
Patrizia Boi (Assadakah News) - Lo Yemen, terra di montagne aspre e valli fertili, è da secoli considerato la culla del caffè. Qui, tra le nebbie del tempo e le terrazze coltivate a caffè, nasce una storia che ha conquistato il mondo. Un viaggio attraverso le origini di questa bevanda non può che iniziare da Sana’a, la capitale yemenita, dove il profumo del caffè si mescola con l’odore della terra e delle spezie, creando un’atmosfera unica.
Le origini africane del caffè
Una bella tazzina di caffè yemenita
La storia del caffè affonda le sue radici nel Corno d’Africa, in particolare nella provincia etiope di Kaffa. Secondo la leggenda, i chicchi delle piante originarie di questa regione venivano mangiati dagli schiavi che, dall’odierno Sudan, venivano condotti in Yemen e Arabia Saudita attraverso il porto di al-Makkha (oggi Mocha). Fu proprio qui che i primi chicchi di caffè giunsero dall’Etiopia, dando inizio a una tradizione che avrebbe conquistato il mondo.
Il nome Mocha, derivato da al-Makkha, divenne sinonimo di caffè, anche se sarebbe più corretto riferirsi a questa varietà come Arabica. La posizione strategica dello Yemen, crocevia tra il mondo arabo e l’Africa orientale, lo rese un importante snodo commerciale per prodotti come l’incenso, le spezie e, appunto, il caffè.
L’arrivo del caffè in Yemen
La selezione del caffè in Yemen
L’introduzione del caffè in Yemen risale agli inizi del XVI secolo, e il Paese divenne in breve tempo il più grande produttore ed esportatore di questa preziosa bevanda. Durante il dominio ottomano, il porto di al-Makkha acquisì ulteriore importanza grazie alla sua vicinanza alle aree di produzione del caffè, attirando commercianti dall’Europa, dove il caffè iniziava a diffondersi come bevanda di lusso.
Il caffè Mocha: una tradizione millenaria
Il caffè che oggi chiamiamo Mocha (o Moka/Moca) viene coltivato nello Yemen da centinaia di anni, sulle terrazze montane che si affacciano su antichi villaggi di pietra. Qui, i chicchi vengono fatti essiccare al sole con il frutto ancora attaccato, un processo che conferisce al caffè yemenita il suo caratteristico aspetto irregolare. Una volta essiccati, i chicchi vengono separati dal frutto utilizzando una macina, mentre le bucce vengono utilizzate per preparare il qishr, un infuso leggero e aromatico molto popolare in Yemen.
Il qishr, fatto bollire con spezie e lasciato in infusione, è una bevanda che riflette la cultura yemenita, dove nulla viene sprecato. Al contrario, il caffè espresso, più familiare agli occidentali, viene servito solo in locali frequentati da turisti o stranieri.
Le varietà del caffè yemenita
La raccolta del caffè in Yemen
I nomi delle diverse varietà di caffè yemenita derivano dalle regioni in cui vengono prodotte o dalle varietà di piante utilizzate. Tra le più rinomate ci sono:
Ismaili: una delle varietà più diffuse.
Mattari: originario del distretto di Bani Mattar, noto per il suo sapore intenso.
Sanani: una miscela di caffè provenienti da diverse regioni a ovest di Sana’a, apprezzata per il suo equilibrio.
Lo Yemen e il mercato globale del caffè

Lo Yemen è membro esportatore dell’International Coffee Organization (ICO), la principale organizzazione intergovernativa dedicata al rafforzamento del mercato del caffè su scala globale e alla promozione di uno sviluppo sostenibile. Nonostante le sfide moderne, gli yemeniti continuano a coltivare e lavorare il caffè con metodi tradizionali, preservando un patrimonio che è parte della loro identità.
Bab al Yemen: la porta verso un mondo antico

Tornando a Sana’a, il viaggio nel mondo del caffè non può che iniziare da Bab al Yemen, la porta principale della città vecchia. Attraversarla significa entrare in un mondo sospeso nel tempo, dove le case torri, con le loro decorazioni bianche e le finestre multicolore, sembrano guardare il visitatore con occhi curiosi. Qui, il viavai di persone, gli uomini con la tradizionale jambia (il pugnale ricurvo) e i venditori di ogni genere di mercanzia creano un’atmosfera che è insieme caotica e rassicurante.
Nel cuore della città vecchia si trova Suq Al-Malh, il Mercato del Sale, dove il caffè fa la sua prima apparizione sotto forma di qishr.
“Quel che resta del caffè”, come viene chiamato localmente, è un simbolo della cultura yemenita, dove nulla viene sprecato.
Il Samsarat: l’ultimo caravanserraglio del caffè
Il viaggio si conclude al Samsarat, l’ultimo caravanserraglio del caffè al mondo. Questo luogo, un tempo affollato di cammelli e mercanti, è oggi un testimone silenzioso di un’epoca passata. Nella sua corte interna, i sacchi di caffè vengono ancora pesati e i chicchi selezionati con cura, separati dalla buccia da macchinari che sembrano usciti da un’altra era.

Il caffè yemenita è la bevanda, simbolo di identità e tradizione. Ogni chicco racconta una storia di fatica, dedizione e amore per la terra. Nonostante le sfide moderne, gli yemeniti continuano a coltivare e lavorare il caffè con metodi tradizionali, preservando un patrimonio che è parte della loro anima.
Il progetto Coffee Roots, finanziato da Lavazza, ha portato alla luce queste radici, mostrando al mondo la bellezza e la complessità di una cultura che ha dato tanto al caffè. Lo Yemen, con le sue montagne, i suoi suq e il suo caffè, rimane un luogo magico, dove passato e presente si intrecciano in un’armonia perfetta.
E mentre il profumo del caffè continua a diffondersi per le strade di Sana’a, ci si può rendere conto che questa bevanda è un ponte tra culture, un tesoro da custodire e celebrare.
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