Assadakah - In costruzione dal 2006, la diga di Ilisu, nel sud-est della Turchia, sul fiume Tigri è stata inaugurata questo week end alla presenza del presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Fornirà il 4% del fabbisogno energetico turco ma contribuirà a cambiare l'ecosistema dell'area geografica a scapito soprattutto dei Paesi vicini, come Siria e Iraq.
La costruzione è andata avanti tra critiche degli ambientalisti e le proteste di chi abita nei paesi circostanti, circa 200, una volta pieno il bacino inonderà i centri urbani dove vivono circa 80 mila persone. Per il presidente Recep Tayyip Erdogan la costruzione era non rinviabile: "Dobbiamo tutelare le nostre risorse idriche, usarle in modo efficace e non sprecarle. Non è una scelta ma una necessità". La protesta delle associazioni in questi anni, hanno spaventato investitori esteri che piano piano si sono sfilati dal progetto come l'impresa italiana di costruzione Webuild e la banca svizzera Ubs.
Il progetto costato oltre 7 milioni e mezzo di euro è stato alla fine finanziato interamente dal governo turco. L'inaugurazione è stata salutata con una grande cerimonia che ha alimentato la narrazione propagandistica del presidente Erdogan.
Lo scorso giugno era iniziato il processo di riempimento del bacino della maxi-diga e erano stati vani gli ultimi appelli in difesa della cittadina di Hasankeyf, tra i più importanti centri della Mesopotamia con 12 mila anni di storia, (insieme ad altri 199 villaggi della zona, come si è già detto). Alcuni dei millenari monumenti sono stati portati via con controverse operazioni fortemente criticate da alcuni archeologi. Alcuni addirittura spostati e ricostruiti nel nuovo Hasankeyf Cultural Park, come il monastero islamico del XII secolo, il bagno turco di 800 anni fa e il mausoleo Zeynel Bey di 650 anni fa. Letteralmente smontati e ricostruiti.
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