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Yemen - Paese ricco di storia, cultura e bellezze naturali

Aggiornamento: 6 giorni fa

Sana’a, città sospesa tra cielo e terra - Sana’a, la capitale dello Yemen - Foto di Sergio Pessolano
Sana’a, città sospesa tra cielo e terra - Sana’a, la capitale dello Yemen - Foto di Sergio Pessolano

Patrizia Boi (Assadakah News) - Lo Yemen, situato all'estremità meridionale della penisola arabica, è un paese affascinante e complesso, caratterizzato da una storia millenaria, una cultura vibrante e paesaggi mozzafiato. Nonostante le sfide attuali, lo Yemen rimane una terra di grande importanza strategica e culturale, con un patrimonio unico che merita di essere conosciuto e valorizzato.


Sana’a, città sospesa tra cielo e terra

Sana’a, la capitale dello Yemen - Foto di Sergio Pessolano
Sana’a, la capitale dello Yemen - Foto di Sergio Pessolano

Sana’a, avvolta dall’imponente abbraccio del Jebel Nugum, si staglia come un gioiello incastonato nel punto più stretto di un vasto altopiano montuoso, a 2.286 metri di altezza, dove il cielo sembra sfiorare la terra. La sua origine vulcanica e le generose piogge hanno reso questa terra fertile, donandole un clima temperato che accarezza le stagioni, interrotto solo da leggere gelate nelle silenziose ore notturne dell’inverno. Si narra che Sana’a sia nata dalle mani di Sem, figlio di Noè, e da allora ha custodito storie millenarie.


Fin dall’alba dei tempi, Sana’a è stata un faro di civiltà, un crocevia di tribù e un mercato pulsante, cuore commerciale di una regione ricca di scambi. Sorge all’incrocio di due antiche rotte carovaniere: una che collega le verdi pianure dell’altopiano, l’altra che unisce Marib al Mar Rosso. Il suo nome, forse, evoca un passato di fortezze imponenti, come il Qasr as-Silha, ricostruito con l’avvento dell’Islam, le cui mura ancora oggi resistono al tempo, testimoni silenziosi di epoche lontane.


Nella Città Vecchia, un labirinto di 14.000 case-torre si innalza verso il cielo, alcune sfiorando i nove piani, come sentinelle di pietra e fango. Queste torri, un tempo legate alla terra e ai suoi frutti, raccontano di un popolo che ha saputo plasmare lo spazio con maestria, tramandando di generazione in generazione un’arte costruttiva che gioca con la luce e l’ombra. A differenza delle case arabe che si chiudono in cortili nascosti, quelle di Sana’a si aprono verso le strade, come a condividere con il mondo la loro anima vibrante.


Sana’a è una città che incanta: visitatori di ogni epoca, arabi ed europei, sono rimasti estasiati dalle sue mura possenti, dalla sua architettura che sfida il tempo, dai suoi giardini rigogliosi e dalla sua vita brulicante. Nel XII secolo, il geografo arabo al-Idrisi la descrisse come:


«abbondante di cose buone, piena di edifici… la più antica, la più grande e la più popolosa città dello Yemen».


E forse avrebbe potuto aggiungere: dell’intera Arabia. Un luogo dove il clima è sempre gentile, il terreno generoso, e il caldo e il freddo si bilanciano in un’armonia perfetta.

Strade e paesaggi di Sana'a - Foto di Sergio Pessolano


Sana’a è una creazione medievale che respira ancora oggi: molte delle sue case, soprattutto nei piani inferiori, portano i segni di secoli lontani, prima ancora del XIX secolo. La città si organizza attorno a mura maestose, un mercato vivace e rumoroso, una Grande Moschea che accoglie i fedeli nel giorno sacro del venerdì, e un palazzo del sovrano, ormai scomparso, che un tempo ospitava uffici, saloni di ricevimento, bagni e giardini rigogliosi, animati dal canto delle fontane.


Passeggiare per la Città Vecchia è un’esperienza che tocca l’anima: ogni vicolo, ogni porta, ogni finestra racconta una storia. È come camminare in un sogno, dove il passato e il presente si fondono, e il tempo sembra fermarsi, sospeso tra cielo e terra perché Sana’a è un’emozione, un canto antico che risuona nel cuore di chi la visita.


