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Yemen - Liberare le donne rapite e detenute

Assadakah News - Sono molteplici gli appelli alle autorità Houthi perché siano liberate le donne detenute con condanne capitali, in violazione dei diritti umani, una fra loro, simbolo per tutte è l’artista Intisar Al-Hammadi, dal gennaio 2021 in condizioni di emergenza per un tumore tiroideo, come conferma il direttore dell'ospedale della polizia al capo della Procura di West Sanaa.

Intisar Al-Jammadi
Intisar Al-Jammadi

Un certo numero di donne yemenite rapite nelle carceri Houthi di Sanaa affrontano condizioni di salute drammatiche, a causa della negazione dell'assistenza sanitaria e delle cure negli ospedali, nonché della negazione dell'accesso ai medicinali nei centri di detenzione. Le autorità Houthi si sono astenute dal fornire qualsiasi assistenza medica, o dal permettere di essere curata in un ospedale fuori dal carcere.

La direttrice dell'ospedale di polizia ha sottolineato che Intisar Al-Hammadi è stata sottoposta a intervento chirurgico alla fine del 2023 dopo due anni di reclusione e che aveva bisogno di procedure mediche ogni due giorni, ma non è avvenuto.

Secondo gli attivisti per i diritti umani, dopo l'intervento chirurgico Intisar è stata riportata in prigione e non le è stato permesso di continuare il trattamento fino a quando non è apparso il tumore alla tiroide e le condizioni di salute sono sensibilmente peggiorate. Intisar Al-Hammadi sta scontando una pena di cinque anni per un caso di regime morale, pare organizzato appositamente come trappola per lei e il collega Hanan Shoui Al-Muntasir, a sua volta condannato a 13 anni, e detenuto nella stessa cella.

Fatima Al-Arwali
Fatima Al-Arwali

Le milizie Houthi continuano a nascondere il numero di donne yemenite che lavorano per organizzazioni internazionali e che sono state sequestrate e rinchiuse nelle prigioni segrete di Sanaa dallo scorso settembre, fra cui Rabab Al-Madhawi, dipendente dell'American Democratic Institute, Sarah Al-Faiq e Samira Balah con l'accusa di spionaggio. Anche altre due donne rischiano la pena di morte nei centri di detenzione Houthi, l'attivista per i diritti umani Fatima Al-Arwali e Asmaa al-Omeisy, che si trova in carcere dal 2016.

Fatma Al-Arwali, 34 anni, attivista yemenita per i diritti delle donne, è a rischio di imminente esecuzione, dal 5 dicembre 2023, quando il tribunale penale speciale l’ha giudicata colpevole di aver fornito informazioni coperte dal segreto militare agli Emirati Arabi Uniti.

All’epoca dell’arresto, Fatma al-Arwali era a capo dell’ufficio yemenita dell’Unione per la Leadership Femminile per conto della Lega araba. Sparizione forzata per circa otto mesi, oggi detenuta in un centro segreto della capitale yemenita, in una stanza sottoterra, in condizioni crudeli e inumane. Richiesta negata anche di vedere i figli. Dopo un processo-farsa come molti altri, ha il fratello ha ricevuto la notizia della condanna a morte in piazza Tahrir.

Ellen Johnson Sirleat, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman, Nobel per la Pace 2011
Ellen Johnson Sirleat, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman, Nobel per la Pace 2011

Amnesty International ha lanciato un appello perché siano annullate le accuse nei confronti di Fatma al-Arwali e dunque sia cancellata la condanna a morte, come delle altre attiviste e manifestanti per i diritti umani, ingiustamente detenute. Un appello che sostiene i molti già diffusi da esempi di impegno come Tawakkul Karman, yemenita e, con Ellen Johnson Sirleaf e Leymah Gbowee, Premio Nobel per la Pace 2011: "I giovani e le giovani donne hanno pagato con il sangue, ma ora si apre il duplice fronte di includerlo nella nuova Costituzione e nella concretezza delle leggi. E per ottenere questo, dobbiamo vincere la battaglia contro le fatwe di quegli uomini di religione secondo i quali tutto questo è sbagliato. Se infatti i diritti affermati nel dialogo nazionale non si tradurranno in legge, torneremo indietro. La lotta contro la violenza e lo sfruttamento sessuale, il diritto ad entrare anche nell'esercito e nei servizi di intelligence. La donna è meno disposta alla corruzione, e ha saputo essere leader, e in prima linea. Le donne hanno sempre affrontato i pericoli nelle catastrofi naturali, nelle rivoluzioni, in ogni tipo di difficoltà Nella società yemenita ci sono tradizioni logore e ormai fuori dal tempo, che rappresentano un ostacolo per la donna, come per l’uomo se si vuole uno sviluppo e un rispetto. Grazie anche alla collaborazione dell'Italia, ora c'è bisogno, di donne in grado di contribuire a salvare lo Yemen".

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