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Sudan - La culla della vita

Roberto Roggero - Il nome per esteso è Bilad as Sudan, letteralmente “Pase dei Neri”, e per fin troppo tempo è stato associato a instabilità. Il miglioramento delle condizioni interne e delle relazioni esterne ridona al Sudan il meritato splendore. Il Paese sembra aver ritrovato un certo equilibrio e guarda al futuro con grandi progetti, come quello, ancora non ufficiale, di un presunto finanziamento del Qatar per un film-documentario sulle antiche civiltà sudanesi, che vedrebbe la star Angelina Jolie come protagonista. Ma anziché andare al cinema, vale la pena di vedere con i propri occhi le meraviglie naturali e culturali di questo Paese, come il sito archeologico di Dongola, sulla riva orientale del Nilo, dove un gruppo di archeologi sta scavando dal 1964.

L’antica Dongola fu fondata nel V secolo come fortezza, ma in poco tempo si sviluppò una vera e propria città che fiorì nel medioevo divenendo cristiana, tanto che ora sono molte le rovine di antiche chiese che si possono ammirare.

Musawarat es Safra è un altro bellissimo sito archeologico da visitare, con ruderi risalenti al I secolo d.C. e un colonnato ancora intatto. Né si può rinunciare a visitare le piramidi nubiane di Meroe, a circa 100 km a nord di Khartum, costruite oltre 500 anni dopo che in Egitto e nella valle del Nilo se ne era cessata la costruzione. Ce ne sono all’incirca 200, molte oggi in rovina, e dal 2011 Patrimonio Mondiale dell’umanità.

Il Sudan non ha solo antiche rovine, ma anche paesaggi bellissimi. Come il Parco nazionale del Dinder che si trova al confine con l’Etiopia e che venne istituito nel 1935. Dichiarato riserva della biosfera, ha una superficie di circa 10mila km quadrati.

Il parco comprende diversi habitat. Quelli principali sono la savana e la steppa arbustiva, gli ecosistemi fluviali e i cosiddetti ‘maya’, sono meandri fluviali che durante la stagione delle piogge si riempiono d’acqua. Maestoso è il paesaggio intorno al Jebel Marra, la “montagna amara”. La sommità di questo vulcano è occupata da una caldera di 5 km di diametro formatasi circa 3.500 anni fa durante un’eruzione esplosiva. Le pendici del vulcano sono formate da antiche colate di lava. Nella caldera vi sono due laghi. È considerato dai nativi il simbolo della patria.

Nel sud sono concentrati alcuni dei luoghi naturali più belli del Sudan, con parchi, foreste, paludi e cascate. Qui si può ammirare anche una fauna meravigliosa, fatta di elefanti, rinoceronti, antilopi, zebre, ippopotami e coccodrilli oltre al rarissimo uccello chiamato Becco a scarpa per via della forma del becco.

Non ha nulla da invidiare alle mete di mare più rinomate il Mar Rosso di Port Sudan, con una barriera corallina da sogno, quella di Sanganeb, che attira i diver più esperti. Qui ci si può immergere alla scoperta della città sommersa descritta da Jacques Cousteau. Si affaccia sul mare anche le città di Suakin, la cui vecchia città fu costruita con il corallo. Infine Khartum, la capitale nel centro del Paese, nel punto in cui si uniscono Nilo bianco e Nilo azzurro, che conta oltre 5 milioni di abitanti. Indubbiamente non una città facile da girare, essendo formata in realtà da 3 città in una (Khartum, Nord Khartum o Bahri e Omdurman), ma basta percorrere Nile Street per ammirare alcuni degli edifici più belli in città. Tra i punti di interesse più belli c’è il Al-Mogran Family Park con il suo ponte di metallo dove si ammira la confluenza dei due fiumi e il brulicante Suq Arabi, il cuore pulsante della città.

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