Assadakah News Agency - Non ha pause il conflitto che sta infiammando il Sudan, mentre le vittime civili continuano ad aumentare: sono oltre 20, e decine i feriti, i morti per un bombardamento che, nel pomeriggio di ieri, ha colpito un mercato di Omdurman, città situata di fronte alla capitale Khartum sulla sponda opposta del Nilo. Lo ha denunciato la Ong “Sudan’s Emergency Lawyers”, spiegando che non è stato possibile identificare la parte responsabile a causa del grande caos che regna nel territorio. La situazione è ormai di aperta crisi e più che evidente catastrofe umanitaria, con l’ONU che continua a dimostrare la propria impotenza, che ormai a molti analisti appare quasi voluta.
La notizia del giorno è però quella che riferisce il “Kyiv Port”, circa la presenza di presunti agenti dei reparti speciali dei servizi segreti ucraini (GUR) impegnati a neutralizzare le milizie del gruppo Wagner e di altri organismi dell’apparato segreto russo. La notizia giunge dagli stessi servizi ucraini, secondo cui i video che ritraggono operatori del GUR sarebbero stati girati nelle ultime due settimane, in una località del Sudan non specificata. Il materiale mostra unità speciali della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa, ripresi da un drone, di notte, con immagini a infrarossi: appare un’unità di agenti che circonda un edificio, con gli obiettivi all’interno che risultano evidenziati nel montaggio del video. Si vede in azione un lanciarazzi portatile per sparare contro la finestra di un edificio, mentre a seguire si vedono una serie di esplosioni. Successivamente il filmato mostra l’immagine in notturna, senza infrarossi, con gli spari e le successive esplosioni. Il secondo video è girato di giorno, sempre da un aereo sospeso a 200-400 metri dal suolo. Non viene mostrato alcun agente ucraino, ma un certo numero di uomini che sembrano essere bersagli che corrono per le strade di una città o di un piccolo villaggio densamente popolato. Diverse esplosioni, che vanno da quelle di una granata a quelle di un obice di medio calibro, possono essere viste nelle vicinanze.
Il governo ucraino non ha confermato il dispiegamento di proprie forze sul campo in Sudan né la condotta di operazioni contro i combattenti Wagner nel Paese. Tuttavia, nel settembre scorso era stata l’emittente televisiva statunitense “Cnn” a rivelare che i servizi speciali di Kiev sarebbero responsabili di una serie di attacchi e sabotaggi recentemente condotti nell’area di Khartum contro le Forze di supporto rapido (Rsf), fazione del conflitto civile in Sudan ritenuta vicina al gruppo paramilitare russo Wagner. In un’inchiesta, la “Cnn” aveva descritto i recenti attacchi contro le Rsf, che hanno visto l’impiego di droni e ordigni esplosivi, come l’operato di “una forza militare non sudanese”, affermando che “i servizi speciali ucraini (ne) sono probabilmente i responsabili”. A corroborare tale ipotesi ci sono i video di una serie di attacchi sferrati contro veicoli e paramilitari delle Rsf che, secondo le stesse fonti, “presentano tutti gli elementi degli attacchi con droni (esplosivi) nello stile delle forze ucraine”. Almeno otto degli attacchi analizzati sono avvenuti con l’impiego di modelli di droni commerciali diffusamente utilizzati dalle Forze armate di Kiev, così come le modalità e le tattiche di utilizzo dei droni sarebbero a loro volta analoghe a quelle utilizzate dall’Ucraina contro le forze russe, e del tutto inusuali nel contesto dei conflitti armati in atto nel continente africano. Come evidenziato dalla CNN, gli attacchi sotto copertura di Kiev contro forze vicine alla Russia in Sudan, se confermati, rappresenterebbero “un’espansione drammatica e provocatoria del teatro bellico di Kiev contro Mosca”.
Accuse simili, sebbene non così dirette, non sono nuove. In precedenza era stata la rivista statunitense “Forbes” ad allegare una serie di video, condivisi sui social media dalle Forze armate sudanesi (Saf), in cui venivano mostrati attacchi effettuati con piccoli droni kamikaze Fpv (First Person View), che volano veloci e bassi, richiedendo al pilota di indossare occhiali video e di reagire rapidamente per evitare ostacoli. Questo tipo di arma, comparsa per la prima volta poco più di un anno fa in Ucraina, si è ora diffusa nel conflitto e sembra destinata a diffondersi in altri scenari bellici, tra cui appunto il Sudan, tuttavia è la prima volta che il loro utilizzo viene documentato al di fuori dall’Ucraina. Secondo gli esperti del settore, i droni in questione sono costruiti con batterie extra e una testata attaccata e possono volare a velocità superiori a 100 miglia orarie, due volte più veloci di un drone tipico, grazie ai loro potenti motori. Ciò significa che sono in grado di trasportare una testata Rpg (lanciarazzi) o un pacchetto esplosivo simile del peso di un paio di libbre. Stando alle fonti citate da “Forbes”, gruppi di volontari in Ucraina e in Russia assemblano migliaia di questi droni ogni mese nei garage e nei retrobottega, utilizzando componenti acquistati dalla Cina al costo di circa 400 dollari ciascuno.
I droni sono già stati protagonisti della guerra civile in Sudan. Le Saf dispongono di alcuni aerei da combattimento, inclusi aerei cinesi e MiG-29 di fabbricazione russa, ma hanno subito perdite significative e la loro efficacia non è elevata. Tuttavia, le Forze armate di Khartum gestiscono anche una flotta di droni, tra cui i modelli Ababil e Mohajer provenienti dall’Iran, alcuni dei quali trasportano armi. Le RSF accusano, ad esempio, le Saf di aver effettuato un attacco con droni in un mercato affollato di Khartum che all’inizio di settembre ha ucciso più di 40 persone. Il Sudan ha persino una propria industria di droni militari, la Military Industry Corporation (Mic), che ha lanciato la sua munizione locale Kamin-25 alla mostra internazionale sulla difesa (Idex) 2023 di Abu Dhabi, un modello ad ala fissa con una portata di 50 km.
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