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Sudan - Trecentomila in fuga da Wad Madani

Assadakah News Agency - Mentre proseguono i combattimenti fra la Forza di Supporto Rapido (RSF, paramilitari ribelli) e la Sudan Army Force, più di 300mila persone stanno fuggendo nel caos dei combattimenti.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) ha affermato che centinaia di migliaia di persone sono fuggite mentre proseguono gli scontri intorno alle città chiave. Secondo quanto riferito, i paramilitari ribelli starebbero avanzando verso Wad Madani, capitale dello stato di El Gezira e hanno attaccato anche Rufaa. Se la RSF dovesse conquistare Wad Madani, dove si trova un importante ponte sul Nilo Azzurro, potrebbe avvenire un ennesimo massacro. Testimoni riferiscono di irruzioni nei villaggi vicini e di posti di blocco in tutta la città, sottoposta a saccheggio, senza la presenza dell’esercito o della polizia.

La guerra tra l’esercito e RSF ha costretto più di sette milioni di persone ad abbandonare le proprie case, ha lasciato la capitale Khartoum in rovina, ha causato una crisi umanitaria e innescato ondate di razzie a sfondo etnico e omicidi in Darfur. A Khartoum, la RSF è stata accusata di saccheggio di case, violenza sulle donne e di uccisioni e detenzioni arbitrarie.

Emergency evacua la clinica

A causa dell’intensificarsi dei combattimenti nell’area di Wad Madani, Emergency è stata costretta a evacuare il personale della sua clinica satellite non residente in città e a sospendere le attività della clinica. Lo staff, composto da dieci persone tra cui chirurghi e farmacisti, tutti sudanesi, si sta dirigendo a Sud, fa sapere una nota dell’organizzazione nata in Italia. La clinica era stata aperta lo scorso agosto per garantire visite pre-operatorie a pazienti cardiaci che necessitano di un intervento e visite di follow up e somministrazione della terapia anticoagulante ai pazienti già operati al Centro Salam di cardiochirurgia così da permettere la continuità delle cure salvavita a chi non poteva spostarsi e raggiungere la capitale a causa delle difficilissime condizioni di sicurezza. A Wad Madani, Emergency ha tuttora anche un magazzino dove si trovano i rifornimenti indispensabili alle attività mediche e chirurgiche del Centro Salam, del quale al momento non si hanno notizie.

“Evacuando lo staff abbiamo dovuto lasciare i pazienti a cui avevamo cercato di offrire continuità nelle cure dopo l’operazione al cuore, proprio per la difficoltà che avevano nel raggiungere il Centro Salam a Khartoum. Nel nostro magazzino lasciamo invece i rifornimenti necessari al mantenimento delle attività del Centro Salam, che per ora non potranno arrivare dove servono”, ha commentato Gina Portella, coordinatrice del Programma di Emergency in Sudan, da Khartoum.

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