Hussein Ghamlouche (Ambasciatore internazionale di Pace) - E’ una terra tanto meravigliosa quanto afflitta da drammi dei quali in primo luogo la popolazione subisce le conseguenze. Nel continente che ha dato origine alla specie umana, la specie umana si sta combattendo senza pause. I segnali di emergenza ormai sono fin troppo numerosi, come testimonia il fatto che anche Medici Senza Frontiere abbia sospeso l’attività a Wad Madani, città del Sudan in situazione catastrofica. Lo stesso per i paesi e i villaggi dei dintorni, a seguito di un attacco di gruppi armati, durante il quale sono state rubate due macchine e altre attrezzature.
L’ONU afferma che da Wad Madani sono fuggite oltre 300mila persone, dopo che le i ribelli paramilitari della Forza di Supporto Rapido (RSF) hanno preso il controllo. Fra questo sfollati, molti provenivano già da zone coinvolte nei combattimenti, e avevano già abbandonato le proprie case. L’assistenza sanitaria è ormai inefficiente, mancano medicine e generi alimentari di prima necessità, e i combattimenti non rispettano la neutralità delle strutture mediche e di soccorso. Nel frattempo, MSF continua a lavorare in diverse località del Sudan, fra cui Khartoum, Omdurman, White Nile, Blue Nile, Al Gedaref, e nel Darfur occidentale, settentrionale, centrale e meridionale.
Gli attacchi ai villaggi costringono le famiglie alla fuga, per proteggere i figli da violenze, rapimenti, reclutamento, mutilazioni e morte. Nei centri di sfollamento si parla di oltre1.300 persone uccise, compresi bambini. L’Unicef ha registrato segnalazioni di oltre 3.100 violazioni, fra cui l’uccisione e la mutilazione di bambini. Il dramma è che tutto questo pare essere la proverbiale punta dell’iceberg.
Save the Children parla di livelli di violenza abominevoli, in una crisi che sembra ignorata dal resto del mondo, in un clima di prevalente impunità, come sta accadendo nella Striscia di Gaza con il genocidio perpetrato dagli israeliani.
Nonostante la gravità della situazione, non pare ci sia la necessaria attenzione politica e finanziaria. Il Piano di Risposta Umanitaria (HRP) è attualmente finanziato solo per un terzo, nonostante il Sudan abbia quasi 25 milioni di persone in condizioni disperate.
Sono circa 8000 i bambini costretti a fuggire dalle loro case ogni giorno in Sudan. Il conflitto ha causato violenze e orrore in gran parte del Paese.
Oltre 3 milioni di bambini, su un totale di 23 milioni, sono stati costretti dallo scorso aprile 2023 a fuggire, cercando rifugio in campi o centri per gli sfollati, scuole o case sovraffollate, e dall’inizio del conflitto, gli sfollati interni nel Paese hanno superato i 5 milioni, mentre altri 1,3 milioni hanno cercato sicurezza e protezione nei paesi vicini. Circa 350mila bambini sono sfollati tra l’inizio di ottobre e il 15 novembre. Com’è possibile restare indifferenti?
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