Assadakah Roma News - L’Onu ha lanciato sui social media la campagna di crowdfunding “UN Plan for the FSO Safer Tanker Stop the Red Sea Catastrophe” per raccogliere 80 milioni di euro per impedire che la superpetroliera FSO Safer, in rapido degrado e ormeggiata al largo della costa yemenita del Mar Rosso con a bordo più di un milione di barili di petrolio, causi una marea nera che potrebbe devastare l’intera regione e oltre.
La Safer, con i suoi 376 metri di lunghezza, è tra le più grandi petroliere del mondo e contiene circa quattro volte il greggio sversato nel 1989 al largo dell’Alaska dopo il disastro della Exxon Valdez. E’ ancorata a poche miglia dalla costa dello Yemen da più di 30 anni, ma la guerra tra la coalizione sunnita a Guida saudita che controlla il sud del Paese e i ribelli sciiti Houti che controllano la capitale Sana’a e gran parte del nord ha bloccato lo scarico di petrolio e la manutenzione della Safer nel 2015.
L’Onu dice di essere pronta ad attuare l’operazione di emergenza per mettere in sicurezza la petroliera, ma avverte di essere «In ritardo a causa dell’insufficienza dei fondi per l’operazione di trasferimento». Finora sono arrivati circa tre quarti del denaro richiesto dopo l’annuncio di un impegno di 10 milioni di dollari da parte dell’Arabia. Anche gli Stati Uniti stanno lavorando per concedere un contributo di 10 milioni di dollari. Per questo, il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite nello Yemen, David Gressly, ha lanciato la campagna di crowdfunding, che «Incoraggia le persone di tutto il mondo a contribuire alla raccolta di 5 milioni di dollari in donazioni individuali entro la fine di questo mese in modo che i lavori possano iniziare a luglio». L’operazione di trasferimento fa parte di un piano, con un costo complessivo di 144 milioni di dollari, che prevede anche l’arrivo e l’utilizzo di una petroliera sostitutiva della FSO Safer per caricare il greggio. Intanto, l’inviato speciale dell’Onu per lo Yemen, Hans Grundberg, continua il suo lavoro di mediazione grazie alla recente proroga della tregua di due mesi tra il governo filo-saudita di Aden e i ribelli Houti. Grundber è stato a Sana’a la scorsa settimana per discutere di diverse questioni con il governo degli Houti, compresa la proposta per la riapertura graduale delle strade per Taiz e in altri governatorati, essenziale per far arrivare aiuti umanitari e carburante alla popolazione.
La proposta dell’Onu prende in considerazione le diverse preoccupazioni espresse da entrambe le parti durante le discussioni iniziate a maggio nella capitale giordana Amman e Grundberg si aspetta «Una risposta imminente da Sana’a sulla proposta» e il portavoce dell’Onu Stéphane Dujarric ha sottolineato che «L’apertura delle strade è una misura per alleviare le sofferenze degli yemeniti, oltre a portare un certo senso di normalizzazione e facilitare la libertà di movimento dei civili. Grundberg continua a impegnarsi a collaborare con le parti per attuare tutti gli elementi della tregua per continuare a fornire i suoi benefici tangibili a donne, uomini e bambini, oltre a impegnarsi nei prossimi passi per consolidare le opportunità fornite dalla tregua per mettere lo Yemen sulla strada verso la pace».
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