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UAE - "Made in Italy", rapporti commerciali tra Italia ed Emirati

Immagine del redattore: Patrizia BoiPatrizia Boi
Sfilata di Moda Made in Italy dello stilista italo-palestinese Jamal Taslaq, un perfetto connubio di Moda italiana con raffinati ricami palestinesi che si adagiano su silhouette italiane
Sfilata di Moda Made in Italy dello stilista italo-palestinese Jamal Taslaq, un perfetto connubio di Moda italiana con raffinati ricami palestinesi che si adagiano su silhouette italiane

Patrizia Boi (Assadakah News) - Gli Emirati Arabi Uniti si confermano un mercato strategico per il Made in Italy, consolidando il loro ruolo di hub commerciale e finanziario di rilievo globale. Con un'economia in continua espansione e una popolazione fortemente internazionale, il Paese rappresenta una destinazione privilegiata per le eccellenze italiane, in particolare nei settori della moda, dell'agroalimentare, del design e delle infrastrutture.


Con un reddito elevato, gli Emirati Arabi Uniti contano una popolazione di 9,9 milioni di persone e una produzione giornaliera di 3,1 milioni di barili di petrolio. I cittadini emiratini rappresentano circa il 12% della popolazione, mentre l'aspettativa di vita è di 78,3 anni e il tasso di alfabetizzazione supera il 90%.


Grazie ai prezzi elevati del petrolio e ad altri fattori non legati all'industria petrolifera, la ripresa economica post-pandemia è stata robusta, nonostante le difficoltà del contesto globale. Gli Emirati continuano a concentrarsi su una diversificazione industriale dell'economia, su investimenti in infrastrutture e sulla creazione di nuovi posti di lavoro, in linea con la loro visione di sviluppo nazionale.

Scambi commerciali tra Emirati Arabi Uniti e Italia - Immagine IA
Scambi commerciali tra Emirati Arabi Uniti e Italia - Immagine IA

Nel contesto commerciale internazionale, gli Emirati Arabi Uniti sono un partner strategico per l'Italia, offrendo importanti opportunità per le aziende italiane, non solo nei settori consolidati come l'alimentazione, la moda e l'arredamento, ma anche in aree in forte espansione come i programmi di capacity building nelle industrie locali e nei servizi. Il volume del commercio bilaterale ha visto una crescita significativa nel 2024, evidenziando il rafforzamento delle relazioni economiche tra i due paesi e l'interesse crescente per il Made in Italy. Grazie alla loro posizione strategica, gli Emirati fungono anche da piattaforma logistica verso l'Africa, l'Asia Minore e altre regioni.


Secondo quanto dichiarato dal Presidente dell'ICE (Italian Trade Agency), Matteo Zoppas, in occasione del Business Forum Italia-Emirati Arabi Uniti, il valore dell'export italiano verso gli Emirati ha raggiunto nel 2024 gli 8 miliardi di euro, registrando una crescita del 21% rispetto all'anno precedente e dell'11% nel periodo 2022-2023.


Tra i settori che hanno ottenuto le migliori performance si segnalano:


Meccanica 1,3 miliardi di euro (+28%)

Gioielleria (incluso oro grezzo, perle, ecc.), 1,1 miliardi di euro (+11%)

Moda 1 miliardo di euro (+36%)

Agroalimentare 380 milioni di euro (+6%)

Apparecchiature elettriche 571 milioni di euro (+52%)

Arredamento 328 milioni di euro (+24%)


Questi risultati assumono particolare rilievo se confrontati con la media generale dell'export italiano nel 2024, che è rimasta stazionaria rispetto all'anno precedente. Tale crescita conferma la centralità degli Emirati come snodo economico cruciale e testimonia la crescente domanda di prodotti italiani, apprezzati per qualità, innovazione e design.

Relazione  simbolica di crescita dell'export italiano verso gli Emirati nei vari settori - Immagine IA
Relazione simbolica di crescita dell'export italiano verso gli Emirati nei vari settori - Immagine IA

L'intensificazione dei rapporti commerciali tra Italia ed Emirati si inserisce in una più ampia strategia di internazionalizzazione del Made in Italy, che punta a rafforzare la presenza delle imprese italiane nei mercati ad alto potenziale. La dinamicità del contesto economico emiratino e il suo ruolo di ponte tra Europa, Medio Oriente e Asia rappresentano un'opportunità unica per le aziende italiane, chiamate a valorizzare le proprie competenze e a rispondere alle esigenze di un mercato sempre più competitivo e sofisticato.

