Assadakah News - L'ambasciatore d'Italia in Tunisia, Alessandro Prunas, ha inaugurato il complesso di Santa Croce nel cuore dell'antica Medina di Tunisi, dopo il restauro da parte dell'Agenzia Italiana Cooperazione Sviluppo (Aics). Il complesso è situato nei pressi di Bab Bhar (Porta di Francia) ed è patrimonio mondiale Unesco dal 1979. Caratterizzata dalla diversità culturale, la Medina ha accolto nel corso dei secoli comunità variegate e ospita ancora oggi edifici religiosi di tradizioni diverse da quelle dell'Islam, come sinagoghe e chiese principalmente cattoliche. Tuttavia, all'inizio del XXI secolo, la maggior parte di questi edifici ha perso la sua funzione originaria, trasformandosi in luoghi culturali o uffici amministrativi. Durante l'inaugurazione del complesso di Santa Croce, l'ambasciatore Prunas ha elogiato la collaborazione tra Aics e la municipalità di Tunisi, sottolineando che "si associa perfettamente agli sforzi dell'Italia per accompagnare la Tunisia verso la protezione e valorizzazione del suo patrimonio culturale", rendendolo "accessibile al più ampio pubblico" e mettendolo "in dialogo e in sinergia con le comunità locali". "Questi spazi architetturali sono stati riabilitati e adattati per accogliere attività creative", ha sottolineato l'ambasciatore, precisando che questo restauro "aiuta non soltanto a preservare il patrimonio", ma anche a ridare slancio al "tessuto economico, sociale e culturale, in particolare nell'ambito della creatività, dell'artigianato e del design".
La costruzione della Chiesa di Santa Croce, iniziata nel 1833, fu completata nel 1837. A partire dalla metà del secolo, sorsero problemi strutturali dovuti alla mancanza di un solido progetto architettonico. In quello stesso periodo, fu costruito il presbiterio e furono eseguiti lavori di consolidamento e ampliamento. Dopo l'istituzione del protettorato francese nel 1881, nei primi decenni del XX secolo furono eseguiti lavori di manutenzione e restauro. A seguito dell'indipendenza della Tunisia nel 1956, la chiesa fu definitivamente chiusa e il complesso fu ceduto allo Stato tunisino, che ne garantì l'uso per l'interesse pubblico. L'edificio fu quindi trasformato per ospitare servizi comunali, mentre il presbiterio fu messo a disposizione di compagnie teatrali e artigiani. Successivamente, il programma di recupero e conservazione del complesso (chiesa e presbiterio), cofinanziato dalla Cooperazione italiana e dalla Municipalità di Tunisi, e realizzato in collaborazione con l'Associazione per la salvaguardia della Medina di Tunisi (Asm), ha restituito l'edificio alla comunità della Medina e a Tunisi.
Grazie alla proficua collaborazione tra questi tre enti, che incarnano l'eccellente stato delle relazioni tra Italia e Tunisia, il complesso di Santa Croce ha beneficiato di un programma di recupero e salvaguardia, i cui lavori si sono conclusi nel giugno 2024 con il restauro della chiesa. Questo progetto ha quindi permesso di restituire alla comunità un patrimonio architettonico di valore sia per la città che per il Paese.
Il programma si inserisce nella politica di valorizzazione del patrimonio monumentale attuata dal Comune di Tunisi volta a rivitalizzare il centro storico. Il restauro del complesso è stato inizialmente finanziato dal governo italiano con un contributo di 211.743 euro nell'ambito del contributo volontario all'Unesco per l'anno 2000, consentendo di consolidare e mettere in sicurezza la struttura del presbiterio. Tra il 2007 e il 2017 sono stati stanziati nuovi fondi dalla Cooperazione italiana, per un importo complessivo di 1.210.388 euro, a cui si è aggiunto un contributo tunisino di 93.750 euro, portando il finanziamento complessivo della seconda fase dell'iniziativa a sostegno del restauro del complesso a 1.304.138 euro. I lavori di restauro del presbiterio sono stati completati nell'ottobre 2017, mentre quelli della chiesa sono stati ultimati nel giugno 2024. Alla cerimonia inaugurale odierna hanno partecipato anche il direttore dell'Aics di Tunisi, Andrea Senatori, e il segretario generale incaricato della gestione della municipalità di Tunisi, Lotfi Dachrawi.
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