Roberto Roggero - Lo Yemen, il cui nome deriva dall’antica radice semitica “imn”, cioè “al sud”) è uno dei più antichi centri di civiltà del mondo, almeno fin dal II° millennio a.C. con popolazioni che hanno sfidato le avversità del territorio e hanno saputo adattarsi alla difficile natura del luogo, trasformandolo in un paradiso in terra, con bellezze naturali decisamente uniche, fra cui tesori rari e ricercati da tutte le culture circostanti, che gli antichi greci chiamavano “aròmata”, in particolare la più pregiata qualità di incenso e mirra.
La capacità di influire idrograficamente sul territorio permise, fin dalle epoche più antiche, ai Sabei che colonizzarono il Paese, sfruttare le zone più fertili, tanto da generare il mito, con un vero e proprio fondo di verità, su un Paese per il quale non è necessario fare provviste, poiché la sua natura può offrire tutto ciò che è necessario.
Dagli albori della storia
Fra il IX secolo a.C. e il VI secolo d.C. nello Yemen si svilupparono diversi regni: Sabà, Awsan, il regno dei Minei, di Qatab, di Ḥaḍramawt, di Himyar, e altri ancora che controllavano diversi importanti centri commerciali, data la posizione geografica che ne fa ancora oggi un essenziale crocevia fra Occidente e Oriente.
Gli antichi romani conoscevano bene lo Yemen, tanto da definirlo “Araba Felix”, per la fitta attività commerciale, tanto che l’imperatore Augusto tentò inutilmente di conquistarlo, finché nel 520 lo Yemen entrò a far parte dell’impero etiope di Aksum e due secoli dopo venne annesso all’impero Sasanide persiano.
Il Paese è sempre stato oggetto di conquista nella sua lunga storia, i motivi sono oltremodo evidenti, e molte città vennero assediate e distrutte, come la bellissima Ma’rib, all’inizio dell’VII secolo, quando lo Yemen seguì le vicende del califfato Omayyade, poi degli Abbasidi, sebbene la sua posizione “periferica concesse sempre una certa autonomia. L’impero siriano, poi l’egemonia di Baghdad si contesero il Paese, poi fu la volta del
Kharigismo ibadita, dell'alidismo più estremo (che prese le forme dello Zaydismo) s'impiantarono in modo più o meno indisturbato nelle aspre regioni yemenite. Come il resto della Penisola araba, anche lo Yemen prese a muoversi nell'orbita dell'Egitto, che dalle coste del Mar Rosso, aveva minori problemi per mantenere un collegamento più diretto.
Si susseguirono dinastie locali, la più importante delle quali fu quella Zaydita, poi quella Yuʿfiride, mentre cominciava ad affermarsi lo Sciismo Zaydita e quello ismailita-fatimide che ai primi del X secolo si era impadronito dell'Egitto.
Successivamente, i Fatimidi conquistarono l’egemonia politica con la dinastia Sulayhida, intorno al fra 1047 e il 1138, periodo nel quale emerse l’importante figura di Arwa bint Ahmad, la “Signora Libera”, o “Piccola Bilqis”, unica donna che seppe governare il territorio dopo la morte del marito per oltre 50 anni, con saggezza e giustizia.
Dal X secolo in poi si alternarono le civiltà Banu Hatim, i sultani Hamdan, Mahdi, i Fatimidi, i governatori Ayyubidi e Rasulidi, che diedero un grande impulso allo sviluppo culturale e architettonico, e quindi Mamelucchi, Tahiridi, Zayditi e Ottomani, poi venne fondata la Repubblica Araba dello Yemen nei territori settentrionali, l’influenza coloniale portoghese e britannica, la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen, nota anche come Yemen del Sud, fino all’avvento del movimento Houthi, che nel 2015 si impadronì della capitale e delle provincie circostanti, dando inizio alla guerra che ha funestato il Paese fino a poco tempo fa.
Un fascino unico
Lo Yemen conserva e custodisce ancora oggi tracce della sua storia millenaria, fra bellezze naturali uniche, comprese le isole Hanish, Zuqar, Kamaran e Perim, nel Mar Rosso, e Socotra nel Mare Arabico. Un Paese che merita di essere esplorato per rendersi davvero conto di che cosa sia in grado di offrire, sia dal punto di vista culturale, che paesaggistico e storico: sconfinate pianure costiere a occidente, gli altopiani occidentali, quelli centrali e il deserto del Rub' al-Khali a est, agricoltura diversificata, la grande montagna Jabal Nabi Shuab che, con i suoi 3.760 è la vetta più alta del Paese, e poi l’affascinante deserto di Rubʿ al-Khali, e le meravigliose testimonianze del passato ancora presenti nella capitale Sanaa, Ta'izz, Hudeida, Aden, Dhamal, Al-Mukalla, e molte altre, fra vestigia dell’antico e moderno culto islamico.
Il turismo ha notevolissime potenzialità di crescita soprattutto sulla costa e nelle isole, dove il mare è praticamente incontaminato, oltre ai siti storici e archeologici e all'architettura, che esprime il meglio nelle antichissime moschee, per cui non pochi considerano lo Yemen il Paese architettonicamente più bello del mondo, che comprende per altro quattro siti inseriti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Da ricordare anche la produzione letteraria in particolare, con la poetica di Waddah al-Yaman e Sabri Al-Haiki e le millenarie tradizioni culinarie, con l’alimento nazionale chiamato Fatut, e poi il Maraq, il Sahawiq, lo Shakshuka e il celebre tè al latte, il tè nero con cardamomo, e ancora Qishr (bucce di caffè), Qahwa (caffè), Karkadin (un infuso di fiori di ibisco essiccati), Naqe'e al-zabib (bevanda fredda), e Diba'a (nettare di zucca), nonché i noti Maluga e Laxux, tipi più comuni di pane.
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