Assadakah News Agency - Le autorità Houthi dello Yemen, sotto la guida di Abdel Malek Al-Houthi, hanno annunciato di essere pronte a imporre un assedio marittimo a Israele, a partire dalle coste yemenite del Mar Rosso.
Un alto responsabile del governo di Sanaa, è intervenuto ad una parata militare nell'aeroporto di Saada, capoluogo della regione settentrionale e roccaforte del movimento Houthi: "Siamo pronti a imporre un assedio marittimo a Israele", ha detto il rappresentante di Abdel Malek Houthi, parlando in diretta tv sulla tv governativa al Masira. Da metà ottobre si susseguono attacchi da parte degli Houthi, lungo la costa yemenita del Mar Rosso, contro navi mercantili considerate legate a Israele o dirette al porto israeliano di Eilat.
Non si fermano le operazioni militari nel mar Rosso. Ieri, 13 dicembre, il cacciatorpediniere USS-Mason ha abbattuto un drone Houthi, mentre stava rispondendo alla richiesta di soccorso della Ardmore Encounter, nave cisterna contro cui i terroristi che controllano parte del Paese del Golfo avevano lanciato due missili.
Stando a fonti ufficiali citate da Abc News, l’imbarcazione civile era appena entrata nelle acque vicine allo Yemen ed era diretta verso il canale di Suez. Pare anche che sia stata avvicinata da alcuni piccoli motoscafi dei ribelli. Non è ancora chiaro, inoltre, se il bersaglio del drone abbattuto fosse la Mason, già coinvolta in altre azioni contro gli Houthi, e il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) non ha rilasciato dichiarazioni in merito a quanto accaduto. Già il 3 dicembre un altro vascello americano, la Uss Carney, era stato attaccato dagli yemeniti.
L’episodio è solo l’ultimo di una serie di azioni offensive dei ribelli yemeniti ai danni di navi impegnate a percorrere le rotte del mar Rosso, tra le più trafficate al mondo e fondamentali per il commercio internazionale. Inizialmente, gli Houthi avevano dichiarato che avrebbero preso di mira solo le navi legate a Israele, per poi espandere l’elenco dei propri bersagli a “tutte le navi di qualsiasi nazionalità dirette verso l'entità sionista”, ad eccezione di quelle cariche di aiuti umanitari per la Striscia di Gaza. L’attacco alla petroliera norvegese Strinda, colpita da un missile il 12 dicembre, è stata la concretizzazione di queste minacce.
Tel Aviv e Washington hanno risposto all’aggressione degli Houthi già nelle scorse settimane, con l’invio di diverse navi militari che sono state in grado di scongiurare tentativi di abbordaggio e di abbattere droni e missili. A supporto delle flotte dei due Paesi è arrivata anche la Francia, la cui fregata Languedoc ha abbattuto tre velivoli senza pilota tra il 10 e il 12 dicembre, due diretti contro di lei e l’ultimo lanciato verso la Strinda.
La situazione nel Mar Rosso è guardata con preoccupazione dalla comunità internazionale, che teme un allargamento del conflitto tra Israele e Hamas e il coinvolgimento di altri Stati della Regione. Per il momento, i Paesi impegnati nella difesa delle rotte commerciali non hanno risposto agli attacchi degli Houthi, ma se dovessero aumentare di intensità vi è il rischio che la situazione possa degenerare.
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