Assadakah Cairo - Se non si riuscirà a trovare una soluzione nel conflitto in Sudan il Paese rischia la frammentazione. Lo ha detto il generale Abdel Fattah Burhan, capo dell'esercito contrapposto ai militari delle Forze di supporto Rapido (Rfs) guidate da Mohamed Hamdan Dagalo, nel corso di un discorso rivolto alle forze di polizia nella città di Port Sudan.
"Siamo di fronte a una guerra - ha affermato - se non verrà risolta rapidamente il Sudan sarà frammentato", ha avvertito. Parole simili a quelle pronunciate dallo stesso Burhan mercoledì scorso durante l'incontro con il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, nel primo viaggio all'estero del generale del Sudan dall'inizio del conflitto. Con Al Sisi, Burhan ha discusso delle possibili modalità per porre fine alla guerra ma nessuno ha fornito dettagli su eventuali condizioni o iniziative. Tuttavia Burhan ha in seguito escluso una riconciliazione con le Rsf.
In cinque mesi di conflitto la capitale del Sudan, Khartoum, si è trasformata in un campo di battaglia senza che nessuna delle due fazioni sia riuscita a ottenere il controllo della città. Nella regione occidentale del Darfur - teatro di una campagna genocida nei primi anni 2000 - il conflitto si è trasformato in violenza etnica, con le Rsf e le milizie arabe alleate che attaccano altre etnie africane. Le Nazioni Unite stimano che a seguito dei combattimenti siano morte oltre quattromila persone. Ma per gli attivisti e i medici sostengono che le vittime potrebbero essere molte di più.
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