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Turchia-Siria: oltre 23mila vittime. Sospese operazioni militari.

Assadakah News Agency - Il bilancio delle vittime del sisma che ha colpito Turchia e Siria ha toccato il numero ufficialmente registrato, in base ai ritrovamenti fino a oggi effettuati, di 23.259 vittime, di cui 19.875 in Turchia, mentre in Siria sono 3.384. Una cifra che, con molte probabilità, è purtroppo destinata ad aumentare.

Un giovane di 17 anni, Adnan Muhammed Korkut, è stato estratto vivo dalle macerie nella città turca di Gaziantep, vicino all'epicentro del sisma, dopo essere rimasto intrappolato per 94 ore, costretto a bere la propria urina per placare la sete e sopravvivere. Un bambino di 10 anni è stato estratto vivo dalle macerie a 90 ore dal crollo, ma per soccorrerlo è stato necessario amputargli un braccio. Su piano politico e direttamente militare, gli USA annunciano la sospensione temporanea di alcune sanzioni al governo di Damasco, e il Pkk ha sospeso le sue operazioni in Turchia. Fra le provincie siriane maggiormente colpita, quella di Idlib, dove il capoluogo è stato praticamente raso al suolo. La provincia siriana, già duramente colpita negli anni scorsi dal conflitto civile, è stata dichiarata "zona disastrata”. Molti danni anche ad Aleppo. “Non ho mai avuto questa sensazione nemmeno nei lunghi anni della guerra”, ha dichiarato un sopravvissuto.

Il Consiglio di Sicurezza ONU si riunirà per discutere della situazione umanitaria in Siria dopo la valutazione delle necessità in seguito al terremoto, mentre continuano a moltiplicarsi gli appelli per l'apertura urgente di altri valichi transfrontalieri. Lo hanno detto l'ambasciatrice svizzera Pascale Baeriswyl e il brasiliano Ronaldo Costa Filho, incaricati del dossier sulla situazione umanitaria nel paese. Il capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths dovrebbe visitare le aree colpite questo fine settimana, comprese le zone ribelli nella Siria nordoccidentale, e i due membri non permanenti del Consiglio hanno chiesto una riunione dei Quindici "il più presto possibile dall'inizio della prossima settimana" per ascoltare la valutazione di Griffiths.

Prima del terremoto la quasi totalità degli aiuti umanitari cruciali per oltre 4 milioni di persone nelle aree ribelli della Siria nordoccidentale veniva trasportata dalla Turchia attraverso il valico di Bab al-Hawa. Ma di fronte all'entità del disastro, il segretario generale Antonio Guterres ha detto di sperare che il Consiglio trovi "un accordo" per aprire nuovi valichi.

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