Letizia Leonardi (Assadakah News) - Con un accorato e breve messaggio, la figlia Gohar, ha dato la triste notizia della morte, avvenuta oggi, della madre Anahit, figlia secondogenita di uno dei più grandi scrittori dell'Armenia Sovietica: Yeghishe Charents. Aveva 89 anni.
Anahit Charents ha avuto un'infanzia non certo felice. Aveva solo due anni quando il padre è stato arrestato su ordine del regime di Stalin con l'accusa di essere un nazionalista. Pochi mesi dopo anche la madre Isabella è stata incarcerata per non aver denunciato il marito al regime. La sorella maggiore Arphenik invece aveva solo 5 anni. Le bambine furono inizialmente prese in custodia dall'amica più cara dei conuigi Charents: Regina Ghazarian. Rimasero con lei per circa un anno finché, per continuare i suoi studi, Regina dovette partire per Mosca. La ragazza si è rivolta alla madre di Isabella, Anna Kodabashyan per prendersi cura delle piccole. Essendo tempi molto difficili, inizialmente la donna ebbe qualche perplessità ma, essendo una madre e una nonna buona e premurosa, accettò ma le estreme condizioni di indigenza la costrinsero ad affidare la nipotina più grande all’orfanotrofio di Qanaqer, dove stette dal 1945 al 1950. Le due figlie del grande poeta sono cresciute dunque senza sapere niente dei loro genitori. Non conoscevano nulla del loro padre, vittima delle purghe staliniane e ucciso nel 1937, e non ricordavano niente anche della madre inviata in esilio in Kazakistan. Solo molti anni dopo, leggendo le opere di Charents, hanno fatto conoscenza con il poeta. Dopo la morte di Stalin, Anahit Charents, critica letteraria e dottoressa in scienze filologiche, studiò le opere di Yeghishe Charents e fu l'unica a riuscire a capire la calligrafia del padre nei manoscritti, salvati dalla distruzione del regime sovietico, grazie al coraggio dell'amica Regina che li ha tenuti sotterrati per 17 lunghi anni.
Anahit Charents nel 1978 ha pubblicato l'opera "Nel mondo dei manoscritti di Charents", nel 1983, il libro "Opere insolite e non raccolte". Insieme a sua sorella Arpenik, Anahit diede un grande contributo alla fondazione della Casa-Museo di Charents
La figlia maggiore Arphenik, si era laureata in lingue e letteratura straniera all’Università Statale di Yerevan. Anche lei scrittrice e letterata, nata il 25 luglio del 1932 a Yerevan, è morta il 12 febbraio del 2008, all’età di 76 anni, dopo una lunga malattia. È stata anche lei parte attiva per la realizzazione della Casa Museo di Yeghishe Charents e ha cercato di diffondere, in tutta l’Armenia insieme alla sorella Anahit, l’attività letteraria del padre.
Già da tempo, a prendere il testimone, è stata la nipote Gohar, figlia di Anahit. Nella prima e finora unica biografia in lingua italiana del grande scrittore "Yeghishe Charents - Vita inquieta di un poeta", pubblicato dalla casa editrice Le Lettere, ci sono alcuni stralci che raccolgono alcuni toccanti momenti, relativi ad Anahit, che ci piace riportare.
Anahit Charents, il 23 maggio del 2007 tenne un discorso nel corso dell’incontro con gli studenti dell’Università Statale di Yerevan, su iniziativa del Rettore Aram Simonyan e del Centro Culturale dell’ateneo. Fu ospitata proprio nella “Sala Charents”. Con grande commozione iniziò il suo intervento dicendo che lei, figlia di uno dei più stimati e noti poeti, praticamente fino all’età di venti anni non sapeva chi fosse il suo genitore. Nessuno parlava di Yeghishe Charents. È stato il bidello della scuola, un giorno, a darle in modo furtivo dei fogli: erano le poesie di suo padre.
«Le ho imparate a memoria – spiegò Anahit – e le recitavo, di nascosto, solo al direttore e agli insegnanti. All’esame di ammissione all’università, i membri della commissione, dopo aver
letto il mio cognome, sorpresi, scossero la testa, mi osservarono e mi misero il voto più alto: eccellente. Questo approccio da parte delle persone mi ha convinta che Charents vivrà sempre in tutti, proprio tutti».
La figlia più piccola del grande poeta ha dovuto vivere suo padre senza vederlo, toccarlo, crescergli accanto. È stata privata di entrambi i suoi genitori quando aveva solo due anni.
«Sono stata una lettrice come tutti gli altri – ha ricordato – che aveva bisogno del supporto dei contemporanei di mio padre per immaginare come lui aveva vissuto e creato. Sfortunatamente, lui e altri intellettuali e nazionalisti furono dichiarati nemici del popolo in quegli anni, e nessuno aveva il diritto di parlare di loro, di leggere i loro libri. I giovani armeni non è che non leggano o non conoscano Charents, ma non sanno che cos’è successo nel 1937. Gli intellettuali armeni furono decapitati nel 1915 e nel 1937. Charents, a 39 anni, fu arrestato e diversi mesi dopo fu imprigionata anche mia madre».
Anahit ricordò anche i suoi anni scolastici, quando Charents non era ancora stato riabilitato. Nel 1945 le sue opere erano ancora proibite. A scuola l’insegnante aveva detto alla bambina, inconsapevole di avere un padre tanto amato dal suo popolo, di imparare il poema "Della mia dolce Armenia"
«Il direttore – ha spiegato Anahit – spesso mi portava nel suo ufficio e mi faceva recitare la poesia. Circa cinque o sei docenti si riunivano per ascoltarmi, lasciando fuori, dietro la porta l’insegnante di scultura. All’inizio pensavo che stesse di guardia affinché nessuno mi interrompesse. Anni dopo capii che lui controllava che nessuno sapesse che mi stavano ascoltando. Che stavano ascoltando la poesia di mio padre. Restava fuori in modo che nessuno potesse entrare e scoprire quella cosa “proibita”. Quando iniziavo a recitare la poesia notavo che tutti piangevano. Solo anni dopo capii il perché».
Nella memoria di Anahit affiorava anche un altro episodio della sua triste infanzia. Aveva 5 anni. Sul palcoscenico, in occasione di una recita scolastica, aveva interpretato la poesia di Zaryan "Stalin". Tutta la gente in sala si commosse per il fatto che la piccola stesse recitando le lodi di un dittatore che aveva ucciso e rovinato non solo la vita dei suoi genitori ma quella di molte eminenti famiglie del popolo armeno.
Nel 2022, in occasione della cerimonia per il 125° anniversario della nascita del poeta Yeghishe Charents, svoltasi nella sua Casa Museo in via Mashtots a Yerevan, il Primo Ministro Nikol Pashinian ha insignito Anahit Charents della Medaglia di Gratitudine per il suo contributo alla conservazione del patrimonio culturale armeno e per la sua instancabile attività.
Oggi Anahit ha raggiunto in cielo i suoi genitori e la sua sorella più grande.
Anche lo staff della Casa-Museo Yeghishe Charents ha espresso le sue condoglianze alla famiglia Charents, ai parenti e al pubblico amante di Charents per la grande perdita. Tutti noi di Assadakah ci uniamo al dolore e porgiamo alla figlia Gohar e a tutta la famiglia le nostre più sentite condoglianze.
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