Assadakah News Agency - In una crisi economica sempre più soffocante, i governanti del Sudan sono in trattativa con alcune forze politiche del Paese per ripristinare un’amministrazione civile dopo più di un anno di governo militare in seguito al golpe dell'ottobre 2021. Mercoledì, alti diplomatici degli Stati Uniti e di altre nazioni europee hanno concluso due giorni di colloqui con i rappresentanti sudanesi per spingere verso un accordo finale che riporti il Sudan a una transizione verso la democrazia. Il colpo di Stato ha fatto deragliare la breve transizione democratica del Paese, seguita alla rimozione del presidente autocratico Omar al-Bashir nell'aprile 2019.
Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, è arrivato nella capitale sudanese, Khartoum, dopo aver visitato Mali e Mauritania, nel suo secondo viaggio in Africa quest'anno. Il capo della diplomazia russa ha presentato Mosca alle nazioni africane come una forza anti-imperialista, sfruttando il risentimento per il colonialismo occidentale. La crescente influenza della Russia è stata particolarmente evidente a gennaio in Burkina Faso, quando i manifestanti che condannavano la Francia e la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale hanno sventolato bandiere russe per le strade della capitale, Ouagadougou.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha incontrato i militari al governo in Sudan, come ultima tappa del tour in Africa. Il viaggio ha cercato di rafforzare i legami e di espandere l'influenza di Mosca in Africa in un momento in cui l'Occidente ha cercato di isolare la Russia per l'aggressione all'Ucraina. Lavrov ha avuto colloqui con il generale Abdel Fattah Burhan, capo del Consiglio di sovranità del Suda, con suo vice, generale Mohammed Hamdan Dagalo, a capo di una potente formazione paramilitare nota come Forze di Supporto Rapido. Gli incontri si sono concentrati sul miglioramento della cooperazione tra i due Paesi, ha riferito l'agenzia di stampa statale Suna, senza fornire dettagli.
In una successiva conferenza stampa, Lavrov ha riconosciuto la presenza di società minerarie di proprietà russa in Sudan. Secondo una recente inchiesta, il Gruppo Wagner, organizzazione paramilitare vicina a Putin, ha una forte presenza nelle province del Sudan. Funzionari sudanesi e documenti condivisi, proverebbero che il gruppo ha ottenuto il controllo di varie miniere d'oro dai leader del Paese in cambio di addestramento e intelligence.
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