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Trevignano - Incontro internazionale con ambasciatrici per la pace

Talal Khrais (NNA) - Trevignano Romano ormai ha oltrepassato i confini nazionali, e ha dimostrato di non essere solo storia, cultura e museo etrusco, pur sempre tesori di inestimabile valore, ma bandiera internazionale della cooperazione e della pace. Un avvenimento suggellato dal Convegno Internazionale che si è svolto il 25 novembre presso il Palazzo Comunale, con la magnifica accoglienza del sindaco Claudia Maciucchi.

La violenza sulle donne è un tema purtroppo ancora attuale, un’emergenza difficile da eliminare, ma l’impegno è straordinario, soprattutto da parte delle donne che hanno partecipato al Convegno, che è stato di richiamo internazionale sia per il tema trattato, che per la presenza di ospiti di valore, in rappresentanza dei Paesi Arabi e dell’Armenia, oltre a diverse e importanti autorità locali.

A ventidue anni dalla scelta dell'ONU di dedicare un giorno alla violenza contro la donna, il percorso verso il diritto a una vita libera dalla violenza, è ancora lungo. In tutto ciò è da evidenziare il sincero e profondo impegno di istituzioni, politica, società civile, che si mobilitano insieme per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale con iniziative mirate, incontri, dibattiti e convegni che approfondiscano la necessaria coscienza e manifestino la decisione di abbattere la violenza con la comprensione, il dialogo e la cooperazione.

Al Convegno di Trevignano è apparso unanime l’accordo circa il fatto che la situazione richieda ancora una condizione di prioritaria emergenza, e un impegno sempre maggiore, perché il problema è la debolezza della società civile e la mancanza di applicazione di certe leggi. Il tema in questione è stato affrontato da alcune donne di prestigio e profondamente impegnate, con notevole successo, nella diplomazia internazionale. Sono infatti intervenute S.E. Inas Mekkawi, capo missione diplomatica della Lega degli Stati Arabi in Italia; S.E. Tsovinar Hambardzumyan, ambasciatrice dell’Armenia; Zekia Seddiki, presidente di “Mama Sofia” e moglie del compianto ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio; Soumaya Hadef, consigliere per le relazioni estere all’ambasciata di Algeria; Rita Tekeyan, nota artista proveniente dall’Armenia; i rappresentanti di Assadakah e della associazione “Un cedro per la Pace”, e Viola Catena, assessore al Comune di Trevignano Romano.

Autorevole, inoltre, la presenza di Eleonora Mattia (in rappresentanza della Regione Lazio) e del sindaco di Trevignano Romano, Claudia Maciucchi, impegnata con estrema passione, che è stata seguita dalla intera comunità nel rispondere all’appello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha scelto proprio il 25 novembre come giorno della lotta alla violenza sulla donna, sollecitando governi, organizzazioni internazionali e Ong a spendere questo giorno per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne. Violenza non solo fisica, ma intesa anche come disuguaglianza, disparità di trattamento sociale ed economico. “La risposta del piccolo e grande Paese è stata immediata, non sono stati spesi soldi dei contribuenti, sono stati investiti sforzi personali e la grande passione del sindaco e del suo comune” ha detto Talal Khrais, responsabile delle relazioni internazionali di Assadakah, presentando gli ospiti.

Dopo oltre vent’anni, panchine e scarpe rosse, divenuti ormai simboli del tema e della giornata, sono ovunque. Negli ultimi decenni sono stati compiuti sforzi significativi per riconoscerla, eliminarla e prevenirla in tutte le sue forme. Tuttavia, per troppe donne, il diritto ad una vita libera dalla violenza non è ancora realtà. Ma tante donne denunciano oggi la violenza, è un atto che richiede coraggio, abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo.

Dal Convegno, è emerso che, malgrado l’ottimismo, esiste una realtà triste: “La violenza contro le donne uccide più della mafia. Agire dopo, con pene esemplari non è sufficiente, bisogna riconoscere i segnali prima e fermare i violenti con fermezza. La donna deve essere ascoltata e creduta. E questo non sempre succede. Il Parlamento approvi quanto prima il pacchetto antiviolenza”. La libertà e la dignità della donna sono troppo spesso violate da forme di violenza fisica o psicologica davvero ripugnanti, che ne limitano i diritti e ne violano la dignità. In Italia le donne sono molto attive nella tutela dei propri diritti e nell’affermare la propria libertà, spesso vestendo anche l’uniforme, per combattere la violenza in tutti i suoi aspetti, non solo fisico, ma psicologico, spirituale e anche dal punto di vista informatico-digitale.

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