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Vertice Baghdad – Macron conferma impegno della Francia


Assadakah Baghdad – Riconoscendo il fondamentale ruolo dell’Iraq per la stabilità della regione, a margine del vertice di Baghdad sulla cooperazione comune, il presidente francese Emmanuel Macron ribadisce che la Francia rimarrà come partner nella lotta al terrorismo, senza abbassare la guardia e a prescindere dalle decisioni americane.

La Conferenza Internazionale di Baghdad è fondamentale per abbassare le molte tensioni che caratterizzano il Medio Oriente. A tale scopo, molto importante la presenza dei rappresentanti di Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Egitto, Emirati, Giordania, e la partecipazione dei rappresentanti di Giappone e Francia e dei cinque membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU

La Francia, co-organizzatrice dell’incontro, ha evidenziato la necessità di trovare una soluzione per lo Yemen ancora in guerra, e la crisi economica e politica in Libano. Emmanuel Macron ha incontrato in separata sede il ministro iracheno Al-Kadhimi, mossa che evidenzia il ruolo di Parigi nella regione e la sua determinazione a premere sulla lotta al terrorismo. Una nota dell’ufficio presidenziale francese ha sottolineato che Macron considera l’Iraq “essenziale” per la stabilità in Medio Oriente. “Sappiamo tutti che non dobbiamo abbassare la guardia, perché l’Isis rimane una minaccia, e so che la lotta contro questi gruppi terroristici è una priorità del vostro governo”, ha dichiarato il presidente francese in conferenza stampa, dopo l’incontro. “Iraq e Francia sono partner chiave nella guerra contro il terrorismo”, ha risposto Al-Kadhimi.

Ospitare i colloqui regionali significa per l’Iraq cercare di rivendicare, dopo decenni di conflitti, un ruolo e uno status di leadership nel mondo arabo, portando avanti una politica centrista e mantenendo, ai massimi vertici, buoni rapporti sia con l’Iran che con gli Stati Uniti e i suoi alleati regionali. Secondo gli esperti, il summit potrebbe permettere di fare un passo avanti soprattutto a favore del riavvicinamento tra Riad e Teheran. Le tensioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran, rivali di lunga data per il dominio regionale, sono peggiorate dopo l’assalto del 14 settembre 2019 a due impianti petroliferi della compagnia saudita Saudi Aramco. La responsabilità degli attentati è stata rivendicata dai ribelli filo-iraniani Houthi, che dal 2015 combattono in Yemen contro una coalizione a guida saudita. Riad ha dunque incolpato l’Iran, ma quest’ultimo ha più volte negato le accuse. I due Paesi hanno interrotto le loro relazioni nel 2016, ma, ad aprile di quest’anno, hanno ripreso i colloqui diretti in Iraq. L’Arabia Saudita, temendo che i rinnovati colloqui sul nucleare iraniano possano portare a un allentamento delle sanzioni statunitensi su Teheran, vede l’impegno diplomatico come uno strumento per contenere le tensioni senza abbandonare le sue preoccupazioni sulla sicurezza.

Un altro fattore che spinge al dialogo è la crisi afghana. Gli arabi del Golfo, che si sono a lungo appoggiati agli Stati Uniti per la loro sicurezza, sono preoccupati per il ritiro di Washington dal Paese e per la presa del potere da parte dei talebani. “La prospettiva di un conflitto regionale, insieme alla loro percezione di Washington come inaffidabile, ha spinto i sauditi e gli Emirati a perseguire una riduzione dell’escalation bilaterale, tattica e limitata con Teheran”, sostiene, in un rapporto, il think tank International Crisis Group.

Fonti regionali hanno comunque invitato alla calma e hanno affermato che è prematuro pensare ad una vera e propria svolta. I progressi probabilmente dipenderanno dai colloqui sul nucleare. Le parti coinvolte nei negoziati devono ancora far sapere quando riprenderanno le trattative. “Abbiamo sempre accolto con favore il miglioramento dei legami con i Paesi regionali, come l’Arabia Saudita, ed è una priorità della politica estera del nostro presidente Raisi. Dubito seriamente però che ciò accadrà alla conferenza di Baghdad”, ha affermato un alto funzionario iraniano. Riad dice di volere “atti verificabili” dall’Iran.

Quanto all'Afghanistan, Macron ha confermato che la Francia ha avviato contatti con i Talebani per definire operazioni umanitarie. "Abbiamo iniziato discussioni, che sono molto fragili e preliminari, con i Talebani sulla questione delle operazioni umanitarie e sulla capacità di proteggere e rimpatriare gli afghani che sono a rischio", ha detto il presidente francese.

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