Assadakah News Agency - Anne Boyer, giornalista e Premio Pulitzer, si è ufficialmente dimessa dalla redazione del celebre quotidiano New York Times, in segno di protesta per come viene raccontata la guerra nella Striscia di Gaza, seguendo l’esempio dei finalisti del National Book Awards, che sono saliti sul palco per manifestare la propria opposizione ai bombardamenti in corso su Gaza e per chiedere il cessate il fuoco.
Anne Boyer ha rassegnato le dimissioni con una lettera aperta: “La guerra dello stato israeliano, appoggiata dagli Stati Uniti, contro il popolo di Gaza non è una guerra per nessuno. Non c’è sicurezza in questo, né per Israele, né per gli Stati Uniti o l’Europa, e soprattutto per i tanti ebrei diffamati da coloro che affermano falsamente di combattere in loro nome. Il suo unico profitto è il profitto mortale degli interessi petroliferi e dei produttori di armi.
Il mondo, il futuro, i nostri cuori: tutto diventa più piccolo e più difficile a causa di questa guerra. Non è solo una guerra di missili e invasioni terrestri. È una guerra continua contro il popolo palestinese, un popolo che ha resistito a decenni di occupazione, dislocazione forzata, privazione, sorveglianza, assedio, prigionia e tortura. Poiché il nostro status quo è l’espressione di sé, a volte la modalità di protesta più efficace per gli artisti è rifiutare.
Non posso scrivere di poesia tra i toni “ragionevoli” di chi vuole acclimatarci a questa irragionevole sofferenza. Niente più macabri eufemismi. Niente più paesaggi infernali verbalmente disinfettati. Niente più bugie guerrafondaie.
Se questa rassegnazione lascia nell’attualità un buco grande quanto poesia, allora quella è la vera forma del presente”. Anne Boyer
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