Assadakah Roma- Patrizia Ricci - Lo Yemen è uno Stato all'estremità meridionale della Penisola araba; la repubblica, oltre al territorio continentale, comprende l'arcipelago di Socotra, composto da quattro isole di cui uqur-Hānīsh nell'Oceano Indiano, e gli arcipelaghi di Perim, Kamaran e nel Mar Rosso. Dal punto di vista geografico, si può dividere in quattro regioni principali: le pianure costiere a occidente, gli altopiani occidentali, quelli centrali e il deserto del Rub ’ al-Kali ad est. Confina a nord con l'Arabia Saudita, a est con l'Oman, a ovest con il mar Rosso, a sud con il golfo di Aden. La sua capitale è San'a.
La lingua nazionale è l'arabo, ma la popolazione locale si diletta anche nel parlare l'inglese, conseguenza dell'antico dominio coloniale. La religione maggiormente professata è l’islam, suddiviso in sunnita shafiita e ciista zaydita, rispettivamente nello Yemen del nord e del sud. Lo Yemen è uno dei più antichi centri di civilizzazione del mondo. Fino almeno dal secondo millennio a.C. nella regione si sono insediate popolazioni che hanno sfruttato le particolari caratteristiche orogenetiche del territorio. Ricco di alture e di corsi d'acqua a carattere perenne, lo Yemen (dalla radice semitica <y-m-n>, lett. "destro" o "meridionale") ospita un tipo di vegetazione che produce sostanze particolarmente appetite dalle culture circostanti, che gli antichi Greci chiamavano “aromata” e che, sinteticamente, possiamo riferire essenzialmente all' incenso.
La capacità di influire idrograficamente sul territorio permise, fin dalle epoche più antiche, ai Sabei che colonizzarono il paese di mettere a frutto la fertilità del suolo, tanto da legittimare il detto beduino secondo cui lo Yemen è un posto in cui non sono necessarie le provviste perché la natura dà tutto.
Lo Yemen era noto agli antichi romani come Arabia Felix, per via dei suoi lucrosi traffici commerciali. Augusto provò a conquistarla, ma la spedizione fallì. Intorno al 520 fu annessa al regno etiope di Aksum e nel 570all'impero persiano dei Sasanidi.
Dal VII secolo il Paese seguì la sorte del califfato, dapprima quello omayyade e poi abbaside, pur godendo di ampi spazi di autonomia sostanziale a causa di una sempre maggiore "perifericità"; come il resto della Penisola araba, anche lo Yemen prese a muoversi nell'orbita dell'Egitto, il Paese che, con le sue coste orientali che s'affacciano sul Mar Rosso, aveva minori problemi per mantenere un accettabile interscambio con le regioni yemenite.
Dal XVI fino al XX secolo lo Yemen entrò a far parte dell'impero ottomano, che aveva conquistato l'Egitto e la Siria e che per vari motivi (strategici certamente, ma anche spirituali) volle a tutti i costi prendere il controllo della Penisola araba, pur contentandosi nei fatti di controllare le sole città costiere e che, in alcuni momenti, prese il controllo anche delle zone più meridionali.
Il Nord dello Yemen divenne indipendente dall'Impero ottomano nel 1918 e nel 1962 vi fu proclamata la Repubblica Araba dello Yemen;il 22 maggio 1990 i due Stati yemeniti si riunirono in un unico Stato, l'attuale Yemen.
Lo Yemen è uno dei membri fondatori della Lega Araba, ammessa alle Nazioni Unite nel 1947.
Il turismo ha notevolissime potenzialità di crescita soprattutto sulla costa, nelle isole (Socotra, Karaman, ‘Abd al-Kuri, Perim e le isole Hanish) e nella capitale Sana’a, grazie a un mare praticamente incontaminato, ai siti storici e archeologici e all'architettura di case, palazzi, forti, moschee e minareti.
Scriveva Pier Paolo Pasolini: «Lo Yemen, architettonicamente, è il paese più bello del mondo. Sana'a, la capitale, una Venezia selvaggia sulla polvere senza San Marco e senza la Giudecca, una città-forma, la cui bellezza non risiede nei deperibili monumenti, ma nell'incompatibile disegno... è uno dei miei sogni» (tratto da Corpi e luoghi). Rappresenta la Penisola Araba di un tempo, quella dei miti, delle leggende, ancora non contaminata dal petrolio. Con le giuste precauzione, lo Yemen è la meta perfetta per una vacanza alla scoperta dell’anima araba. Se ci chiediamo cosa vedere, merita assolutamente una visita la capitale Sana’a, il cui nome significa forza, vigore. Apparentemente polverosa e disordinata, Sana’a nasconde un’anima antica. Secondo la tradizione yemenita, la città è stata fondata da Sem, figlio di Noè. Nel VI secolo d.C. fu eletta capitale della grande dinastia himyarita. Nel VII arrivò l’Islam che modificò sensibilmente il suo profilo con moschee e minareti. La visita della città non può non partire dai grattacieli di San’a antica. Una città sospesa nel tempo con le sue case a torre. Usciti da lì, ci si può fermare in una delle caffetterie e assaggiare caffè turco accompagnato con pane e miele yemenita. Una volta rifocillati, si può fare un salto al National Museum, uno dei più grandi musei della penisola arabica.
