Sudan - Situazione sempre più tragica 4/4
- Roberto Roggero
- 13 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Assadakah News - Solo nello stato di Khartoum sono più di 1,5 milioni le persone affette da grave crisi nel rifornimento di acqua potabile. Si prevede che nel 2025 circa 3,2 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta. Di oltre 12 milioni di sfollati interni, il 60% sono minori e il 40% bambini (0-11). Nel Paese sono stati ad oggi oltre cento gli attacchi a strutture sanitarie, e solo l`80% di queste è parzialmente funzionante.
Con la guerra che imperversa sempre più violenta e gli scontri per la riconquista della capitale, il rischio è anche quello di non avere più rifornimenti di farmaci e beni di prima necessità in quantità sufficiente. "Al momento possiamo contare su una scorta di medicine che durerà un paio di settimane - ha sottolineato Matteo D’Alonzo, direttore del Centro di Emergency a Khartoum - in particolare per i pazienti pediatrici, senza le terapie adatte e la possibilità di riferirli ad altre strutture la situazione è drammatica. Se la strada per Khartoum non riaprirà ai convogli umanitari, sarà un problema portare avanti le attività nella capitale".
"Da due anni il Sudan è dilaniato da una guerra civile che ha provocato una catastrofe umanitaria senza precedenti. Come in ogni guerra, sono i civili a pagare il prezzo piu' alto. Una larga parte della popolazione è dovuta fuggire: su circa 50 milioni di abitanti, dodici milioni sono gli sfollati interni, tre milioni sono rifugiati nei paesi limitrofi, soprattutto Egitto, Chad e Sud Sudan. Per questo è essenziale rilanciare il negoziato", ha aggiunto Impagliazzo, ricordando gli aiuti distribuiti in alcune aree di crisi e l'impegno di Sant'Egidio per l'evacuazione delle suore salesiane, intrappolate lungo la linea del fronte a Khartum.

L'Italia si impegni a far riprendere i negoziati per mettere fine al conflitto che imperversa in Sudan da ormai due anni e per garantire al Paese l'accesso degli aiuti umanitari. E' la richiesta formulata oggi dal segretario generale della Comunità di Sant'Egidio, Paolo Impagliazzo, durante conferenza stampa tenuta oggi alla Camera dei Deputati. All'iniziativa, promossa dal deputato Paolo Ciani e dedicata all'emergenza umanitaria in Sudan, sono intervenuti il missionario comboniano Antonio Soffiantini, Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere, Brando Ricci di Nigrizia e padre Jorge Naranjo in collegamento da Port Sudan. "Siamo qui per accendere i riflettori sul Sudan, un paese in cui e' in corso una catastrofe umanitaria", ha detto Impagliazzo, che a nome della comunità ha chiesto "al governo italiano, visto l'impegno verso l'Africa attraverso il Piano Mattei, uno sforzo per la ripresa dei negoziati per porre fine al conflitto, garantire l 'accesso della popolazione agli aiuti umanitari e continuare l'accoglienza di famiglie vulnerabili in fuga dalla guerra attraverso i corridoi umanitari".
Le Nazioni Unite (Onu) hanno avvertito di un "drammatico calo" dei finanziamenti internazionali per il Sudan, Paese che sta affrontando una grave crisi umanitaria a causa del conflitto in corso. "Tagli improvvisi ai finanziamenti da parte dei principali donatori governativi rappresentano un colpo catastrofico per l'assistenza umanitaria in Sudan, dove e' in corso una delle crisi umanitarie più letali dei nostri tempi", ha dichiarato l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) in un comunicato.
L'agenzia Onu ha sottolineato che i tagli arrivano in un momento in cui le necessità nel Paese sono ai massimi storici: oltre la metà della popolazione soffre la fame e il rischio di carestia e' in crescita. Secondo l'Ocha, quest'anno sarebbero necessari 4,2 miliardi di dollari per gli aiuti umanitari in Sudan, ma finora è stato ricevuto solo il 6,3% dei fondi richiesti.
L'agenzia ha avvertito che l'interruzione improvvisa dei finanziamenti metterà fine agli aiuti salvavita per milioni di donne, bambini e gruppi vulnerabili in tutto il Paese. "Senza finanziamenti urgenti, la carestia rischia di diffondersi nei prossimi mesi", ha avvertito l'Onu.
La Ocha ha sollecitato tutti i principali donatori a riconsiderare la loro decisione di ridurre i finanziamenti per il Sudan, esortando governi, fondazioni, organizzazioni benefiche, aziende e singoli individui a contribuire per colmare il divario lasciato dai tagli. Secondo le stime dell'Onu, oltre 30 milioni di persone in Sudan necessitano di aiuti umanitari, più della metà delle quali sono bambini.
Il 17 febbraio, le Nazioni Unite hanno lanciato un appello umanitario da 6 miliardi di dollari per sostenere circa 26 milioni di sudanesi colpiti dal conflitto, sia all'interno del Paese che nei Paesi vicini.
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