(Agenzia Nova) - La premier della Tunisia, Najla Bouden Ramadan, ha incontrato questa mattina, martedi' 5 luglio 2022, presso il Palazzo del Governo alla Kasbah, una delegazione di alto livello dell'azienda italiana Eni guidata da Guido Brusco, direttore generale Natural resources, alla presenza della ministra dell'Industria, delle miniere e dell'energia, Najla Nouira el Kengi, e dell'ambasciatore d'Italia in Tunisia, Lorenzo Fanara.
Secondo una dichiarazione della presidenza del governo tunisino, Bouden ha sottolineato "l'importanza di rafforzare e sviluppare la cooperazione con l'azienda italiana, nel quadro della politica del governo che mira a raggiungere la sicurezza energetica del Paese garantendo un approvvigionamento continuo e diversificando le sue fonti, incoraggiando gli investimenti in questo settore, in particolare nel campo delle energie alternative e rinnovabili". Il capo del governo ha suggerito "la creazione di un centro di eccellenza nel settore energetico per le sviluppare competenze nella provincia meridionale di Tataouine".
Da parte sua, Brusco ha "accolto con favore l'imminente avvio della produzione dei due impianti solari fotovoltaici nella provincia di Tataouine dopo averli collegati alla rete elettrica", ha aggiunto la nota. Il dirigente di Eni ha sottolineato "il proseguimento della produzione e l'espansione degli investimenti in Tunisia nel campo delle energie rinnovabili, soprattutto alla luce della guerra russo-ucraina, che ha contribuito direttamente all'approfondimento della crisi energetica a livello globale, che ha reso necessario il rafforzamento delle partnership con i Paesi del continente africano", conclude la nota del governo. Sara' allacciato alla rete elettrica nazionale della Tunisia "nei prossimi giorni" il progetto realizzato da Eni in collaborazione con Etap, la compagnia di Stato elettrica della Tunisia, ormai ben due anni fa. Lo riferisce il sito di notizie tunisino "Tunisie numerique", specificando che il progetto consiste in una centrale elettrica fotovoltaica con una capacita' installata di 10 Mwp, vicino la citta' di Tataouine, nel sud del Paese, che dovrebbe fornire alla rete nazionale energia verde. Il caso, iniziato nel 2020, consiste nel mancato permesso concesso nazionale dalla Steg, la societa' di Stato che si occupa della rete elettrica nazionale,
all'avvio delle funzioni della centrale, in violazione dei propri obblighi. Infatti, l'impianto, assegnato in una gara statale nel 2018 come parte del piu' ampio progetto di sviluppo del settore delle rinnovabili, non ha ancora prodotto un solo kilowattora di energia rinnovabile nonostante fosse pronto da tempo. Fonti di "Agenzia Nova" avevano spiegato lo scorso anno che dietro allo stallo imposto dalla Steg ci sarebbe la volonta' delle organizzazioni sindacali di categoria di ostacolare le politiche istituzionali funzionali alla liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica. Il messaggio per gli investitori internazionali del settore, da tempo in attesa di vedere una soluzione a questa situazione, non era stato certo dei migliori. L'amministratore delegato di Steg, Hichem Anen, ha ora deciso di sbloccare la pratica e di collegare l'unita' Eni di Tataouine, nel sud del Paese, alla rete elettrica. Eni e' presente in Tunisia dal 1961 e opera nel Paese nei settori Upstream con attivita' concentrata nelle aree desertiche del sud e nell'offshore mediterraneo, Gas & LNG Power and Marketing con la gestione del gasdotto Transmed che collega l'Algeria all'Italia attraverso la Tunisia e Refining & Marketing.
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