(Agenzia Nova) - Il previsto accordo dell'Fondo Monetario Internazionale con la Tunisia, in forte crisi finanziaria, allontana i pericoli di un default e questo spiega l'aumento dei prezzi dei bond espressi in euro e dollari, ma anche una riduzione del rendimento", commenta a "Nova" Umberto Triulzi, professore ordinario di Politica economica all'Universita' di Roma "La Sapienza". Dello stesso avviso e' Thomas Claes, direttore del progetto regionale The Friedrich-Ebert-Stiftung (Fes) Nord Africa e Medio Oriente (Mena): "Dal momento che le obbligazioni guadagnano valore, significa che sono considerate piu' sicure. Quindi, almeno per ora, la paura del default e' minore.
Un prestito dall'Fmi significa nuovo denaro in entrata, quindi meno rischi". Triulzi, tuttavia, indica due fattori che potrebbero frenare la positivita' dei mercati. "Il prestito e' inferiore a quanto previsto inizialmente e non e' detto che la Tunisia sia in grado di utilizzare al meglio le risorse che riceve, se non avvengono cambia menti significativi nel Paese", aggiunge Triulzi. I prezzi delle obbligazioni in valuta forte della Tunisia sono aumentati di quasi 4 centesimi di euro e 3 centesimi di dollaro, raggiungendo il livello piu' alto da marzo, dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato di aver raggiunto un accordo di finanziamento di oltre 1,9 miliardi di dollari. I dati dell'azienda specializzata Tradeweb, ripresi dalla stampa nazionale tunisina, mostrano che le obbligazioni denominate in euro, emesse dalla Banca centrale tunisina e in scadenza nel 2023, sono aumentate di 3,8 centesimi di euro, superando quota 81 centesimi, e di 2,9 centesimi di dollaro, per essere offerte a poco piu' di 64 centesimi di dollaro.
Il Fondo monetario internazionale e le autorita' della Tunisia hanno raggiunto sabato 15 ottobre un accordo per un programma di finanziamento di 1,9 miliardi di dollari, della durata di 48 mesi, teso a sostenere le riforme nel Paese nordafricano. Il comitato esecutivo dell'FMI dovrebbe dare il via libera definitivo al prestito il prossimo mese di dicembre. Gli esperti si aspettavano, pero', una cifra intorno ai 4 miliardi di euro.
"Il nuovo programma nazionale tunisino sostenuto dal Fondo mira a ripristinare la stabilita' macroeconomica, rafforzare le reti di sicurezza sociale e l'equita' fiscale e intensificare le riforme a sostegno di un ambiente favorevole alla crescita inclusiva e alla creazione di posti di lavoro sostenibili", si legge in un comunicato stampa dell'FMI. "La comunita' internazionale puo' contribuire notevolmente al successo del programma delle autorita' attraverso il rapido rilascio di finanziamenti aggiuntivi", prosegue la nota pubblicata sul sito web del Fondo. Secondo gli esperti dell'FMI, il peggioramento del contesto globale e gli elevati prezzi internazionali delle materie prime stanno gravando pesantemente sull'economia tunisina, aggiungendosi alle debolezze strutturali e alle condizioni socioeconomiche difficili. La crescita economica del Paese rivierasco probabilmente decelerera' nel breve termine, mentre l'aumento dei prezzi internazionali delle materie prime esercitera' pressioni sull'inflazione, nonche' sui saldi esterni e fiscali. Il Fondo Monetario intende sostenere il programma di riforma economica delle autorita' tunisine per ripristinare la stabilita' esterna e fiscale della Tunisia, rafforzare la protezione sociale e promuovere una crescita piu' elevata, piu' verde e inclusiva e la creazione di posti di lavoro guidata dal settore privato.
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