(Agenzia Nova) - L’esercito sudanese ha riconquistato la città di Al Suki, nello Stato sud-orientale di Sennar, consolidando i successi nella guerra contro i paramilitari ribelli delle RSF (Forze di Supporto Rapido). Lo riferisce il quotidiano “Sudan Tribune”, che cita il Raduno dei Giovani di Sennar, gruppo di monitoraggio indipendente. Al Suki, situata a circa 40 km a est di Sennar, era nelle mani delle RSF dal 25 luglio. La riconquista avviene meno di 24 ore dopo che l’esercito ha preso il controllo di Al Dinder, una località strategicamente importante che collega gli Stati di Sennar e Gedaref, nel Sudan orientale.
Almeno 49 persone sono state uccise e decine di altre sono rimaste ferite in una serie di attacchi condotti dalle RSF contro alcuni villaggi dello Stato di Gezira, nel Sudan centrale. Lo riferiscono fonti locali citate dal “Sudan Tribune”, secondo cui gli attacchi hanno preso di mira le località di Zurqa (otto morti), a Safita al Ghunomab (14 morti), Maknun (13 morti), Deim Elias (due morti) e Tambul (12). Il conteggio delle vittime rimane tuttavia incompleto a causa delle interruzioni delle comunicazioni e della ricerca in corso dei dispersi. Si ritiene che questi attacchi siano una rappresaglia per la defezione di un importante comandante delle RSF, Abu Aqla Kikal, passato all’esercito sudanese SAF domenica scorsa. La defezione di Kikal ha innescato continue ondate di rappresaglie e sfollamenti, mentre le RSF cercano vendetta contro coloro che sono ritenuti sostenitori dell’esercito.
Gli attacchi, riferisce il “Sudan Tribune”, hanno costretto i residenti di 24 villaggi a fuggire dalle loro case, tra cui al Sharafa al Bahr, Dalut al Bahr, al Habika al Naqr, Bant, al Amara Ali, Ad al Khadr, Wad al Hussein East, Wad al Hussein West, Wad al Humaim, al Abudab, al Aziaba, al Suqia, al Junayd al Hilla, al Hashishab, al Sayal e i cinque villaggi che compongono Kariyat. Lo sfollamento ha interessato anche i quartieri di Tambul e gran parte della città di Rufaa. Molti sfollati stanno lottando con gravi carenze alimentari e mancano di beni di prima necessità, in particolare la farina. I saccheggi da parte delle RSF all’inizio degli attacchi hanno inoltre lasciato le destinazioni degli sfollati con una grave carenza di denaro contante e una perdita diffusa di fondi personali.
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