Assadakah News Agency - Le Forze Armate Sudanesi del presidente riconosciuto Abel Fattah Al Buhran, hanno ripreso il controllo della radio e della televisione nazionale, fino a pochi gi orni fa in mano ai ribelli della Rapid Support Force del generale Mohamed Hamdan Dagalo a Omdurman. L’annuncio avviene al termine di alcune ore di assedio da parte dell’esercito, che in precedenza aveva affermato di aver “annientato” e messo in fuga le milizie Rsf, oltre ad aver requisito materiale bellico. La conquista, oltre ad avere un alto valore simbolico, rappresenta uno sviluppo significativo, dal momento che le Saf controllano ora la maggior parte del territorio e dei luoghi strategici di Omdurman, oltre all’area militare di Wadi Saydna e alla base militare di Al Mohandesin.
I rinnovati combattimenti avvengono nonostante una recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abbia invitato entrambe le parti a cessare le ostilità durante il periodo sacro per i musulmani. La richiesta di un cessate il fuoco durante il mese religioso musulmano era stata avanzata in prima persona anche dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. In una dichiarazione pubblicata ieri su Telegram, il vice comandante delle Saf, Yasser al Atta, ha tuttavia escluso la possibilità di una tregua durante il Ramadan, tranne nel caso in cui le Rsf accettassero di abbandonare i siti pubblici ancora sotto il loro controllo, nel rispetto dell’impegno preso a maggio scorso durante i colloqui di Gedda. Atta ha inoltre posto come condizione quella per cui non dovrebbe esserci alcun ruolo per il generale Dagalo nella futura storia politica e militare del Sudan. Le due fazioni, le Saf e le Rsf, sono in conflitto dal 15 aprile dello scorso anno, dopo aver entrambe partecipato ad un colpo di Stato nel 2021 per deporre il premier civile Abdalla Hamdok. Quest’ultimo guidava allora un governo di transizione istituito dopo l’ondata di proteste popolari che nell’aprile del 2019 portò alla deposizione del presidente Omar al Bashir, al potere da oltre 30 anni.
Proprio lo stesso Hamdok, oggi a capo del Coordinamento Forze Civili del Sudan (Taqadum), ha annunciato nel frattempo che Il Cairo potrebbe presto ospitare un incontro tra il presidente del Consiglio sovrano di transizione e comandante delle Saf, Abdel Fattah Al Burhan, e il generale Dagalo. Parlando al quotidiano “Al Sudani”, Hamdok ha detto di aver discusso con le autorità egiziane sulla possibilità di sollecitare i due generali in conflitto ad incontrarsi al Cairo per mettere fine alla guerra. Secondo Hamdok, “i funzionari egiziani hanno accolto con favore la possibilità perché la stabilità del Sudan è parte di quella dell’Egitto e il crollo del Sudan sarebbe una grande catastrofe per la sicurezza egiziana”. Sul conflitto si è espresso domenica scorsa anche il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, il quale ha ribadito che la priorità della è fermare la guerra e preservare l’integrità dello Stato sudanese, e ha confermato la disponibilità della Lega Araba a fornire qualsiasi assistenza necessaria alle parti sudanesi per risolvere la crisi.
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