Aden, un sogno tra mare e storia

Aden - Dal sito dell'Ambasciata yemenita a Roma
Aden - Dal sito dell'Ambasciata yemenita a Roma

Aden, incantevole perla affacciata sul mare, è una delle città costiere più belle dello Yemen. Le sue spiagge dorate, gli edifici antichi che raccontano storie millenarie, i castelli imponenti e i souk brulicanti di vita la rendono un luogo magico, dove il passato e il presente si fondono in un abbraccio indissolubile. Capitale economica del paese, sorge 170 chilometri a est di Bab-el-Mandeb, come un faro che illumina il cammino tra Oriente e Occidente.


Il porto, cuore pulsante di Aden, giace nel cratere di un vulcano spento, che oggi disegna una penisola unita alla terraferma da un esile istmo. Questo porto naturale, noto come Front Bay, fu solcato per la prima volta dalle navi dell'antico Regno di Awsan, tra il V e il VII secolo a.C. Oggi, il porto moderno si estende dall'altro lato della penisola, testimone silenzioso di secoli di storia e commerci.


Dal 1967 al 1990, Aden fu la capitale dello Yemen del Sud, un faro di indipendenza e speranza. Oggi, è il cuore economico dello Yemen unificato, dichiarata nel 1991 "zona di libero scambio", un ponte tra culture e continenti.


Aden è un tesoro di bellezze storiche e naturali, un invito a perdersi tra le sue meraviglie:


Le Cisterne di Tawila, antiche e misteriose, custodiscono l'acqua come un dono prezioso, scavate nella roccia vulcanica da mani lontane nel tempo.


Il Forte di Sira, guardiano silenzioso del mare, racconta di battaglie e conquiste.


Il Minareto di Aden, che sfiora il cielo, è un inno alla spiritualità.


Il Palazzo del Sultanato di Lahej, oggi Museo Nazionale, custodisce le memorie di un regno perduto.


La Casa di Rimbaud, dove il poeta trovò rifugio, è un luogo di ispirazione e solitudine.


Le spiagge di Aden e Little Aden, dove il mare culla la terra con onde gentili.


La Moschea Al-Aidaroos, un'oasi di pace e preghiera.


Il Tempio Zoroastriano, testimone di antiche fedi.


Le chiese storiche britanniche, che raccontano di un passato coloniale.

I ricercatori hanno stimato che il numero delle cisterne di Aden (Tawila) sia di circa 55 cisterne, la maggior parte delle quali sono sepolte sottoterra o in rovina. Quelle ancora in piedi non superano le 18 cisterne
I ricercatori hanno stimato che il numero delle cisterne di Aden (Tawila) sia di circa 55 cisterne, la maggior parte delle quali sono sepolte sottoterra o in rovina. Quelle ancora in piedi non superano le 18 cisterne

Le Cisterne di Tawila, scavate nella roccia vulcanica nel sotto-centro di Crater sono un capolavoro di ingegneria antica. Diciotto cisterne, collegate da acquedotti, catturano l'acqua piovana che scende dalle montagne, conservandola come un tesoro prezioso. Con una capacità di 90 milioni di litri, queste cisterne hanno sfamato la sete di generazioni, un dono degli Himyariti, forse anche più antico, risalente all'epoca sabea.


Camminare per le strade di Aden è come viaggiare nel tempo, tra il profumo del mare, il sussurro del vento e le voci del passato. Ogni pietra, ogni onda, ogni raggio di luce racconta una storia. Aden è una melodia che risuona nel cuore di chi la visita, un luogo dove la bellezza e la storia si intrecciano in un eterno abbraccio.


Shibam, la Manhattan del deserto

Shibam e i suoi grattacieli di fango - Foto dal Sito dell'Ambasciata Yemenita a Roma
Shibam e i suoi grattacieli di fango - Foto dal Sito dell'Ambasciata Yemenita a Roma

Shibam, l’antica città murata, deve il suo nome al leggendario re Shibam Bin Harith Ibn Saba, che qui regnò in tempi lontani. Fu un crocevia pulsante lungo le rotte carovaniere delle spezie e dell’incenso, un luogo dove culture e mercanti si incontravano sotto il sole ardente dell’Arabia. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma si sa che già nel IV e V secolo a.C., al tempo dei Sabei, era un vivace centro commerciale. L’insediamento attuale, sorto intorno al III secolo d.C., dopo la caduta di Shabwa, è un gioiello di storia e architettura.


