Talal Khrais (National News Agency – NNA Beirut) - "La scelta del presidente Kaïs Saïed di incaricare una donna, Néjla Bouden, per la formazione del nuovo governo tunisino è una notizia di speranza, carica di significato, non solo politico, che afferma l'esistenza di una chiara volontà nel tenere dritta la barra dei diritti e delle libertà. È una novità assoluta nel mondo arabo che testimonia la specialità tunisina, una realtà storicamente laica che non solo rispetta i diritti delle donne ma attribuisce loro una importanza fondamentale nella crescita del Paese". Così, Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Affari esteri.
"Nei mesi scorsi - aggiunge - il popolo tunisino, stremato dal combinato disposto di una perdurante crisi economico-sociale e dagli effetti della pandemia, ha chiesto a gran voce di essere governato, di uscire dal pantano e dalle sabbie mobili della politica, agitato ed inquieto per le interferenze esterne che soffiavano sulla paralisi istituzionale e preoccupato a larga maggioranza da una possibile deriva islamista. È questa la chiave di lettura per capire gli ultimi accadimenti. Probabilmente, la forma di governo tunisina è destinata ad evolvere in un presidenzialismo forte, molto più nelle corde di questo Paese rispetto all'impianto istituzionale vigente, ma questa scelta è emblematica perché guarda al futuro e non al passato".
"È la prima volta che, nel mondo arabo, una donna viene chiamata a formare un governo. L'incarico affidato dal presidente della Tunisia Kais Saied a Najla Boudin è un evento, da questo punto di vista, storico, ed è un ottimo segnale per tutto il mondo. Anche il primo punto del suo programma, la lotta alla corruzione, va nella giusta direzione ed è uno dei problemi più gravi nel paese". Lo scrive sulla sua pagina Facebook l'eurodeputato dei Socialisti e Democratici Europei Andrea Cozzolino, presidente della delegazione del Parlamento Europeo per le relazioni con i paesi del Maghreb.
"Siamo certi che questo è solo il primo di una serie di atti che riporteranno la Tunisia verso l'uscita dall'emergenza democratica cominciata lo scorso 25 luglio, quando Saied ha avocato a sé la guida dell'Esecutivo e ha sospeso il Parlamento. Perché questa azione non sia di facciata ed isolata sarà decisivo dare alla comunità internazionale e soprattutto al popolo tunisino un percorso credibile e una transizione certa in direzione di una ripresa delle funzioni di tutte le istituzioni democratiche.
All' Europa - sostiene Cozzolino - il decisivo ruolo di sostenere questa enorme sfida e non lasciare sola la Tunisia e il suo popolo".
Najla Bouden Romdhane è stata nominata primo ministro tunisino nel tentativo di portare fuori il Paese da una grave crisi politica e sarà la prima donna a guidare un esecutivo in tutto il mondo arabo, sottolinea l'agenzia Mena.
"Per la prima volta nella storia della Tunisia, una donna guiderà il paese come primo ministro, un onore e un omaggio alle donne della Tunisia", ha detto il presidente tunisino Saied, introducendola e chiedendo alla neo premier di presentare un esecutivo "nelle prossime ore o nei prossimi giorni".
In un video postato su Facebook, il capo dello stato dichiara la volontà di "lavorare assieme, armati di una solida e costante determinazione per combattere la corruzione e lo stato di caos" in cui versano le istituzioni governative.
Classe 1958, nata nel governatorato centrale di Kairouan, Najla Bouden Romdhane è docente presso la Scuola nazionale di ingegneria di Tunisi, specializzata in geoscienze. Arriva alla guida del governo in un momento di grande incertezza, oltre due mesi dopo la decisione di Saied, senza precedenti, di sospendere il parlamento, licenziare il precedente governo e prendere il controllo del paese in preda a uno stallo politico e crescenti tensioni economiche.
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