Uno degli Emirati, Sharjah, sospesa sul mare


In occasione del cinquantesimo anniversario della nascita della Federazione degli Emirati Arabi Uniti, nel settembre 2021, il governo ha presentato una nuova visione strategica, incentrata sull'economia come principale motore di crescita, con l'obiettivo di garantire un futuro più diversificato e sostenibile.


L'Italia è stata individuata come uno dei dieci mercati chiave per l'ampliamento dei legami commerciali e degli investimenti. Il "Project of the 50" si pone come fulcro di questa strategia di sviluppo, con l’ambizione di rendere gli Emirati un punto di riferimento globale per gli investimenti e la creatività economica.


Il progetto si prefigge l’obiettivo di attrarre circa 125 miliardi di euro di investimenti diretti esteri entro il 2030, attraverso 50 iniziative basate su dieci principi fondamentali: valorizzazione dell'unità e dell'identità nazionale, promozione della distensione nelle relazioni internazionali, crescita economica, sviluppo del capitale umano, attrazione di talenti da tutto il mondo, miglioramento del clima imprenditoriale e potenziamento delle eccellenze nei settori digitali, tecnologici e scientifici.


Per il raggiungimento degli obiettivi di diversificazione e sviluppo, sono state adottate diverse misure strategiche. Una delle principali iniziative è l’introduzione del nuovo green visa (1), destinato a professionisti qualificati, investitori, imprenditori, oltre ai migliori studenti e laureati.


Accanto a questa, è stato creato il freelancer visa (2), pensato per i lavoratori autonomi di settori specialistici, come l'intelligenza artificiale, la blockchain (3) e il fintech (4).


Inoltre, sono stati ampliati i permessi di viaggio e sono state apportate modifiche al sistema del golden visa (5).


Un altro importante gruppo di misure è dedicato al rafforzamento del sistema di formazione locale, attraverso il programma Nafis (Compete), che mira a incentivare la partecipazione della forza lavoro emiratina nel settore privato, conosciuto come Emiratization. L’obiettivo è portare la percentuale di lavoratori emiratini nel settore privato al 10% entro il 2026, partendo dal 3,8% attuale, con un incremento di circa 75 mila unità in cinque anni. Le autorità locali riconoscono che le risorse umane e finanziarie sono fondamentali per trasformare la ricchezza derivante dal petrolio in una crescita economica diversificata e sostenibile.


In particolare, l'attenzione è focalizzata sullo sviluppo di un sistema produttivo ad alta tecnologia che non solo risponda alla domanda interna, ma che si orienti anche all'export.


A questo scopo, è stato lanciato il Progetto 10x10, che ha come obiettivo l'aumento del 10% annuo delle esportazioni emiratine verso dieci mercati globali strategici, puntando a un incremento complessivo del 14% entro il 2030. I Paesi coinvolti in questo programma includono l'Italia, la Cina, il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Russia, la Polonia, il Lussemburgo, l'Australia, la Nuova Zelanda e l'Indonesia, mentre altre nazioni europee come la Francia, la Germania e la Spagna non sono parte di questa selezione.


In parallelo, sono stati individuati 13 Paesi prioritari per l'attrazione di investimenti diretti esteri. Oltre all'Italia, tra questi Paesi figurano la Russia, l'Australia, i Paesi Bassi, l'Azerbaigian, l'Ungheria, la Cina, il Regno Unito, il Lussemburgo, la Slovacchia, la Polonia, la Nuova Zelanda e l'Indonesia.


Un'altra iniziativa rilevante è il 4th Industrial Revolution Network, una rete che coinvolge quindici imprese emiratine di primo piano nel settore del trasferimento tecnologico, tra cui ADNOC, Strata, EDGE, EAD, Emirates Global Aluminium, insieme a giganti globali dell’informatica come Siemens, Microsoft, Cisco e IBM. Il progetto si propone di stimolare la creazione di 500 nuove imprese locali nei settori ad alta intensità tecnologica.


