Assadakah Roma News - L'Italia è in stato di allerta, e in Ucraina deve riuscire ad affrontare i prossimi eventi con la massima preparazione. Sono questi termini usati dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, presente oggi a Bruxelles per i lavori del Consiglio Affari Esteri dell'Ue.
Roma, ha fatto intendere il titolare della diplomazia, sta seguendo con attenzione le ultime evoluzioni sul dossier ucraino. Si guarda con maggiore apprensione a quanto sta accadendo sul campo, con le schermaglie nel Donbass tra esercito di Kiev e miliziani separatisti non destinate a finire a breve.
Al contrario, la situazione sul fronte della sicurezza si sta deteriorando. Circostanza in grado di far aumentare l'allarme per una possibile escalation su vasta scala in tutto il territorio ucraino. Per questo nelle scorse ore l'ambasciata italiana in Ucraina ha effettuato delle prove di evacuazione. A renderlo noto è stato lo stesso Luigi Di Maio.
“La nostra ambasciata a Kiev in queste giornate – ha dichiarato il titolare della Farnesina – in queste ore, sta effettuando diverse prove di evacuazione del personale. Cosa ancor più importante, sta chiedendo a tutti gli italiani in Ucraina di lasciare il Paese”.
Una richiesta non nuova. Già il 5 febbraio, quando è iniziata la fuga del corpo diplomatico occidentale dalla capitale ucraina, l'ambasciata italiana ha chiesto ai nostri connazionali di andare via. È il segno della preoccupazione del governo italiano e del fatto che anche Roma crede alla possibilità di una guerra aperta su vasta scala tra Ucraina e Russia.
Al tempo stesso però l'ambasciata di Kiev resta attiva. A differenza di quanto decretato dagli Usa, che hanno spostato la principale sede diplomatica nella città di Leopoli, l'Italia ha scelto di rimanere nella capitale. “Voglio ribadire quello che ho ribadito ai miei colleghi europei qui al Consiglio Affari esteri – ha proseguito Di Maio – e cioè che l'Ambasciata italiana a Kiev resta aperta e pienamente operativa perché crediamo nella diplomazia e vogliamo dare un chiaro segnale di vicinanza al popolo ucraino”.
Di Maio la scorsa settimana si è recato prima a Kiev e poi a Mosca, dove ha incontrato i suoi rispettivi omologhi. Dalla capitale russa il ministro degli Esteri è andato via con in tasca l'invito del Cremlino per Mario Draghi. Il presidente del consiglio dovrebbe volare da Vladimir Putin in questa settimana ma ancora non è prevista alcuna data precisa. L'Italia comunque sta cercando di ritagliarsi un suo ruolo per mediare tra le parti.
Una posizione ribadita dallo stesso ex capo politico del M5S. “L'unica soluzione – ha dichiarato da Bruxelles Luigi Di Maio – può essere una soluzione diplomatica a questa crisi e l'Italia sta lavorando in tal senso. Da più parti, sia quando sono stato a Mosca sia quando sono stato a Kiev, mi è stata data la piena disponibilità a trovare una soluzione diplomatica”. Una soluzione in grado di evitare non soltanto un conflitto, ma anche le paventate sanzioni contro la Russia. “Sulle sanzioni – ha fatto sapere il ministro degli Esteri – voglio dire che l'Italia si coordinerà con i propri alleati e gli altri Paesi europei. È chiaro che lavorare a una soluzione diplomatica, come stiamo facendo adesso, significa evitare le sanzioni”. Queste ultime per il nostro Paese sarebbero deleterie. Lo scambio commerciale con la Russia è molto importante e non riguarda solamente il ramo energetico. Roma ha tutto l'interesse a evitare ulteriori misure in grado di compromettere il commercio con Mosca.
Comments