Assadakah News Agency - I negoziati di pace avviati per porre fine alla guerra nello Yemen sono "un passo nella direzione giusta". Così ha dichiarato un portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, commentando i colloqui che sono iniziati domenica scorsa a Sana'a tra esponenti del governo dell'Arabia Saudita e rappresentanti degli Houthi, il gruppo ribelle che rivendica il governo del Paese.
I negoziati, che puntano a un cessate il fuoco dopo otto anni di guerra, avvengono grazie alla mediazione dell'Oman, che parallelamente lavora con l'inviato speciale dell'Onu per lo Yemen Hans Grundberg "per esplorare opzioni da estendere e rafforzare" la tregua di sei mesi che si è conclusa nell'ottobre scorso, come ha confermato Dujarric.
Al momento nessuno ha rilasciato commenti sull'incontro ma, stando a quanto riporta la stampa internazionale, è circolata una foto che mostrerebbe il leader degli Houthi, Mohammed Ali Al-Houthi. mentre stringe la mano ai delegati sauditi. Ciò dimostrerebbe la buona volontà delle parti di raggiungere un'intesa, che potrebbe arrivare entro la fine del mese. In Yemen nel 2014 è scoppiata una guerra civile tra esercito e sostenitori dell'ex presidente Ali Abdullah Saleh. In particolare, gli Houthi hanno preso il controllo della zona settentrionale fino a raggiungere nel 2015 la capitale Sana'a, e costringendo il presidente 'Abd Rabbih Mansur Hadi ad andare in esilio all'estero. Ciò ha causato, nel marzo di quell'anno, l'intervento armato dell'Arabia Saudita che, guidando una coalizione di numerosi stati, ha cercato di ripristinare il governo di Hadi e scacciare gli Houthi, accusati di essere sostenuti direttamente dall'Iran e quindi di favorire l'espansione dell'influenza di Teheran nel Golfo. Il conflitto ha fatto collassare l'economia del Paese, con un impatto devastante sulla vita della popolazione: sui 29 milioni di abitanti, circa il 75% ha bisogno di aiuti umanitari mentre oltre la metà vive al di sotto della soglia di povertà, secondo dati delle Nazioni Unite.
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