Inoltre, è stato lanciato il Project 5BN, che prevede un investimento di cinque miliardi di AED (circa 1,2 miliardi di euro), gestiti attraverso l'Emirates Development Bank, destinati all’adozione di tecnologie avanzate nell’industria emiratina, per migliorarne la competitività a livello internazionale e contribuire al PIL del Paese.


In parallelo, il National In-Country Value Program mira a reindirizzare entro il 2025 il 42% della domanda del governo federale e delle principali aziende private verso beni e servizi prodotti localmente.


Infine, è stato creato il portale invest.ae, che raccoglie informazioni dettagliate sul quadro economico degli Emirati e sulle opportunità di investimento, favorendo l’attrazione di investimenti esteri per lo sviluppo di know-how tecnologico e organizzando summit dedicati agli investitori.

 Tavolo di discussione sul tema degli investimenti e opportunità di business tra Italia ed Emirati condotto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, S.E. Adolfo Urso
 Tavolo di discussione sul tema degli investimenti e opportunità di business tra Italia ed Emirati condotto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, S.E. Adolfo Urso

Di tutte queste questioni si è parlato al Forum di Dialogo Imprenditoriale Italia-Emirati Arabi Uniti lo scorso 24 Febbraio 2025 in cui il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, S.E. Adolfo Urso, ha condotto un tavolo di discussione sul tema degli investimenti e opportunità di business tra Italia ed Emirati, costituito da S.E. Mohamad Abdulrahman Al Hari, Sottosegretario al Ministero degli investimenti, da Matteo Zoppas, Presidente ICE (Italia Trade Agency) a Aurelio Regina, Presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria.



(1) Green Visa: È un tipo di visto introdotto negli Emirati Arabi Uniti per attrarre professionisti altamente qualificati, investitori, imprenditori e talenti in settori specifici. Il green visa consente una residenza a lungo termine nel paese, senza la necessità di un datore di lavoro, permettendo ai titolari di lavorare autonomamente, senza limitazioni. Questo tipo di visto mira a rafforzare l'economia locale, promuovendo il settore della conoscenza e dell'innovazione.


(2) Freelancer Visa: Si tratta di un visto destinato ai lavoratori autonomi, anche detti freelance, che operano in settori specialistici o di nicchia. Il freelancer visa è ideato per professionisti indipendenti che operano in ambiti come l'intelligenza artificiale, la blockchain, il fintech e altre aree tecnologiche avanzate. Questo visto consente loro di vivere e lavorare negli Emirati Arabi Uniti, facilitando l’ingresso di esperti internazionali nei settori emergenti.


(3) Blockchain: La blockchain è una tecnologia di registrazione distribuita che consente la gestione sicura e trasparente di transazioni digitali attraverso un registro condiviso e immutabile. Ogni blocco della catena contiene una serie di transazioni e viene convalidato da un gruppo di partecipanti prima di essere aggiunto alla "catena" in modo permanente. Questa tecnologia è alla base di criptovalute come il Bitcoin, ma ha applicazioni in molti altri settori, tra cui la gestione della supply chain, il voto elettronico e la gestione di contratti intelligenti.


(4) Fintech: Il termine fintech (una combinazione di "financial" e "technology") si riferisce a un settore che include le tecnologie innovative applicate ai servizi finanziari. Le imprese fintech sviluppano soluzioni tecnologiche per migliorare, automatizzare o innovare i servizi finanziari tradizionali, come i pagamenti, i prestiti, la gestione patrimoniale, l’assicurazione, le criptovalute e le piattaforme di investimento online.


(5) Golden Visa: Il golden visa è un visto di residenza a lungo termine che viene concesso a individui che fanno investimenti significativi in un determinato Paese. Negli Emirati Arabi Uniti, il golden visa è riservato a investitori, imprenditori, professionisti qualificati e talenti che dimostrano di voler contribuire positivamente all'economia del paese, mediante investimenti immobiliari, creazione di posti di lavoro o altre attività che generano valore economico. Questo visto consente di vivere e lavorare nel paese per un lungo periodo, senza necessità di un patrocinatore o datore di lavoro.

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