Assadakah News Agency - "Seri e positivi" sono stati definiti da Arabia Saudita e governo yemenita filo-iraniano gli inediti colloqui avvenuti nei giorni scorsi a Riad tra le parti belligeranti nella sanguinosa guerra in Yemen, in corso da quasi un decennio.
La tv Al Masira del governo yemenita filo-iraniano basato a Sanaa e i media sauditi hanno fornito stamani una descrizione analoga di come si sono svolte le trattative: serie e positive.
I colloqui sono durati per cinque giorni a Riad e mediate da un esponente del governo dell'Oman, paese impegnato nel facilitare le trattative. Né il governo yemenita di Sanaa né le autorità saudite hanno però fornito dettagli circa gli argomenti affrontati durante gli incontri, i primi da quando nel 2015 il conflitto in Yemen ha assunto dimensioni internazionali.
Nel frattempo procedono altre iniziative per la rinascita dello Yemen, fra le quali la “Still I Rise Academy” a Aden, che sorgerà nel quartiere settentrionale di Al-Insha'at, vicino al distretto di Dar Saad, e che ospita diversi campi per sfollati interni e gruppi di persone vulnerabili duramente colpite dalle conseguenze della guerra.
Dal 2014, la guerra civile in Yemen vede opposte le forze governative e le milizie Houthi, in un conflitto per procura che coinvolge gli interessi di potenze regionali come Arabia Saudita e Iran. In questi anni, a pagare il prezzo più alto è stata la popolazione civile. Le Nazioni Unite stimano che circa 377mila persone abbiano perso la vita tra il 2015 e il 2021, mentre più di 4 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case. La situazione è particolarmente grave tra i minori: oltre 8 milioni hanno bisogno di sostegno educativo, mentre 2 milioni non hanno alcun tipo di accesso all'istruzione.
Ampie fasce della popolazione non hanno accesso a cibo, acqua potabile e servizi igienici e sanitari, una situazione aggravata dal diffondersi di epidemie di colera e difterite. Secondo le stime, su una popolazione totale di circa 30 milioni di persone, 21,6 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria. Tra loro, anche milioni di bambine e bambini a cui è stata negata la possibilità di crescere in un luogo sicuro e costruire il proprio futuro.
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