Più volte capitale politica e commerciale di Hadramawt, Shibam ha vissuto epoche di splendore e declino. Fino al 1940, è stata il cuore economico del Wadi Hadramawt, prima che la costruzione di un aeroporto a est di Seiyun spostasse altrove il fulcro degli affari.

Shibam, la Manhattan del deserto - Foto di Sergio Pessolano
Shibam, la Manhattan del deserto - Foto di Sergio Pessolano

Shibam è un miracolo di ingegno umano, con le sue 500 case-torre di mattoni di fango che si innalzano verso il cielo, alcune raggiungendo i sette o otto piani, con la più alta che sfiora i 30 metri. Queste strutture, alcune vecchie di secoli, hanno valso a Shibam il soprannome di “Manhattan del deserto”, coniato dalla viaggiatrice Freya Stark.


Le finestre, spesso aperte con persiane di legno o grate, e le lunghe ombre proiettate dagli edifici al tramonto, creano un gioco di luci e ombre che rende la città un quadro vivente. Nel 1982, Shibam è stata riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, un tributo alla sua unicità.

I grattacieli di fango - Foto di Sergio Pessolano


Le case, imbiancate a calce per proteggerle dalle termiti e dalle piogge occasionali, sono un esempio di architettura funzionale e armoniosa. I piani inferiori, privi di finestre, ospitano granai, mentre i livelli superiori sono dedicati alla vita familiare e sociale. Le stanze degli uomini, spesso decorate con stucchi intagliati e colonne di legno, si trovano al secondo piano, mentre quelle delle donne sono più in alto, in un equilibrio tra intimità e condivisione. Ponti e passaggi collegano le case, creando una rete di percorsi sospesi nel cielo, utili per la difesa ma anche per agevolare gli spostamenti, soprattutto per gli anziani.


Seiyun, il cuore verde di Hadramawt

Seiyun, la città più grande del Wadi Hadramawt, è un’oasi di palme e tradizioni - Foto di Sergio Pessolano
Seiyun, la città più grande del Wadi Hadramawt, è un’oasi di palme e tradizioni - Foto di Sergio Pessolano

Seiyun, la città più grande del Wadi Hadramawt, è un’oasi di palme e tradizioni. Capitale provinciale e centro amministrativo, è famosa per il suo antico mercato, dove ancora oggi si lavorano gioielli e si tramandano arti secolari. La sua storia affonda le radici in un passato remoto, quando era una tappa cruciale lungo le rotte commerciali che collegavano l’interno del paese alla costa.


Nel 1494, l’arrivo delle tribù Hamdani dal nord di Sana’a segnò una nuova era. Il loro capo, Amir Badr Ibn Tawariq Kathiri, divenne l’antenato dei sultani Kathiri, che governarono da qui fino all’indipendenza dagli inglesi nel 1967.

Il Palazzo del Sultano
Il Palazzo del Sultano

Il maestoso Palazzo del Sultano, con le sue quattro torri angolari, domina il centro storico di Seiyun, accanto al vivace mercato. Costruito nel 1873 e ricostruito nel 1926, è il più grande edificio in mattoni di fango della regione, un capolavoro di architettura tradizionale. Oggi ospita un museo che custodisce reperti archeologici di Raybun, uno dei siti più importanti dello Yemen, e racconta la storia, le tradizioni e i costumi del popolo yemenita.


Tarim, la città delle mille moschee


Circondata da palmeti rigogliosi, Tarim è un luogo di spiritualità e cultura. Deve il suo nome a Tarim Ibn Hadramawt Ibn Saba Al-Assgar, un re locale la cui eredità vive ancora oggi. Antica capitale di Hadramawt e centro religioso dal X secolo, Tarim è stata un faro di conoscenza, la cui influenza si è estesa fino all’Africa orientale e al Sud-est asiatico.


