Roberto Roggero - La situazione appare preoccupante a Khartoum, in altre città del Paese e nel Darfur, fra ribelli della RSF ed esercito nazionale, mentre in Arabia Saudita, a Jeddah, i portavoce delle due parti stanno discutendo l’emergenza, per trovare almeno un accordo che possa fare affluire aiuti umanitari per la popolazione.
In diversi quartieri della capitale sudanese si sono riaccesi accaniti combattimenti, così a Omdurman e nella zona di Bahri, separate da Khartoum dal corso del Nilo.
Ieri l’esercito nazionale ha colpito alcuni obiettivi ribelli, che a loro volta si sono arroccati in alcune aree residenziali, usando scuole e ospedali come basi avanzate.
Le delegazioni dell'esercito e dell'RSF si sono incontrate dalla fine della scorsa settimana in colloqui mediati da Stati Uniti e Arabia Saudita, mentre sul campo si sta vivendo una crisi umanitaria per altro annunciata, con quasi un milione di sfollati, e oltre 200mila persone che si stanno dirigendo verso i Paesi confinanti. Milioni di sudanesi sono costretti a rimanere barricati all’interno delle proprie abitazioni, mentre nelle strade soldati nazionali e ribelli si fronteggiano. La maggior parte dei disordini in passato si è verificata in aree remote. Questa volta gli intensi combattimenti a Khartoum, una delle città più grandi dell'Africa, hanno reso il conflitto molto più allarmante per i sudanesi e non solo.
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