Assadakah News Agenty - Si aggrava di ora in ora il già catastrofico bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito fra Turchia e Siria: sono infatti oltre 21mila le vittime, 17.674 quelle confermate dalle autorità di Ankara, le restanti 3.377 in territorio siriano, da dove le informazioni arrivano in maniera più frammentaria. Al momento in Turchia, insieme alla protezione civile locale, lavorano circa 6.500 soccorritori provenienti da 56 Paesi di tutto il mondo e membri di 16 organizzazioni internazionali. Situazione ancora più complessa in Siria, in un territorio diviso fra la parte controllata dalle forze del presidente Bashar al Assad e quelle in mano ai ribelli.
Sono passate ben più delle 72 ore che i soccorritori considerano in media la deadline oltre la quale è quasi impossibile trovare sopravvissuti sotto le macerie, ma la forza della vita riesce a superare la media statistica anche con temperature glaciali e senza acqua. E il miracolo è avvenuto per Mohammed, 9 o 10 anni, estratto vivo dopo 80 ore dalle macerie di un palazzo di quattro piani crollato nel distretto di Elbistan a Kahramanmaras, città turca epicentro del terremoto del 6 febbraio e che finora ha registrato in totale 650 scosse di assestamento. Fragile e disidratato, con il pigiama e i calzini a righe che ha addosso da quella notte, ma già con quella flebo che significa vita mentre viene portato via in barella. Gli applausi della folla hanno festeggiato un altro salvataggio che ha del miracoloso a Belen, nella provincia devastata di Hatay. Gli uomini dell'Afad, l'Autorità turca per la gestione delle calamità, hanno portato alla luce un'intera famiglia, padre, madre e tre figli, dopo 82 ore. Ha sei anni invece Beren, tirata fuori a Gaziantep dalla squadra della National Disaster Response Force (Ndrf), il corpo indiano di risposta alle emergenze, che sta collaborando con il governo turco nelle aree più colpite.
In Siria primi aiuti nelle aree controllate dai ribelli Intanto prende una forma più strutturata l'aiuto ai sopravvissuti. Quasi 30mila persone sono state evacuate da Kahramanmaras su pullman, treni e aerei verso strutture ricettive in varie parti della Turchia. E si sono sbloccate anche le prime forniture verso la Siria. Il primo convoglio umanitario con le insegne Onu è transitato attraverso il valico di frontiera di Bab al-Hawa verso le zone controllate dai ribelli, ma non si sono placate le polemiche sulle sanzioni internazionali imposte a Damasco nel 2011 denunciate oggi anche dai missionari salesiani secondo i quali "la solidarietà internazionale si è mobilitata ma non trova sempre la via per arrivare ai destinatari ultimi".
L'Onu: "Gli aiuti alla Siria non siano politicizzati" Anche l'Onu ribadisce che gli aiuti di emergenza in Siria, dove sono 11 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza, "non devono essere politicizzati". E il segretario generale Antonio Guterres ha preannunciato un appello per il sostegno dei donatori alla popolazione siriana colpita. Attivato anche un meccanismo europeo, ha fatto sapere l'Ue, per l'aiuto umanitario a Turchia e Siria. Italia e Romania hanno già presentato un piano che prevede la fornitura di tende, sacchi a pelo, materassi, letti, alimenti e vestiti invernali.
Il Cdm stanzia 11 milioni di euro per l'emergenza Il Cdm ha dichiarato lo stato di emergenza "per intervento all'estero, per la durata di sei mesi, in conseguenza degli eccezionali eventi sismici che hanno colpito il territorio meridionale della Repubblica di Turchia e il territorio settentrionale della Repubblica araba di Siria il 6 febbraio 2023, ai sensi dell'articolo 29, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 2018". Inoltre "per l'attuazione degli interventi urgenti di soccorso e assistenza alla popolazione, da attuare nella vigenza dello stato di emergenza, si provvede nel limite di euro 11 milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze".
Storie di ordinario eroismo Un piccolo contributo arriva anche da chi è stato estratto dalle macerie. "Preparerò il caffè per tutti", ha promesso ai soccorritori che l'hanno salvata dalle macerie del suo appartamento un donna di Antakya rimasta sepolta per 83 ore. "Nonna non ti preoccupare, so che è tanto difficile stare senza la tua bambina però adesso ci sono io", ha detto una bambina turca di 12 anni che ha perso la madre e tutta la sua famiglia, ed è stata ricongiunta con la nonna malata di 83 anni.
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