma. È anche il segretario dell'associazione arabo-italiana "Assadakah".
Talal Khrais è residente a Oriolo Romano, una cittadina del Lazio. "Un muratore di nome Salvatore Gargano - ha raccontato S. E. Hambardzumyan - originario di quella cittadina, ha scoperto una borsa all'interno del muro di un monastero che stava ristrutturando, che conteneva questi documenti. Appartenevano al sacerdote francescano, Padre Salvatore Lilli. Padre Salvatore era stato inviato in Asia Minore alla fine del XIX secolo e si trovava nell'Impero Ottomano, nella città di Marash, dove fu testimone dei pogrom armeni. Il religioso ha lasciato numerose testimonianze interessanti sulle persecuzioni e i massacri degli armeni e dei cristiani avvenuti durante il regno del sultano Abdul Hamid dell'Impero Ottomano nel 1894-1895".
Padre Salvatore fu martirizzato nel 1895, insieme ad altri sette monaci armeni che non hanno voluto abbandonare la loro fede e convertirsi all'islamismo.
Shushan Khachatryan, ricercatore presso il Museo del Genocidio Armeno, ha dichiarato che i documenti appena scoperti dovrebbero essere studiati in dettaglio perché sono di grande importanza e contengono informazioni significative sui pogrom hamidiani.
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