Assadakah News - L’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede, S.E. Mohammad Hossein Mokhtari, esprime grande apprezzamento per il pontefice, e dichiara che l’Iran è pronta ad accogliere Papa Francesco.
“C’è una frase che mi è particolarmente cara - dice l’ambasciatore - quella in cui Papa Francesco ricorda che il dialogo riduce le distanze, favorisce la comprensione reciproca e permette di sconfiggere l’odio. La Repubblica Islamica lo apprezza molto”.
Da accademico, S.E. Mokhtari si è sempre speso per intensificare i rapporti fra cristiani e musulmani, si confronta con la stampa nella sede dell’ambasciata, ed è sempre in prima linea per promuovere il dialogo, dai diritti umani ai diritti della donna, dal radicalismo religioso, alle questioni internazionali fra guerra e pace e all’escalation in Medio Oriente.
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“Esistono integralisti in tutto il mondo e in ogni religione, ecco perché bisogna fare fronte comune contro gli integralismi, unendo religione e ragione. Con mentalità aperta e intelligenza dobbiamo incoraggiare il dialogo interreligioso, abbandonando l’orgoglio e i pregiudizi. Per questo ho proposto al Papa una conferenza di pace con le guide religiose del pianeta. Un incontro che contribuirebbe a prevenire le guerre”, sulla scia del summit di Assisi, ma lanciato dall’Iran.
S.E. Mokhtari parla dell’ipotesi di una visita del Papa in Iran: “Sarebbe un onore poter accogliere il Santo Padre a Teheran. Vorremmo davvero che si concretizzasse. Da entrambe le parti c’è l’intenzione che si svolga il viaggio. Certo, prima desidereremmo che il cardinale Parolin possa venire in Iran e l’occasione sarebbe proprio l’anniversario dei 70 anni di relazioni diplomatiche con la Santa Sede”.
L’ambasciatore rigetta le accuse secondo cui l’Iran fomenta tensioni e sarebbe pronto per la bomba atomica: “Mi dispiace che certi governi, come quello americano, ci presentino come un Paese a favore della guerra. Fin subito dopo la Rivoluzione Islamica gli Stati Uniti ci hanno contrastato. Noi non abbiamo mai iniziato una guerra, ma solo difeso il nostro popolo. Sul tavolo viene spesso messa la questione nucleare, ripetendo che avremmo pronta un’arma di distruzione di massa. Ogni sei mesi gli Stati Uniti dicono che siamo a un passo. In realtà l’Iran non ha mai voluto produrre questa arma. Anzi, la guida suprema ne ha vietato l’uso con una fatwa. Tuttavia il Paese è sotto sanzioni internazionali. Sapete quante donne o neonati muoiono ogni giorno per mancanza di medicine? Inoltre gli slogan sui diritti umani sono un mezzo per screditare l’Iran”.
Poi l’ambasciatore parla della Russia: “Abbiamo sempre espresso giudizi negativi di fronte a un Paese che ne attacca un altro. Lo ha fatto anche la nostra guida suprema. La religione invita sempre alla pace. Tutti i profeti sono venuti per condannare le violenze. Una religione può mai giustificare l’uccisione di una madre o di un bambino inerme? Ciò mi fa affermare che quanto accade in Palestina non è colpa del popolo ebraico ma del governo Netanyahu”.
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