Assadakah - In udienza da Francesco il presidente palestinese. Al centro dell’incontro, il sesto in Vaticano, i buoni rapporti tra le due parti, ma anche lo stato delle relazioni tra israeliani e palestinesi e la necessità di promuovere la "convivenza pacifica fra le varie fedi". Gerusalemme sia "riconosciuta da tutti come luogo di incontro e non di conflitto"
I rapporti fra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, il processo di pace tra israeliani e palestinesi, la necessità di dialogo tra le parti sono stati alcuni dei temi toccati oggi nell’incontro - il sesto tra Francesco e Mahmoud Abbas in Vaticano - tra il Papa ed il presidente palestinese e, successivamente, con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e con l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.
Durante il colloquio, il settimo fra Abbas e il pontefice, sono stati riconosciuti i buoni rapporti tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina e si sono affrontate questioni bilaterali di mutuo interesse”. Negli incontri, si legge ancora, “si è riconosciuta la necessità di promuovere la fratellanza umana e la convivenza pacifica tra le varie fedi. Circa il processo di pace tra israeliani e palestinesi, ci si è soffermati sulla assoluta necessità di riattivare il dialogo diretto per raggiungere la soluzione dei due Stati, anche con l’aiuto di un più vigoroso impegno della Comunità internazionale.
Nel testo si precisa come sia stato anche ribadito che “Gerusalemme debba essere riconosciuta da tutti come luogo di incontro e non di conflitto, e come il suo status debba preservare l’identità e il valore universale di Città santa per tutte e tre le religioni abramitiche, anche attraverso uno statuto speciale internazionalmente garantito”. Il comunicato conclude come durante gli incontri si sia parlato “dell’urgenza di lavorare per la pace, evitando l’uso delle armi e combattendo ogni forma di estremismo e di fondamentalismo".
Statuto internazionalmente garantito per Gerusalemme, lotta all’uso delle armi e a ogni forma di fanatismo e di fondamentalismo, in sintesi i contenuti dei colloqui, definiti «cordiali», tra il Pape e il presidente palestinese Mahmoud Abbas (meglio conosciuto come Abu Mazen) e poi tra lo stesso Mazen e il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, accompagnato dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.
Al centro dei colloqui anche la situazione della Terra Santa. «Circa il processo di pace tra Israeliani e Palestinesi – si legge infatti nel comunicato – ci si è soffermati sulla assoluta necessità di riattivare il dialogo diretto per raggiungere la soluzione dei due Stati, anche con l’aiuto di un più vigoroso impegno della Comunità internazionale. Infine, si è ribadito che Gerusalemme debba essere riconosciuta da tutti come luogo d’incontro e non di conflitto, e come il suo status debba preservare l’identità e il valore universale di Città santa per tutte e tre le religioni abramitiche, anche attraverso uno statuto speciale internazionalmente garantito». Il mezzo per raggiungere questi risultati, si fa intendere nelle ultime righe del testo è «l’urgenza di lavorare per la pace, evitando l’uso delle armi, e combattendo ogni forma di estremismo e di fondamentalismo».
Nel corso dell’udienza, che segue significativamente di qualche giorno quella al presidente Usa Joe Biden, c’è stato anche lo scambio di doni. Il Pontefice ha donato al presidente una fusione in bronzo raffigurante due mani che si stringono. Mahmoud Abbas ha ricambiato con un libro sulla Basilica della Natività, a Betlemme, e una rappresentazione della Grotta della Natività in ambra.
Il Vaticano ha sottolineato nella nota dopo l’incontro, che nei colloqui “si è ribadito che Gerusalemme debba essere riconosciuta da tutti come luogo d'incontro e non di conflitto, e come il suo status debba preservare l'identità e il valore universale di Città santa per tutte e tre le religioni abramitiche, anche attraverso uno statuto speciale internazionalmente garantito". Dopo l'udienza privata con Papa Francesco, il presidente palestinese ha incontrato il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, accompagnato dal segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher.
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