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Tagikistan – Da Dushanbe la resistenza ai Talebani


Redazione Assadakah - E' il Tagikistan il Paese che ha offerto protezione ai leader della resistenza contro i talebani arrivati al potere a Kabul il 15 agosto scorso. Lo scrive il Financial Times, sottolineando che i Paesi confinanti con l’Afghanistan temono che la presa di potere dei Talebani possa favorire radicalismo e traffico di droga, oltre ad aumentare i flussi di rifugiati. Il Tagikistan, tuttavia, ha già fatto sapere che è obbligo morale sostenere circa un terzo della popolazione afghana che si oppone ai Talebani, e che è di diretta discendenza tagika.

Ahmad Massoud, leader del Fronte di Resistenza Nazionale dell’Afghanistan e figlio di Ahmad Shah Massoud, il Leone del Panshir eroe della resistenza contro sovietici e Talebani, insieme a Amrullah Saleh, ex vice presidente che ha rivendicato la presidenza dopo la fuga di Ashraf Ghani, e Abdul Latif Pedram, capo del partito del Congresso Nazionale dell’Afghanistan, hanno tutti ricevuto protezione e attualmente si trovano nascosti a Dushanbe, capitale del Tagikistan. “Tutto il peso delle conseguenze negative del ritiro della coalizione internazionale sta ricadendo sulle spalle dei paesi vicini - ha detto il presidente del Tagikistan, Emomali Rahmon - se non prestiamo attenzione a quanto accade, c’è il rischio che si ripeta quanto successo nel 2001”.

Secondo le voci imperanti, il rifiuto dei Talebani a istituire un governo federale, non può che condurre a una guerra aperta, perché o si accetta lo Stato Islamico oppure no. Ulteriori commenti non servono. I leader del Fronte della Resistenza annunciano la riscossa, ben sapendo che i nuovi padroni di Kabul hanno messo sulla loro testa taglie superiori ai 200mila dollari. La resistenza è stata finora finanziata solo da afgani benestanti, ma il Congresso Nazionale Afghano punta a ottenere il sostegno della Russia, in seguito a contatti già avvenuti, di cui pare che il presidente del Tagikistan sia pedina di prima grandezza e in attesa di un imminente prossimo incontro con Vladimire Putin.

Il pericolo è che le autorità talebane scatenino il terrorismo internazionale, e allora saremo tutti coinvolti, ha sottolineato il presidente Rahmon.

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