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Yemen – Il governo vuole la pace, gli Houthi fomentano il rischio di escalation

Assadakah Roma News - Rashad al Alimi, capo del Consiglio Presidenziale dello Yemen, organo di governo legittimo, ha incontrato a Riyahd il ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, Khalid bin Salman.

Secondo l’agenzia di stampa saudita Spa, l’incontro ha riguardato la tregua in Yemen annunciata per la prima volta lo scorso due aprile e scaduta all’inizio del mese di ottobre. I due hanno inoltre discusso delle modalità per garantire la stabilità e la sicurezza dello Yemen e del suo popolo. “Abbiamo anche discusso degli ultimi sviluppi nel Paese e dei passi futuri per affrontare i possibili scenari”, ha affermato il ministro saudita.

Nel frattempo, sul terreno la situazione è a serio rischio di escalation, dal momento che, dopo una tregua di sei mesi, il governo yemenita sta sostenendo la necessità di una tregua duratura che sia di prologo a una pace stabile, mentre gli Houthi sembrano sempre più intenzionati a mantenere lo stato di disordine, condizione che potrebbe portare a un nuovo capitolo della già fin troppo lunga guerra civile.

Naturalmente, con il conflitto yemenita, non bisogna perdere di vista il quadro regionale, che influisce sulla situazione, fra cui il mancato rinnovo dell’accordo sul nucleare con l’Iran. Di fatto, vi è anche il rischio che il territorio saudita soprattutto possa essere ancora obiettivo di missili da parte degli Houthi, fatto che approfondirebbe l’instabilità dell’area in questione e farebbe aumentare il prezzo dell’energia, già sottoposto alle variazioni dovute alla guerra in corso in Ucraina.

Questi sviluppi confermano l’intenzione degli Houthi di massimizzare i vantaggi strategici sul terreno proprio durante i colloqui sul cessate-il-fuoco. Sebbene le espressioni internazionali insistano sulla necessità di porre fine all’ostilità, alcuni insistono sul fatto che i movimenti militari sul campo stiano dando segnali molto negativi nell’ottica del mantenimento di una sicurezza stabile. Il rischio riguarda anche una estensione dell’area di conflitto, aprendo la strada a gruppi terroristici che potrebbero trarre vantaggio dal conflitto, in particolare Al-Qaeda nella penisola arabica (AQAP).

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