Si dice che un tempo ci fosse una moschea per ogni giorno dell’anno islamico, molte costruite da mercanti di ritorno come ringraziamento per la prosperità raggiunta. Tra queste, spicca la Moschea Al Muhdhar, con il suo minareto alto 50 piedi e influenze architettoniche del Sud-est asiatico, eretta nel 1915.

Moschea Al Muhdhar, con il suo minareto alto 50 piedi
Moschea Al Muhdhar, con il suo minareto alto 50 piedi

Tarim è anche la custode di un tesoro di conoscenza: la Biblioteca dei Manoscritti Al Kaf, che ospita circa 5000 manoscritti su religione, scienza, storia e arte. Questi testi, alcuni risalenti a secoli fa, sono riccamente illustrati e testimoniano la ricchezza culturale della regione.

Tarim, Libreria dei manoscritti
Tarim, Libreria dei manoscritti

L’architettura di Tarim, più varia rispetto a quella di altre città di Hadramawt, riflette un periodo di grande fermento edilizio tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’40 del Novecento. Ogni edificio, ogni vicolo, racconta una storia di fede, commercio e vita quotidiana, in un intreccio unico di passato e presente.


Queste città, con le loro torri che sfidano il cielo, i mercati brulicanti di vita e le biblioteche silenziose, sono un invito a scoprire lo Yemen, un paese dove la bellezza e la storia si fondono in un’armonia senza tempo.


Taiz, dove il passato incontra il futuro

Taiz, la città vecchia - Foto dal Sito dell'Ambasciata dello Yemen a Roma
Taiz, la città vecchia - Foto dal Sito dell'Ambasciata dello Yemen a Roma

Taiz, un tempo fulgida capitale dello Yemen durante uno dei suoi periodi più luminosi, oggi splende come un faro economico e culturale. Le sue radici affondano nel XII secolo, quando, sotto il dominio degli Ayyubidi – la dinastia guidata da Turanshah, fratello del leggendario Saladino – divenne un crocevia di ricchezza e potere. In quell’epoca, i proventi del fiorente porto di Aden confluivano qui, rendendo Taiz un centro pulsante di commercio e influenza.


La Città Vecchia di Taiz è un tesoro racchiuso tra mura antiche, con due porte maestose che accolgono i visitatori: Bab al-Kabeer, la Porta Grande, e Bab Musa, la Porta di Mosè. All’interno, un souk vivace e colorato offre prelibatezze come il formaggio tipico di Taiz, pesce essiccato e gioielli d’argento lavorati con maestria. Qui, ogni angolo racconta una storia, ogni profumo evoca memorie lontane.

Taiz, la città vecchia - Foto dal Sito dell'Ambasciata dello Yemen a Roma
Taiz, la città vecchia - Foto dal Sito dell'Ambasciata dello Yemen a Roma

Il Castello del Cairo, imponente fortezza che domina la città, è oggi in fase di restauro. Ricostruito con pietre fluviali e tecniche tradizionali, è un simbolo di resistenza e ingegno, un ponte tra il glorioso passato e un futuro promettente.


Tra le poche moschee yemenite accessibili ai visitatori, la Moschea Moschea Al-Ashrafiyyah è un luogo di rara bellezza. I suoi giardini silenziosi custodiscono le tombe di al-Ashrafa, sua moglie, i suoi figli e la sua guardia del corpo. All’interno, decorazioni intricate e rilievi affascinanti raccontano storie di devozione e arte. Nel 2005, una porta segreta ha svelato una stanza sotterranea, alimentando leggende di tesori nascosti, ma a emergere sono state solo ulteriori sepolture, testimonianze di un passato misterioso.


Costruita da al-Ashrafa in onore di sua moglie, la Moschea Al-Mu’tabiyya è un capolavoro di design e iscrizioni. Originariamente riservata alle donne per la preghiera, è stata poi condivisa con gli uomini, diventando un luogo di incontro e spiritualità.


La Moschea Abd al-Hadi: un santuario di pace, eretta nel 1618 in memoria di un santo sufi, lè un rifugio di tranquillità. Al suo interno, un monumento funerario ricorda il santo, mentre l’atmosfera silenziosa invita alla riflessione.


