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Trevignano - Ricordare e riconoscere Meç Egern, il genocidio armeno

La vice ambasciatrice Marietta Stepanyan con il sindaco di Trevignano, Claudia Maciucchi, e il vice sindaco Luca Galloni
La vice ambasciatrice Marietta Stepanyan con il sindaco di Trevignano, Claudia Maciucchi, e il vice sindaco Luca Galloni

Talal Khrais - Si è tenuto ieri pomeriggio, nel Comune di Trevignano Romano, un incontro di grande significato, culturale e non solo, per ricordare e riconoscere il genocidio che gli armeni chiamano Meç Egern, con il sindaco Claudia Maciucchi e il vice sindaco Luca Galloni in prima linea, al quale hanno partecipato la vice ambasciatrice della Repubblica di Armenia, S.E. Marietta Stepanyan, accompagnata da alcuni membri dell’ambasciata della Repubblica di Armenia fra cui Anna Blurtsyan, oltre alla scrittrice Sonya Orfalyan, che ha portato la propria testimonianza, e con Elsa Amirkhanyan in rappresentanza della Associazione delle Comunità Armene di Roma e del Lazio; Maja-Paola Lolli-Ghetti e Hassan Abou-Harfouche, presidente della Associazione “Un Cedro per la Pace” come ospiti ed esperti della materia, e Talal Khrais, giornalista, storico e presidente della associazione italo-araba Assadakah. Ospite davvero particolare, il pianista Hayk Melikyan, che ha incantato il pubblico con melodie e capacità uniche.

Dopo i saluti del sindaco di Trevignano, Claudia Maciucchi, ha preso la parola la vice ambasciatrice Marietta Stepanyan: “Un momento di unione e di pace. I miei sinceri ringraziamenti per questo onore, in riconoscimento del genicidio armeno, e porgo i saluti dell’ambasciatore Vladimir Karapetyan, che per impegni ufficiali preesistenti non ha potuto essere presente. Centodieci anni fa il popolo armeno ha attraversato quello che è storicamente riconosciuto come il primo genocidio del 20° secolo, ma nonostante le atrocità il popolo armeno ha saputo riprendersi e fondare una nazione indipendente e a preservare la propria identità e cultura. Saremo sempre grati a tutti i Paesi amici dell’Armenia, e in particolare all’Italia, che ha accolto gli esuli del genocidio, dando loro non solo la possibilità di sopravvivere, ma anche di integrarsi pienamente nella società italiana. Un grazie a Trevignano è un evento estremamente importante e significativo, un messaggio perché avvenimenti del genere non avvengano ancora. Ringrazio per la sensibilità e il sostegno, soprattutto per le iniziative culturali, che sono uno sviluppo nei fraterni rapporti fra Italia e Armenia".

Sonia Orfanyan, dello staff dell’ambasciata armena, ha portato la propria testimonianza: “E’ un fatto che il popolo armeno sia capace di riprendersi e creare uno Stato indipendente. La storia è nota, ma ogni armeno ha una sua propria storia, come la mia famiglia, originaria di una delle parti più antiche dell’Armenia, dalla città di Urfa, l’antica Cilicia. Mio bisnonno, e mio nonno bambino, furono deportati in Libia, e alla fine io sono nata in Libia. Risalire alle origini è stato difficile, non ci si faceva molte domande, si cercava di sopravvivere, c’era poco tempo per studiare. Mio padre viveva nella comunità armena di Gerusalemme, e da lì è andato in Libia con l’esercito britannico, dove ha incontrato mia madre. Quando viene creato lo stato di Israele, nel ’48, mio padre venne dichiarato automaticamente profugo palestinese rifugiato in Libia. Nel 1970, con la rivoluzione in Libia, siamo arrivati in Italia, dove abbiamo frequentato le scuole, e qui siamo rimasti. Sono diventata cittadina italiana dopo ben 25 anni, da deportata armena, palestinese e libica…un bel miscuglio di esperienze, che sono comunque state un arricchimento…”.

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