Assadakah News Agency - Le informazioni che si susseguono a ritmo accelerato e in maniera sempre più esponenziale, talvolta rendono il mondo dei media così “rumoroso” da far perdere al giornalista una notizia oltremodo importante. E così ci si chiede come sia possibile che a gran parte dei giornalisti, me compresa, sia sfuggito quel che è avvenuto il 10 giugno scorso in Vaticano? Nonostante che il Papa, ricoverato al Gemelli, non abbia potuto presenziare al primo Festival della Fratellanza, svoltosi sul sagrato di San Pietro, va detto che la manifestazione, specie in questo momento d’inasprimento della guerra russo-ucraina in Europa, è stata di grande impatto.
Ben trenta Premi Nobel per la Pace, venuti appositamente a Roma per partecipare a questa giornata della fratellanza, hanno infatti sottoscritto una dichiarazione comune, nella quale si chiede la cessazione di tutti i conflitti armati e la messa al bando delle armi nucleari. Durante la manifestazione Tawakkul Karman, la prima donna yemenita a vincere il Premio Nobel per la Pace, ha tenuto a sottolineare che è dovere del giornalista amplificare al massimo i messaggi di pace. In particolare quello di Papa Francesco, che letto dal Cardinale Mauro Gambetti, merita tuttora di essere diffuso in maniera capillare: “Non stanchiamoci di gridare “no alla guerra", in nome di Dio o nel nome di ogni uomo e di ogni donna che aspira alla pace”. (m.m.)
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