Assadakah News Agency - L’Unicef ha stimato che oltre 17mila bambini nella Striscia di Gaza siano non accompagnati o separati dalle loro famiglie. E "ognuno rappresenta una storia straziante di perdita e dolore", ha spiegato il Responsabile della Comunicazione dell'Unicef per lo Stato della Palestina, Jonathan Crickx, durante la conferenza stampa di oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.
"Questo dato corrisponde all’1% della popolazione sfollata complessiva, 1,7 milioni di persone - ha aggiunto -. Naturalmente si tratta di una stima, poiché è quasi impossibile raccogliere e verificare le informazioni nelle attuali condizioni di sicurezza e umanitarie".
Crickx ha spiegato di essere tornato da Gaza questa settimana. Una permanenza dove il rappresentante dell'Unicef ha incontrato diversi bambini, ognuno con la propria storia devastante da raccontare. "Di 12 bambini che ho incontrato o intervistato, più della metà aveva perso un membro della famiglia in questa guerra. 3 avevano perso un genitore, di questi, 2 avevano perso sia la madre che il padre. Dietro ognuna di queste statistiche c’è un bambino che sta facendo i conti con questa nuova terribile realtà".
Crickx ha raccontato: "Razan, di 11 anni, era con la sua famiglia nella casa dello zio quando è stata bombardata nelle prime settimane di guerra. Lei ha perso quasi tutti i membri della sua famiglia. Sua madre, suo padre, suo fratello e 2 sorelle sono stati uccisi. Razan è stata ferita a una gamba e gliel’hanno dovuta amputare. Dopo l’intervento, la ferita si è infettata. Adesso sua zia e suo zio si stanno prendendo cura di lei, tutti sono sfollati a Rafah. In un centro in cui vengono ospitati e assistiti i bambini non accompagnati, ho visto anche due bambini molto piccoli di 6 e 4 anni. Sono cugini e le loro rispettive famiglie sono state interamente uccise nella prima metà di dicembre. La bambina di quattro anni, in particolare, è ancora fortemente sotto shock".
"Ho incontrato questi bambini a Rafah - ha detto il rappresentante Unicef – e temo che la situazione dei bambini che hanno perso i genitori sia molto peggiore nel Nord e nel Centro della Striscia di Gaza. Durante un conflitto, è comune che le famiglie allargate si prendano cura dei bambini che hanno perso i genitori. Ma attualmente, a causa della forte mancanza di cibo, acqua o rifugi, le famiglie allargate sono sotto stress e si trovano in difficoltà a prendersi immediatamente cura di un altro bambino, mentre loro stessi stanno lottando per provvedere ai propri figli e alla propria famiglia. In queste situazioni, l'assistenza provvisoria immediata deve essere resa disponibile su larga scala, mantenendo i bambini in contatto con o rintracciando le loro famiglie in modo che possano essere riunite quando la situazione si stabilizza".
Razan, come la maggior parte dei bambini che affrontano esperienze traumatiche, è ancora sotto shock. Ogni volta che ricorda quegli eventi, scoppia a piangere ed è stremata. La condizione di Razan è ancora particolarmente stressante perché la sua mobilità è gravemente compromesse e i servizi di supporto specializzato e di riabilitazione non sono disponibili. La salute mentale dei bambini è gravemente danneggiata. Presentano sintomi come livelli estremamente alti di ansia persistente, perdita di appetito, non dormono, hanno sfoghi emotivi o panico ogni volta che sentono il rumore dei bombardamenti".
Prima di questa guerra, l'Unicef riteneva che nella Striscia di Gaza più di 500.000 bambini avessero già bisogno di un supporto psicosociale e per la salute mentale. Oggi, "stimiamo che quasi tutti i bambini abbiano bisogno di questo tipo di supporto, più di 1 milione di bambini". L’Unicef e i suoi partner hanno fornito supporto per la salute mentale e psicosociale a oltre 40mila bambini e 10mila persone che se ne prendono cura dall’inizio del conflitto. "Ho seguito una di queste attività - ha spiegato in finale Crickx - ed è un vero sollievo vedere i bambini giocare, disegnare, ballare, cantare e sorridere. Li aiuta ad affrontare le terribili situazioni che hanno vissuto. Ma ovviamente, questo non è sufficiente quando vediamo la portata dei bisogni. L’unico modo per garantire questo supporto per la salute mentale e psicosociale su larga scala è un cessate il fuoco. Prima della guerra, nel 2022, il gruppo di protezione dell’infanzia guidato dall’Unicef ha fornito supporto a circa 100mila bambini. È possibile aumentare la portata adesso. Lo abbiamo già fatto in passato. Ma non è possibile nelle attuali condizioni di sicurezza e umanitarie".
Prima di concludere, il responsabile Unicef ha voluto aggiungere ancora una cosa: "questi bambini non hanno nulla a che fare con questo conflitto, ma stanno soffrendo come nessun bambino dovrebbe mai soffrire. Nessun bambino, indipendentemente dalla religione, dalla nazionalità, dalla lingua, dalla razza, dovrebbe mai essere esposto al livello di violenza visto il 7 ottobre, o al livello di violenza a cui abbiamo assistito da allora".
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