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USA, Russia e la questione Siria

Roberto Roggero - La Lega degli Stati Arabi sta moltiplicando, ormai da tempo, gli sforzi per riportare la pace in Medio Oriente, e diversi obiettivi sono stati raggiunti, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Uno dei motivi di contesa, soprattutto nei confronti degli Stati Uniti, è la questione Siria, e il riavvicinamento di alcuni Stati arabi, elemento che sembra non essere gradito a Washington. Di certo, la Siria è uno dei problemi ancora insoluti nel panorama regionale, allo stesso modo della Questione Palestinese.

A tutto ciò si deve aggiungere non solo la continua ingerenza americana, ma anche quella della Turchia, poiché il presidente Erdogan sta cercando di guadagnare consensi in vista delle elezioni del 2023. E’ quindi possibile che la Siria, e in particolare la popolazione siriana, sia destinata ancora una volta ad essere merce di scambio e contesa e a fare le spese di una politica sottoposta alla “ragion di stato”, in una rivalità per procura, fra USA e Russia, così come sta avvenendo per l’Ucraina. E’ difficile credere che l’amministrazione Biden sia disposta a trascurare la questione Siria, in funzione anti-Russia, visti i rapporti che Damasco ha con Mosca, soprattutto considerando la continua attività della propaganda e di quella che è una vera e propria guerra dell’informazione. A tale proposito, si ha notizia che la tv libanese Al Manar abbia riferito di un tentativo di assassinio nei confronti del presidente siriano Bashar al Assad, mentre si stava recando alla preghiera, nella moschea Al-Hassan di Damasco, per la fine del mese sacro di Ramadan, la festività di Eid al Fitr.

Le notizie parlano di alcuni colpi di mortaio che hanno colpito il quartiere Malki, e che sono stati rivendicati dai due gruppi estremisti Liwa Tahrir al-Sham e Liwa Al-Islam, i quali avrebbero fatto sapere che l’obiettivo era proprio il presidente siriano.

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