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Immagine del redattorePatrizia Boi

Yemen - Sana’a, l’Antica Gemma Scolpita nella Pietra

Aggiornamento: 2 giorni fa

Sana’a, capitale dello Yemen, la Perla d'Arabia, scolpita nella pietra - Foto di Sergio Pessolano

Patrizia Boi (Assadakah News) - Avvolta nel respiro secolare delle sue montagne e incastonata nell’altopiano yemenita, Sana’a è una città che sembra appartenere al regno dei sogni. Le sue mura di terra cotta e i suoi minareti slanciati si innalzano verso il cielo come canti silenziosi, e ogni pietra racconta una storia che risale alla notte dei tempi. È una città che non si visita, ma si vive con l’anima, lasciandosi trasportare dal fascino senza tempo di una bellezza ineguagliabile. Sana’a è una sinfonia di architettura e storia che risuona attraverso i secoli. Capitale dello Yemen unificato dal 1990, questa città millenaria affascina con le sue mura possenti e i suoi palazzi che sembrano emergere dal deserto come antichi miraggi di pietra e mattoni.


Sana’a si distingue per le sue costruzioni verticali e slanciate, i celebri palazzi yemeniti a più piani, costruiti principalmente con mattoni di fango, una tecnica antica che mescola argilla, paglia e acqua. Le facciate sono ornate da elaborati motivi geometrici in gesso bianco che contrastano splendidamente con le tonalità ocra dei mattoni. Questi dettagli decorativi non sono semplici ornamenti: raccontano la storia di una civiltà che ha saputo trasformare la necessità in arte.


I palazzi yemeniti di Sana’a sono la quintessenza dell’arte dell’equilibrio tra uomo e natura. Costruiti principalmente con mattoni di fango essiccato al sole, chiamati libn, questi edifici incarnano una tradizione millenaria che sfrutta i materiali locali per creare abitazioni funzionali e allo stesso tempo straordinariamente belle. Le finestre, incorniciate da eleganti decorazioni in gesso bianco, sembrano occhi aperti sul passato, mentre i dettagli geometrici e floreali che adornano le facciate narrano antiche leggende. I tetti piatti sono spesso arricchiti da giardini pensili o spazi comuni, dove la vita quotidiana si mescola alla contemplazione del panorama circostante.

Sana’a, con i suoi palazzi di Fango e Gesso, un'Architettura che sfida l'effimero - Foto di Sergio Pessolano

Ogni edificio, alto e stretto, si sviluppa verticalmente come un simbolo di sfida contro la gravità. Le case, spesso a più di sei piani, ospitano al piano inferiore i negozi, mentre i piani superiori sono dedicati alla vita familiare, culminando nella mafraj, una stanza panoramica dove si accolgono gli ospiti e si gode della vista sulle montagne che abbracciano la città. Qui, la luce filtra attraverso le finestre in alabastro e i vetri colorati, creando giochi di luce che trasformano gli interni in veri e propri rifugi spirituali.


Divisa in tre quartieri distinti – arabo, turco ed ebraicoSana’a testimonia l’incontro di culture diverse, mostrando la Triplice Anima della Città. Ciascun quartiere porta con sé un’identità unica, visibile nelle moschee, nei suq e nelle abitazioni dalle finestre intarsiate, chiamate qanadils, attraverso le quali filtra una luce soffusa che illumina l’interno delle case come uno scrigno prezioso.

Sana’a è un labirinto di mercati dove ogni angolo è dedicato a spezie, tessuti, gioielli, ceramiche - Foto di Sergio Pessolano

Il cuore pulsante di Sana’a è il Sūq al-Milḥ, un labirinto di mercati dove ogni angolo è dedicato a un prodotto specifico: dalle spezie ai tessuti, dai gioielli alle ceramiche. Passeggiando per queste strade, si percepisce il battito del tempo, un ritmo antico che continua a scandire la vita quotidiana della città. 

Scene di vita Yemenita nella Capitale - Foto di Sergio Pessolano


Nella città vecchia, il Sūq al-Milḥ rappresenta un caleidoscopio di colori, profumi e suoni. Ogni vicolo si snoda come un labirinto, portando i visitatori attraverso botteghe dove il tempo sembra essersi cristallizzato. Qui, l’artigianato è un’arte sacra: tessuti ricamati a mano, gioielli in argento, spezie dai profumi inebrianti e ceramiche decorate raccontano la storia di un popolo che vive in simbiosi con le sue tradizioni. È un luogo dove ogni angolo è un inno alla vita, e ogni acquisto diventa un frammento di storia da portare con sé.


