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Sudan - Ministero Esteri: condanna per intimidazioni a diplomatici stranieri

Assadakah News Agency - Assoluta e decisa condanna, da parte del ministero degli Esteri del Sudan, per le violenze che da Khartoum si sono diffuse nel Paese, in particolare per il sequestro degli studenti del Drei Support di Marawi. Il ministero invita tutta la comunità internazionale a prendere posizione e condannare a sua volta questa situazione di violenza.

Il ministero degli Affari Esteri ha ricevuto, fin dal primo giorno degli scontri tra le Forze Armate sudanesi e le Forze di Supporto Rapido ribelli, numerose comunicazioni da missioni diplomatiche, organizzazioni delle Nazioni Unite e organizzazioni regionali accreditate presso la Repubblica del Sudan, in cui si afferma che le loro sedi e i dipendenti sono stati oggetto di assalto, violazione e intimidazione, compresi gli stessi ambasciatori, il corpo diplomatico e i dipendenti, in un atto che è incompatibile con il trattato di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari 1961 e 1963, a cui la Repubblica del Sudan è pienamente impegnata.

Nell'interesse della sicurezza e dell'incolumità di tali rappresentanze diplomatiche, e coerentemente con il compito da assolvere, il ministero degli Esteri della Repubblica del Sudan ha immediatamente informato di tali violazioni le autorità competenti nel Paese, che a loro volta si sono affrettate a rafforzare i presidi presso le sedi diplomatiche.

Tuttavia, i movimenti delle Forze di Supporto Rapido ribelli, con mezzi corazzati e armi pesanti tra quartieri residenziali e luoghi civili hanno rappresentato, e rappresentano tuttora, una minaccia costante per l'incolumità pubblica e in generale, e hanno posto le sedi e il personale delle forze diplomatiche missioni e organizzazioni internazionali e regionali in imminente pericolo. Il ministero degli Affari Esteri, condannando questo comportamento, criminalizzato e proibito da carte internazionali, trattati e norme diplomatiche, esprime profondo rammarico per le azioni ribelli delle RSF e le conseguenti violazioni, e invita le ambasciate e le rappresentanze diplomatiche internazionali e regionali alla prudenza e all'immediata segnalazione di tali eventi, e mette in guardia dal danneggiare le sedi delle rappresentanze diplomatiche, dipendenti e organizzazioni internazionali e regionali, in quanto ciò è vietato dalle leggi internazionali e dal Trattato di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari. Il ministero degli Esteri sudanese lancia un appello alle Nazioni Unite, all'Unione Africana, alla Lega Araba e a tutte le altre organizzazioni regionali, perché condanni la ribellione delle Forze di Supporto Rapido contro le Forze Armate Sudanesi, in quanto quest'ultima è l'istituzione ufficiale e legittima responsabile della stabilità e del mantenimento della pace e della sicurezza nella Repubblica del Sudan, che rappresenta la valvola di sicurezza per la stabilità nella regione.

Il Ministero degli Affari Esteri chiede alle Nazioni Unite di condannare le forze ribelli per il loro dispiegamento e la continuazione dei combattimenti nelle città e nelle aree residenziali, che mettono in pericolo i civili, comprese donne e bambini.

A seguito della ribellione delle RSF, il presidente del Consiglio di Sovranità e comandante in capo delle forze armate, ha emesso il decreto di scioglimento delle stesse RSF, che di fatto sono una forza ribelle contro lo stato.

Il ministero esprime il suo apprezzamento per gli sforzi dei Paesi arabi e africani e della comunità internazionale per aiutare a calmare la situazione nel paese e desidera sottolineare che questa questione è una questione interna che dovrebbe essere lasciata ai sudanesi per raggiungere il necessario accordo tra di loro, lontano da interferenze internazionali.

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