Assadakah News - Ieri, 20 luglio, Israele ha colpito obbiettivi civili nello Yemen, colpendo centrale elettrica, raffineria e impianti di stoccaggio e rifornimento. È stata una risposta all'attacco di un drone yemenita di tre giorni fa, che ha raggiunto e colpito Tel Aviv, dove per altro non si sono avuti danni, vittime o feriti.
A questo, le forze armate yemenite replicano con una dichiarazione ufficiale, nella quale si legge che, come ormai si è purtroppo abituati a vedere, la ritorsione israeliana è stata eccessivamente sproporzionata. Lo stato sionista ha reagito come è abituato a fare, nel totale disinteresse dei diritti umani, nella totale impunità, e ciò è evidente da decenni di violenze nei confronti della popolazione palestinese, con la tacita approvazione e complicità della comunità internazionale. L’attacco di rappresaglia ha colpito obiettivi vitali per lo Yemen, specialmente per quanto riguarda la città di Hodeidah, dove si sono avite almeno cinque vittime e oltre 80 feriti.
Israele vuole inviare un messaggio sia all'Iran che ad altri nemici, avvertendo che è in grado di raggiungere qualsiasi obbiettivo.
Tutto questo, però, non fa che espandere il conflitto e spingere il cosiddetto “Asse della Resistenza” (fra cui Hezbollah in Libano e Hashed Chabi in Iraq) a reagire, acuendo una situazione già esasperata, colpendo obiettivi strategici in territorio israeliano, fra cui i numerosi impianti chimici, industrie, raffinerie. Lo Yemen invece ha ben poco.
A questo punto, assisteremo a futuri scenari che non possono non definirsi imprevedibili.
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