La Moschea Modhafer, la più antica di Taiz: costruita dal bisnonno di al-Ashrafa, la Moschea Modhafer è la più antica della città. Il suo minareto, sormontato da due grandi cupole bianche, svetta nel cielo, un simbolo di fede e tradizione che resiste al passare del tempo.


Jabal Sabe, con i suoi oltre 3.000 metri, Jabal Saber è una montagna che tocca il cielo. I villaggi che punteggiano i suoi pendii sono famosi per le donne, abili commercianti che indossano vivaci baltos e sono celebrate per la loro bellezza. Qui, tra nuvole e valli, il tempo sembra fermarsi, regalando panorami che lasciano senza fiato.


Taiz è più di una città: è un’emozione, un canto che risuona tra le montagne e le vie antiche. Ogni pietra, ogni porta, ogni sorriso racconta una storia di resilienza, bellezza e speranza. Visitare Taiz significa immergersi in un mondo dove passato e futuro si intrecciano, creando un’armonia unica, un invito a scoprire il cuore pulsante dello Yemen.

(Ispirato da: Baradt Guide – Yemen)


Marib, l’eco di un regno perduto

Marib, l’eco di un regno perduto, antica capitale del Regno Sabeo
Marib, l’eco di un regno perduto, antica capitale del Regno Sabeo

Marib, antica capitale del Regno Sabeo, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, custodendo i segreti di una civiltà che fiorì nel primo millennio a.C. Questa città, oggi capoluogo della provincia omonima, si stende a 172 km a est di Sana’a, come un ponte tra passato e presente. Fu la prima capitale del Regno dei Minei e il loro centro religioso più importante, un faro di spiritualità e potere nell’antichità.


Situata in un paesaggio desertico lungo la strada di al-Hazm, Marib è circondata da una cinta muraria che sfida i secoli. Queste mura, tra le meglio conservate delle antiche città yemenite, raccontano storie di conquiste e rinascite. La parte meridionale, ancora intatta, si innalza fino a 8 metri, mentre le 57 torri e le due porte – una a ovest e l’altra a est – evocano immagini di un passato glorioso. I Sabei, dopo aver conquistato la città nel 450 a.C., ricostruirono queste mura, trasformandole in un simbolo di resistenza e grandezza.


Baraquish, l’antica Yathul

Baraquish, l’antica Yathul

Poco distante sorge Baraquish, l’antica Yathul, un luogo che porta i segni delle campagne militari del leader romano Elio Gallo nel 24 a.C. Qui, tra le rovine, si ergono i resti di un tempio mineo, con le sue 16 colonne verticali e orizzontali che sfidano il cielo. Alcuni credono che questo tempio fosse dedicato ad Ahttar, la stella del mattino, una divinità che guidava i passi degli antichi. Al centro della città, quattro colonne solitarie rimangono a testimonianza di un’epoca in cui questa terra era un crocevia di culture e fedi.


Baraquish non è mai stata completamente abbandonata. Fino al 1960, è rimasta un luogo vivo, abitato da generazioni che hanno camminato tra le sue rovine, aggiungendo strati di storia a una città già ricca di memorie.


Intorno a Baraquish, il deserto nasconde altri tesori archeologici, molti dei quali si trovano lungo l’antica Via dell’Incenso. Tra questi:

Kharibat al-Lisan: un sito misterioso nella valle di al-Lisan, a est di Baraquish, dove il vento sembra sussurrare storie dimenticate.


La vecchia diga nella valle di al-Lisan: un’opera ingegneristica che testimonia l’abilità e la visione degli antichi yemeniti, capaci di domare l’acqua in un paesaggio arido.


Al-Ahqaf e Darb al-Sab: luoghi che portano i segni di un passato glorioso, dove carovane di mercanti e pellegrini hanno lasciato tracce indelebili.


Marib è più di una città: è un’emozione, un canto che risuona tra le dune e le rovine. Qui, ogni pietra racconta una storia di re e sacerdoti, di mercanti e guerrieri, di divinità e stelle. Visitare Marib significa camminare tra le ombre di un passato che non vuole essere dimenticato, in un viaggio che tocca l’anima e risveglia la meraviglia. È un invito a scoprire l’essenza dello Yemen, una terra dove la storia e il mito si intrecciano in un’armonia senza tempo.



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