Assadakah News - Secondo le ultime informazioni, fra le poche che riescono a filtrare oltre la cortina del Sudan, è stato perpetrato un nuovo crimine di guerra da parte dei miliziani ribelli della Rapid Support Force: circa 70 persone sarebbero morte, la maggior parte per avvelenamento, nella cittadina di Al-Hilaliya (Stato di Gezira).
Almeno 13 persone sono state uccise con armi da fuoco dalla RSF, mentre altre per avvelenamento da cibo contaminato con fertilizzante all’urea. Le RSF avrebbero anche chiesto un milione di sterline sudanesi (circa 500 dollari) a persona per consentire ai civili di rifugiarsi nella vicina città di Umm Dawaban, a est del Nilo.
Le RSF sono accusate anche di avere attaccato città e villaggi nella parte orientale di Gezira e nel villaggio di Brideh, cacciando oltre 400mila persone dall’intera regione. Altre vittime a Umm Maghad, nel nord dello Stato di Gezira che nelle ultime settimane è diventato campo di battaglia, dopo le vicende legate alla defezione del generale Abu Aqla Kayka, uno dei comandanti delle RSF passato nelle file dell’esercito nazionale (SAF). Anche la coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite in Sudan, Clementine Nkweta-Salami, si è detta profondamente turbata dalle segnalazioni di crimini atroci nello Stato di Gezira, tra cui l’uccisione di massa di civili, da parte delle RSF, specialmente fra il 20 e 25 ottobre, con uccisioni e stupri di massa, saccheggi e incendio di fattorie. Almeno 124 persone sono state uccise dalle RSF negli attacchi ai villaggi sferrati la scorsa settimana.
Il comitato dei medici sudanesi ha chiesto all’ONU di fare pressione sulle due parti in conflitto affinché accettino di creare corridoi umanitari sicuri verso i villaggi che rischiano il “genocidio” per mano delle RSF.
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