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Sudan – Trovate le tracce della prima guerra razziale della storia

Roberto Roggero – Fu un radicale cambiamento climatico, secondo i ricercatori dell'Università di Tolosa, a causare quello che, a tutti gli effetti, è registrato come il primo conflitto razziale della storia dell'umanità. La scoperta ha origine in un precedente ritrovamento, nel 1964, di alcuni resti umani di una sessantina di individui, lungo le sponde del Nilo sudanese, datai ad almeno 13.000 anni fa. Da allora, la zona è diventata nota come “Cimitero di Jebel Sahaba”.

Sono stati sempre i tecnici dell'ateneo di Tolosa e del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica che, dopo un nuovo, meticoloso e capillare lavoro di indagine e di esami scientifici sulle ossa di Jebel Sahaba, hanno concluso che in quel territorio, molti millenni fa, sia avvenuta di certo più di una guerra, ovvero, un periodo caratterizzato da continui violenti conflitti, aggravati da un repentino mutamento delle condizioni climatiche, come si legge nel resoconto pubblicato su “Scientific Reports”.

In diversi resti sono stati identificati oltre un centinaio di traumi e ferite di natura violenta che in precedenza non erano stati evidenziati e documentati. Fra questi, numerose lesioni da freccia e lancia, associate al naturale processo di decomposizione.

Lo studio ha concluso che almeno il 67% degli individui sepolti nel Jebel Sahaba ha riportato traumi, lesioni o ferite, in parte guarite, e che la maggior parte sono dovute a perforazioni da punta di freccia o lancia. Una teoria che rafforza notevolmente la versione proposta di una lunga serie di conflitti, con numerosi attacchi in forze delle varie parti in causa.

La paleontologa Isabelle Crevecoeur, responsabile della équipe scientifica, ha dichiarato infatti: “Nel Jebel Sahaba ha sicuramente avuto luogo molto più che un singolo evento bellico. Grazie ai nuovi dati acquisiti, possiamo affermare che si verificarono episodi ricorrenti di violenza interpersonale. Le pressioni territoriali e ambientali causate dai cambiamenti climatici sono probabilmente responsabili di questi frequenti conflitti fra gruppi culturalmente distinti di cacciatori, pescatori e raccoglitori semi-sedentari della Valle del Nilo“.

La ricerca ha rilevato, inoltre, che in quel periodo si verificò un raffreddamento climatico noto come “Dryas Recente”, preceduto da un periodo di clima favorevole che permise alle popolazioni di espandersi verso nord. Tuttavia, con l’arrivo di questa fase, i ghiacciai dell’era glaciale che coprivano gran parte dell’Europa e del Nord America raffreddarono il clima dell’Egitto e del Sudan. Il fenomeno, a sua volta, provocò una diminuzione delle risorse, costringendo le persone a vivere vicino al Nilo, dove si verificarono molti scontri tra i vari gruppi. “Questi risultati arricchiscono la nostra comprensione dei contesti in cui si sviluppa la violenza tra diverse etnie“, conclude Luke Glowacki, dell’Università di Harvard. Allo stesso modo, l’esperto afferma che i nuovi dati “forniscono ulteriori prove per un consenso emergente sul fatto che i raccoglitori, come le popolazioni agricole, abbiano mostrato violenza interpersonale sotto forma di continui raid e imboscate“.

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