A una quindicina di chilometri dalla capitale c’è il Dar al-Hajar, il palazzo sulla roccia. Famoso per la sua posizione spettacolare su una guglia rocciosa, questo palazzo a cinque piani fu costruito nel 1786. Dai suoi balconi, una vista spettacolare lascia letteralmente senza fiato. Da non perdere l’occasione di acquistare qualcosa in un mercato yemenita (magari di venerdì, quando è più fornito e affollato). Colorati, animati, profumati e rumorosi, si può trovare davvero di tutto.
Molto interessante è anche Shisara, roccaforte della resistenza contro gli Ottomani. Per raggiungerla occorre scalare una montagna di 2600 metri, fatica ripagata dal panorama che si può godere dal villaggio. A Marib si trovano poi i templi caratteristici: Arsh Bilqus dedicato alla luna e Mahram Bliqis, dedicato al sole. C’è poi Shibam, la Manhattan del deserto, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. È uno dei mercati più importanti della regione e le sue rovine sono a dir poco spettacolari.
Per gli amanti del relax sotto l’ombrellone lo Yemen offre delle coste invidiabili. Una menzione per l’isola di Socotra, paradiso terrestre a circa 500 km dalla terraferma. La natura è ancora incontaminata e il mare mozzafiato. Socotra è situata in un arcipelago di 4 isole, bagnata dall’Oceano Indiano nel 2008 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Sull’isola si concentrano gli interessi di molti naturalisti e studiosi: è in corso un progetto delle Nazioni Unite (UNP: United Nation Offices for Project Service) per fare di Socotra un Parco Naturale protetto. Ma c’è molto altro da fare: si possono visitare le grotte di Ghar Dijab, fare un’escursione sul Dixam Plateau o al belvedere di Shebahon, ma anche una giornata diversa ai laghi d’acqua dolce, insomma, la noia è bandita.
La cucina yemenita è molto diversa dalla cucina del Medio Oriente e si differenzia leggermente da regione a regione. Il pollo e l'agnello sono mangiati molto più spesso del manzo, che è costoso. Il pesce è mangiato soprattutto nelle zone costiere. Formaggio, burro e altri prodotti lattiero-caseari sono meno comuni nella dieta yemenita. Il burro, tuttavia, è usato quasi quotidianamente in alcuni villaggi dove è più disponibile. I grassi più comunemente utilizzati sono l'olio vegetale e il burro chiarificato, che viene usato nei piatti salati e in pasticceria. Anche se ogni regione ha la sua variante, il salta è considerato il piatto nazionale. È uno stufato di carne chiamato maraq, con un ciuffo di fieno greco e sahawiq o sahowqa (una miscela di peperoncino, pomodori, aglio, ed erbe in una salsa). Riso, patate, uova strapazzate e verdure vengono aggiunte nel salta. Si mangia tradizionalmente con il pane yemenita, che è utilizzato come un utensile per raccogliere il cibo.
Lo shakshuka è un piatto popolare nello Yemen: è fatto con uova, carne, pomodori, peperoni, cipolle e spezie (tra cui spesso cumino, curcuma e peperoncino), e di solito è servito con pane yemenita o il pane bianco utilizzato come un utensile. Altri piatti popolari includono: asid, fahsa, tharid, Samak mofa, mandi, biryani, fattah, shafut e fatut.
Tè al latte (dopo il qat), tè nero (con cardamomo, chiodi di garofano, o menta), qishr (bucce di caffè), qahwa (caffè), karkadin (un infuso di fiori di ibisco essiccati), Naqe'e al-zabib (bevanda fredda), e diba'a (nettare di zucca) sono bevande popolari provenienti da tutto lo Yemen. Il mango e il succo di guava sono anche popolari.
Maluga e laxux sono i tipi più comuni di pane nello Yemen. Maluga si mangia con piatti a base di fagioli, come medames ful (simile al riso e fagioli). Laxux si mangia con curry, stufati, e minestre yemeniti, così come i piatti di riso. La cultura dello Yemen ha una tradizione antica, influenzata dall'Islam. Grazie alla sua posizione geografica unica, lo Yemen ha acquisito una cultura molto particolare; la letteratura in Yemen comprende sia la letteratura popolare che le canzoni tradizionali, le storie orali e la poesia, sia le opere di scrittori moderni di poesia, narrativa, saggistica e teatro. Secondo Mark Wagner, un accademico di letteratura araba, "gli autori yemeniti nel corso degli anni hanno affrontato una serie di temi, tra cui emigrazione, esilio, razzismo, relazioni ebraico-musulmane e pluralismo culturale". Oltre al gran numero di opere ispirate alla letteratura orale o scritta islamica, c'era una distinta tradizione ebraica yemenita di poesia e prosa fino all'esodo degli ebrei yemeniti intorno al 1950. L’Unesco ha proclamato la tradizione dei canti poetici a Sana'a, chiamata al-Ghina al-San'ani, un capolavoro del Patrimonio orale ed immateriale dell’umanità il 7 novembre 2003.
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