A circa 15 km da Sana’a, il cuore della fertile valle di Wadi Dhahr emerge come un’oasi verde tra le asperità del paesaggio desertico. Qui, il tempo sembra essersi fermato, e il canto degli uccelli si mescola al fruscio degli alberi di qat e frutti mediterranei. Nel cuore della valle, il Dar al-Hajar si erge come un guardiano silenzioso. Questo straordinario palazzo, costruito direttamente su una roccia monolitica, è l’emblema dell’abilità architettonica yemenita.

Un palazzo costruito direttamente sulla roccia monolitica - Il Dar al-Hajar - Foto di Sergio Pessolano

La leggenda vuole che il palazzo, risalente all’epoca pre-islamica, sia stato ricostruito più volte, l’ultima delle quali negli anni ’30 per volere dell’Imam Yahya. Le sue mura sembrano fondersi con la roccia sottostante, sfidan dola gravità, unendo elementi naturali e architettonici in un equilibrio perfetto, in un’armonia quasi mistica. All’interno, i corridoi stretti e le stanze luminose riflettono una funzionalità studiata nei minimi dettagli. I sette piani del palazzo, ciascuno con una funzione specifica, riflettono un’attenzione meticolosa ai dettagli climatici e astrologici. Pozzi profondi, balconi nascosti e scale scolpite nella roccia raccontano di una sofisticata ingegneria antica. Un pozzo di 180 metri garantiva acqua fresca ai residenti, mentre le scale scolpite nella pietra collegano le varie sezioni, dalle grotte sotterranee agli appartamenti del sultano. Il mafraj, al settimo piano, offre una vista mozzafiato sulla valle, trasformando ogni tramonto in un dipinto vivente.


Quando Pier Paolo Pasolini arrivò a Sana’a nel 1970, ne rimase profondamente colpito. Le sue immagini di questa città antica, racchiuse nel documentario Le mura di Sana’a, furono un appello accorato alla comunità internazionale per preservare questa meraviglia. Grazie al suo intervento, nel 1986 l’UNESCO riconobbe la città vecchia di Sana’a come Patrimonio dell’Umanità, un gesto che ha garantito la sopravvivenza di questo gioiello per le generazioni future e un riconoscimento che ne consacra l’importanza storica e culturale.


Le tradizioni culturali di Sana'a, riflettono una storia millenaria intrecciata con influenze arabe, islamiche e tribali che hanno plasmato la vita quotidiana, le celebrazioni e l'artigianato della città.

Una donna tra le strade della città - Foto di Sergio Pessolano

Le celebrazioni islamiche, come l'Eid al-Fitr (fine del Ramadan) e l'Eid al-Adha (Festa del Sacrificio), sono centrali nella vita culturale. Durante queste festività, le famiglie si riuniscono per pregare, condividere pasti abbondanti e scambiare doni. La recitazione del Corano e i canti religiosi sono accompagnati da elaborate preparazioni culinarie.


I matrimoni a Sana’a sono celebrazioni che combinano elementi religiosi e tribali. Le cerimonie durano spesso più giorni e includono canti, danze tradizionali come lo al-Bara’, e l'uso di vestiti tradizionali riccamente decorati. Le spose indossano spesso abiti colorati, ornamenti in argento e henné sulle mani, simbolo di bellezza e benedizione.


Il qat, una pianta dalle foglie masticabili con leggere proprietà stimolanti, è un pilastro della vita sociale a Sana’a. La masticazione del qat è un rito quotidiano in molti contesti, da incontri informali tra amici a discussioni politiche. Questi momenti sono considerati essenziali per la socializzazione e la riflessione collettiva.


L’artigianato è profondamente radicato nella cultura locale, con tradizioni che includono la lavorazione dell'argento, la tessitura, e la produzione di pugnali jambiya, simboli di status e identità. I vetri colorati, le porte intagliate e i soffitti decorati a mano testimoniano una maestria che si manifesta anche nell’architettura residenziale e religiosa.

Scene di vita yemenita - Foto di Sergio Pessolano


La poesia è una parte fondamentale della cultura yemenita. A Sana’a, la tradizione orale è ancora viva, e i poeti locali spesso declamano versi durante le cerimonie. La musica accompagna la poesia in molte occasioni, usando strumenti tradizionali come il oud (liuto) e il mizmār (flauto).


La cucina tradizionale di Sana’a si basa su ingredienti locali e tecniche antiche. Piatti come il saltah, uno stufato speziato con carne e verdure, e il bint al-sahn, un dolce a base di miele e burro, sono esempi di come la cucina yemenita riflette una fusione di sapori e tradizioni.

La cultura di Sana’a, con le sue radici profonde e le sue espressioni vibranti, è un patrimonio vivente che continua a prosperare, nonostante le sfide del presente, offrendo al mondo un esempio di resilienza e bellezza senza tempo.



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