USA-Iran – forse un accordo a ottobre?

Assadakah News - Colloqui giudicati positivi, e in programma un probabile terzo round di incontri sabato 26 aprile. Il fatto che il secondo round si sia tenuto a Roma è significativo, per il ruolo dell’Italia, comunque non ancora sufficientemente definito.

Dopo aver deciso il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo nucleare nel 2018, durante il primo mandato, Trump sta cercando di rinegoziare con l'Iran, minacciando l’eventualità di un intervento militare contro il programma nucleare iraniano.

Era prevedibile non aspettarsi risultati definitivi dai colloqui tenuti all’ambasciata del Sultanato dell’Oman a Roma, ma è stato comunque utile per definire il quadro dei futuri colloqui, specialmente in merito ai tempi e al chiarimento delle richieste delle parti in causa.

Da parte iraniana, la necessità di ratificare l'accordo attraverso il Congresso degli Stati Uniti per garantire che non possa essere revocato da un futuro Presidente.

Entrambe le parti mostrano predisposizione nel volere raggiungere un accordo, e si parla del prossimo ottobre come termine per un potenziale obiettivo.

Ambedue le parti hanno punti di vantaggio ma anche debolezze, per questo vogliono raggiungere un accordo. Da indiscrezioni del New York Times pare che un intervento militare Usa sui siti nucleari iraniani potrebbe avrebbe conseguenze devastanti sugli equilibri regionali, e certamente non sarebbe risolutivo. Di certo, sia a Washington che a Teheran conviene una soluzione diplomatica e politica, piuttosto che una soluzione armata.

A differenza di quanto avvenuto nel 2015, i Paesi arabi, specialmente l’area del Golfo, stanno sostenendo i negoziati, ma bisogna considerare il fatto che in questi ultimi mesi russi, iraniani cinesi abbiamo avuto una serie di incontri per assumere una posizione condivisa, a fronte delle richieste americane. L'unico governo non allineato, e non a caso, è quello israeliano, che continua a spingere per un intervento drastico contro il programma nucleare iraniano.