Sudan - Situazione sempre più tragica 3/4
- Roberto Roggero
- 13 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Assadakah News - Resta invece una città di sfollati Port Sudan, in cui i servizi per una popolazione aumentata esponenzialmente dall’inizio della guerra sono carenti e dove le difficili condizioni di vita portano periodicamente al rischio di epidemie, come quella del colera. Dall’inizio del conflitto è sempre cresciuto il numero di pazienti che ogni giorno si recano al Centro pediatrico di Emergency. Il grande flusso di sfollati interni che in questi mesi hanno raggiunto la città, nuova capitale de facto del paese, fa sì che aumenti anche il numero di bambini che hanno necessità di cure.
"Visitiamo una media di novanta bambini al giorno - ha spiegato Stoja Djuric, coordinatrice medica del Centro pediatrico di Emergency a Port Sudan - tra i rischi che osserviamo maggiormente, visto lo stato in cui vivono gli sfollati nei campi profughi o in abitazioni sovraffollate, quello della diffusione di epidemie come il colera. Tra i servizi che offriamo, le visite di follow up per l’anemia falciforme oltre a cure pre e post natali a mamme e bambini, anche a domicilio. È fondamentale tutelare la salute dei bambini appena nati: così facendo, tuteliamo i loro diritti, il loro futuro e il futuro del Paese".

"Il conflitto in Sudan è considerato al momento la peggiore crisi di sfollati al mondo: sono 12 milioni - ha concluso D’Alonzo - l`80% di loro è in fuga da Khartoum, la capitale, fin dal 15 aprile 2023, la più colpita dagli scontri armati. Allo stesso tempo rappresenta una delle più gravi crisi umanitarie in atto tuttavia rimasta invisibile agli occhi del mondo: saranno 30,4 milioni i sudanesi in necessità di aiuti umanitari nel 2025, circa 2/3 della popolazione del Paese. Emergency resta al momento l’unica ong con personale internazionale presente nella capitale, e ha sempre portato avanti le sue attività in tutto il Paese. Restare a fianco della popolazione è un dovere".
A quasi due anni dall’inizio del conflitto in Sudan, l’attività di Emergency prosegue tra le dirette conseguenze di una guerra che non accenna a concludersi, ma anzi si intensifica, e bisogni crescenti della popolazione, in particolare dei bambini. Su una popolazione in necessità di aiuti umanitari di quasi 25 milioni di persone, 14 milioni sono bambini, ha infatti precisato l'organizzazione umanitaria che gestisce nel Paese tre centri pediatrici (Khartoum, Port Sudan, Nyala) e in ciascuno di questi la popolazione in età pediatrica presenta necessità e difficoltà sempre maggiori.
"Vediamo bambini in condizioni sempre più gravi e chi dovrebbe essere trasferito per un ricovero non ne ha più la possibilità, a causa della progressiva chiusura dei reparti pediatrici in città e nelle zone limitrofe - racconta Carola Buscemi, pediatra di Emergency a Khartoum - i pazienti risultano severamente malnutriti; tanti presentano forti gastroenteriti dovute all’ingerimento di acqua sporca, o patologie respiratorie dovute all’escursione termica di notte. In mezzo a condizioni igienico-sanitarie precarie e l’assenza delle fogne, si fa spazio anche la malaria".
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